Italia: deficit/Pil migliora, di quanto? Più pressione fiscale nel 2021

Violetta Silvestri

5 Aprile 2022 - 15:38

Meno indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche sul Pil in Italia: è quanto emerge dalla nuova nota Istat. Aumentano l’incidenza delle entrate e la pressione fiscale: i dettagli sul decifit.

Italia: deficit/Pil migliora, di quanto? Più pressione fiscale nel 2021

Italia: il rapporto deficit/Pil migliora negli ultimi dati pubblicati da Istat.

Nel 2021 le amministrazioni pubbliche hanno mostrato un indebitamento netto in miglioramento rispetto all’anno precedente.

Con un focus sul quarto trimestre 2021, l’Istat ha rilevato che maggiori entrate sono riuscite a compensare le uscite.

Di quanto è migliorato il rapporto deficit/Pil in Italia nel 2021? I numeri in dettaglio.

Italia: nel 2021 deficit/Pil in miglioramento, i dati

Come evidenziato dalla nota Istat: “nel quarto trimestre dell’anno, l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche sul Pil si è sensibilmente ridotto in termini tendenziali per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite.”

Tradotto in numeri, nell’intero anno 2021 il rapporto deficit/Pil è stato pari a -7,2% rispetto a -9,6% del 2020. In aumento la pressione fiscale al 43,5% del Pil, con un incremento di 0,7 punti percentuali in confronto con il 42,8% del 2020.

Le entrate delle amministrazioni pubbliche hanno inciso maggiormente, con un +48,3% sul Pil, in aumento dello 0,9% sul 2020.

Nel solo quarto trimestre dell’anno preso in esame, Istat ha segnalato che il rapporto deficit/Pil è stato pari a -3%, quasi la metà dello stesso nel 2020.

Come segnalato, infatti, “le entrate totali nel quarto trimestre 2021 sono aumentate in termini tendenziali dell’8,1% e la loro incidenza sul Pil è stata del 56,8%, in crescita di 1,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2020.”

L’analisi sulle famiglie ha evidenziato che nel quarto trimestre il reddito disponibile è cresciuto dell’1,3% rispetto al trimestre precedente; il potere d’acquisto è rimasto più o meno invariato (+0,1%); i consumi sono cresciuti di +1,2%; la propensione al risparmio ha visto un +0,2% giungendo all’11,3% e il tasso di investimento delle famiglie ha toccato il 6,8%, con un +4,9% degli investimenti fissi lordi.

Un quadro positivo che sta già sfumando, però, secondo l’allerta del Codacons. Con il caro bollette e carburanti e l’aumento dei prezzi alimentari e al dettaglio il 2022 è iniziato con ombre profonde sul potere di acquisto.

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