No, dopo gli ultimi dati sul PIL italiano che annunciano l’uscita del nostro Paese dalla recessione tecnica, non c’è niente da festeggiare.
No, dopo gli ultimi dati Istat sul PIL italiano non c’è niente da festeggiare.
Formalmente l’Italia è uscita dalla tanto temuta recessione tecnica ma l’evento era quasi totalmente previsto e soprattutto non ha la portata gigante che molte testate stanno invece osannando.
Sulla scia della recente crescita di Stati Uniti e Cina, e considerando il sostegno ancora in corso da parte delle banche centrali, la crescita italiana non sembra avere meriti particolari.
Italia: addio a recessione tecnica, ma torna la stagnazione
Prima di approfondire in modo mirato le motivazioni che portano a rivalutare la bontà dei dati appena usciti, osserviamo il report dell’Istat sul Prodotto Interno Lordo dell’Italia nel primo trimestre 2019.
Come ha già riferito Money.it, “rispetto al trimestre precedente il PIL dell’Italia è avanzato di uno 0,2%, che ha rivisto sia le attese che l’ultimo dato, entrambi a -0,1%. Su base annua, l’economia italiana ha registrato un +0,1%, meglio conti delle previsioni a -0,1% ma in calo dal precedente +0,6%”.
Diciamo “addio” alla recessione tecnica, ma diciamo anche “bentornata” alla stagnazione.
Nonostante il superamento delle attese degli analisti e l’uscita, a livello pratico, dalla recessione tecnica, parliamo di risultati minimi: stiamo festeggiando un +0,1% su base annua e un +0,2% rispetto all’ultimo trimestre 2018. Basta confrontare questi dati con quelli aggregati dell’Eurozona e di alcuni Paesi nello specifico per accorgersi che l’Italia non sta godendo affatto di una crescita brillante né degna di nota.
La crescita del PIL Italiano a confronto con altri Paesi
Un dato non può portare con sé un significato completo se non viene contestualizzato. Così, è utile guardare i risultati del PIL di altre realtà per comprendere il motivo per cui non abbiamo nulla da festeggiare oggi.
Nella sua versione preliminare, il PIL dell’Eurozona - che riferisce la media dei Paesi componenti l’area euro - è salito dello 0,4% nel primo trimestre 2019, mentre quello dell’Unione Europea segna una crescita economia dello 0,5%.
Fa meglio anche la Spagna, che nello stesso periodo mette a segno una crescita del +0,7%.
Italia fanalino di coda d’Europa
Come ricorda Bloomberg, l’Italia è stato l’unico Paese membro dell’Eurozona a cadere in recessione alla fine dello scorso anno, principalmente a causa dell’incertezza attorno il commercio globale e la bassa fiducia delle imprese - che hanno causato due contrazioni trimestrali consecutive del PIL nazionale. La produzione industriale è in ripresa sia a gennaio che a febbraio, fattore che costituisce solo un primo tassello nella strada verso il ritorno all’espansione economica.
Recentemente il governo Conte ha tagliato l’obiettivo di crescita nel 2019 al +0,2%, contro il +1% “promesso” in precedenza.
Venerdì, l’agenzia di rating S&P Global Ratings ha dichiarato che l’economia italiana, con buona probabilità, “ristagnerà quest’anno”. Lo stesso giorno, Confindustria ha riferito di aspettarsi che la situazione economica rimarrà fragile e incerta per l’economia italiana nel secondo trimestre 2019.
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