Italia promossa da S&P, ma il Paese è a rischio alto per FMI

Violetta Silvestri

23 Aprile 2022 - 10:35

Sebbene con un outlook ancora positivo, nella valutazione di S&P sull’Italia emergono tutti i segni negativi della guerra. Le stime sul Pil, infatti, peggiorano e anche il FMI allerta il nostro Paese.

Italia promossa da S&P, ma il Paese è a rischio alto per FMI

Rating BBB e outlook positivo confermati da S&P per l’Italia: cos’altro è emerso dalla valutazione dell’agenzia di rating?

Nel contesto di incertezza e pessimismo che si sta radicando a causa della guerra e della crisi energetica, il nostro Paese rischia la recessione.

La crescita decelera, come messo in evidenza da S&P e dall’ultimo rapporto del FMI. L’Italia è una della nazioni che può maggiormente decrescere secondo il fondo internazionale.

Cosa ha davvero stimato S&P sull’Italia

Non c’è stato un peggioramento nel giudizio sull’Italia, rimasta ancorata a un outlook positivo.

Tuttavia, S&P non ha nascosto i punti deboli per l’economia del nostro Paese, fortemente stressata dagli eventi bellici e dai cambiamenti repentini sul fronte energetico.

Nello specifico, le previsioni di crescita sono peggiorate, con un +3,1% nel 2022 rispetto alla precedente stima del 4,4%. Il deficit è visto al 6,3%, “supponendo che le misure introdotte alla fine del 2021 per mitigare lo shock energetico rimangano in vigore almeno fino alla fine di quest’anno.”

Ci si aspetta, comunque, una importante diminuzione del debito sul Prodotto interno lordo per il 2022, ma a condizione, come specificato dalla nota S&P che vengano portate avanti “le ampie riforme pro-crescita che le autorità italiane stanno attuando nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Queste mirano a migliorare l’ambiente imprenditoriale italiano e l’efficacia del sistema giudiziario, ridurre la burocrazia, aumentare la partecipazione al lavoro e finanziare gli investimenti nelle energie rinnovabili.”

L’impatto del piano dovrebbe sentirsi anche nel lungo termine, riuscendo ad attutire i danni provocati dalla guerra in Ucraina.

Il tema del Pnrr è ripreso più volte dall’agenzia, a testimonianza di quanto sia cruciale per lo sviluppo economico italiano e per l’aggiustamento delle sue finanze.

Si attendono le riforme richieste, in ambito giustizia e concorrenza, entro la fine di giugno così da poter dare il via libera allo stanziamento di risorse europee nell’ambito del Recovery Fund. Si tratterebbe, specifica S&P di “afflussi dei fondi Next Generation EU per un valore superiore al 2% del Pil all’anno tra il 2022 e il 2026, compensando i rischi per la crescita derivanti dal conflitto Russia-Ucraina.”

Ottimismo, quindi, ma molto cauto nei confronti dell’Italia da parte di S&P.

FMI: proiezioni deboli per l’Italia

Prudenza su conti e stime economiche è arrivata anche dal report del FMI sull’Europa, dove è stato messo in focus l’impatto della guerra sul continente.

Il Fondo ha specificato che “alcune delle maggiori economie europee, come Francia, Germania, e l’Italia, hanno proiezioni molto deboli o negative di crescita trimestrale a metà 2022.”

Per quanti riguarda le stime riviste ad aprile, il FMI prevede per l’Italia una crescita del Pil del 2,3% nel 2022, 1,7% nel 2023 e 1,3% nel 2024. Rispetto a quanto valutata a gennaio, il nostro Paese ha perso - nelle stime - 1,5 punti nell’anno in corso e 0,5 il prossimo.

Sul fronte inflazione, nel 2022 si prevede un +5,3% in Italia, per poi calare al 2,5% nel 2023 e al 2,1% al 2024.

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