L’Italia ha la peggiore burocrazia europea (dopo la Grecia)

Simone Micocci

16/01/2019

Secondo l’indagine realizzata dalla CGIA sui dati forniti dalla Commissione Europea Italia e Grecia hanno le peggiori burocrazie d’Europa. Calabria e Abruzzo le peggiori Regioni, si salva il Trentino Alto Adige.

L’Italia ha la peggiore burocrazia europea (dopo la Grecia)

Vi sarà capitato spesso che una vostra pratica, come ad esempio il rilascio di un atto autorizzatorio o di un certificato, venga bloccata per problemi burocratici.

Errori e rallentamenti da parte degli uffici della Pubblica Amministrazione sono frequenti e a dirlo non sono solamente i cittadini: in questi giorni, infatti, è stata realizzata dalla CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese Mestre) una classifica delle migliori burocrazie d’Europa dove l’Italia si è classificata nella penultima posizione, con la sola Grecia a “salvarci” dal primato negativo.

Per la realizzazione del report la CGIA ha utilizzato i dati - riferiti al 2017 - forniti dalla Commissione Europea in merito alla qualità dei servizi offerti dai pubblici uffici dei 19 Paesi dell’Eurozona.

L’indagine conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, le notevoli lacune del sistema burocratico italiano; come dichiarato da Renato Mason - segretario della CGIA - questa situazione si ripercuote negativamente su cittadini e imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione le quali hanno bisogno di un servizio pubblico efficiente ed economicamente vantaggioso “in cui le decisioni vengano prese senza ritardi e il destinatario sia in grado di valutare con certezza la durata delle procedure”.

Tempi e costi della burocrazia nostrana, invece, sono distanti dagli standard europei, specialmente nel Sud Italia dove sono stati rilevati i maggiori disservizi della Pubblica Amministrazione.

Prima di vedere nel dettaglio la classifica delle migliori burocrazie d’Europa, e analizzare nel dettaglio il caso Italiano, è bene specificare che per la sua realizzazione sono stati utilizzati i dati EQI (European Quality of Government Index) del 2017, risultanti a loro volta di un’indagine svolta tra i cittadini dei vari Paesi ai quali è stato chiesto un parere su qualità e imparzialità dei servizi pubblici, nonché sulla frequenza dei casi di corruzione. Nel dettaglio, i quesiti hanno riguardato tre dei settori della PA con maggiore rilevanza territoriale, ovvero Sanità, Istruzione e Pubblica Sicurezza, ma il risultato finale tiene conto anche di altri servizi più generali come la Giustizia.

Fatte le dovute premesse possiamo vedere qual è il risultato dell’indagine sia per quanto riguarda la dimensione europea che il caso specifico dell’Italia.

Qualità della burocrazia: Italia tra i peggiori d’Europa

Con un indice EQI (variabile da 0 a 100) pari a 24,7, l’Italia si posiziona nella penultima posizione della classifica delle migliori burocrazie europee. Peggio di noi fa solamente la Grecia con un indice EQI del 19,1.

Ad influire negativamente sul posizionamento dell’Italia non è tanto la qualità dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione (alla quale comunque è stato assegnato un poco soddisfacente 41,0) quanto invece i temi di imparzialità e corruzione, rispettivamente con votazione pari a 29,6 e 26,9. I problemi quindi riguardano principalmente la mancanza di trasparenza da parte delle amministrazioni, nonché l’incertezza giuridica. Da segnalare anche i problemi di incomunicabilità, così come gli adempimenti troppo onerosi che hanno portato anche ad un allontanamento degli investitori stranieri restii ad operare nel nostro Paese proprio per la ridondanza del sistema burocratico.

Negativi, ma comunque migliori rispetto all’Italia, i risultati ottenuti da Spagna (15ᵃ posizione con 42,2 complessivo), Portogallo (10ᵃ con il 50,1) e Francia (8ᵃ, 58,3).

Tra i Paesi virtuosi, invece, troviamo quelli del Nord Europa, con il podio composto da Finlandia (1ᵃ, 80,5), Paesi Bassi (2ᵃ, 75,6) e Lussemburgo (3ᵃ, 75,5). Appena giù dal podio, invece, si posiziona la Germania, che comunque ottiene quasi il triplo del nostro punteggio (71,4).

Posizione Paese Indice EQI 2017 Qualità Imparzialità Corruzione
1 Finlandia 80,5 82,3 82,9 82,2
2 Paesi Bassi 75,6 82,9 78,8 72,9
3 Lussemburgo 75,5 79,3 76,7 78,1
4 Germania 71,4 77,7 74,3 71,1
5 Irlanda 67,7 71,7 74,5 66,7
6 Austria 66,9 71,3 76,3 63,4
7 Belgio 62,8 70,5 63,8 65,5
8 Francia 58,3 66,0 63,4 58,3
9 Estonia 54,4 58,2 61,1 57,8
10 Portogallo 50,1 60,2 55,7 49,8
11 Malta 47,7 53,3 56,0 49,8
12 Cipro 47,0 54,2 51,8 51,4
13 Lituania 43,6 56,1 51,0 41,3
14 Slovenia 43,0 50,8 50,2 45,4
15 Spagna 42,2 56,8 48,4 39,6
16 Lettonia 38,2 50,8 45,4 37,6
17 Slovacchia 31,7 48,3 36,4 31,6
18 Italia 24,7 41,0 29,6 26,9
19 Grecia 19,1 27,5 29,4 25,0

Italia tra le peggiori burocrazie europee: preoccupa il Sud

Anche se il livello medio complessivo dell’Italia è preoccupante, c’è da dire che ci sono alcune zone in cui la qualità dei servizi si avvicina agli standard europei.

Come confermato da Mason, infatti, nel Nord Italia Sanità e settori delle Forze dell’Ordine, così come ricerca e istituti universitari, “non temono confronti con il resto d’Europa”; tuttavia in altre zone, come ad esempio la Calabria, l’indice EQI non può che destare preoccupazione.

È proprio alla Calabria (190ᵃ Regione europea su un totale di 192) che spetta il primato negativo nella classifica delle burocrazie locali, con un EQI, pari ad 1,8. Nelle posizioni basse della classifica troviamo principalmente Regioni del Sud Italia, con un 6,2 dell’Abruzzo (189ᵃ), 8,4 della Campania (186ᵃ) e 13,0 della Basilicata (183ᵃ).

Buona invece la qualità dei servizi del Nord, ma comunque migliorabile: il riconoscimento della Regione più virtuosa spetta al Trentino Alto Adige (118ᵃ, 41,4), seguita da Emilia-Romagna (127ᵃ, 39,4) e dal Veneto (128ᵃ, 39,4).

Posizione in classifica (su un totale di 192) Regione EQI 2017 Qualità Imparzialità Corruzione
118 Trentino Alto Adige 41,4 46,6 53,1 42,5
127 Emilia-Romagna 39,4 56,5 40,6 40,1
128 Veneto 39,4 65,5 41,4 30,8
131 Lombardia 38,9 67,9 34,0 34,6
133 Friuli-Venezia Giulia 38,7 49,6 45,2 40,3
142 Valle d’Aosta 34,6 27,1 54,1 41,7
148 Toscana 30,8 37,1 34,9 41,3
160 Molise 23,6 40,4 38,6 15,6
161 Piemonte 23,4 40,8 25,7 27,6
163 Sardegna 22,5 32,0 39,7 19,5
166 Liguria 22,1 44,6 27,2 19,0
170 Marche 19,2 27,5 38,1 16,7
174 Umbria 16,4 27,1 26,2 21,5
175 Lazio 16,0 28,5 22,0 23,3
177 Sicilia 15,7 27,9 18,3 26,6
178 Puglia 15,7 33,9 24,1 15,3
183 Basilicata 13,0 19,7 38,2 7,7
186 Campania 8,4 22,4 15,7 15,3
189 Abruzzo 6,2 6,3 40,4 0,4
190 Calabria 1,8 2,7 9,8 21,9

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