Come l’Italia versa all’UE più dei Paesi frugali messi insieme

Riccardo Lozzi

14 Luglio 2020 - 16:35

Continua il braccio di ferro sul Recovery Fund, con i Paesi frugali che non vogliono ammorbidire la loro posizione dimenticando però che l’Italia versa al bilancio dell’Unione Europea più di quanto tutti loro messi insieme.

Come l’Italia versa all’UE più dei Paesi frugali messi insieme

Il piano di ripresa dell’economia europea post COVID-19 sta creando diverse frizioni tra i Paesi membri dell’Unione Europea. Al momento, la spaccatura più importante vede contrapporre i cosiddetti Paesi frugali contro gli Stati del Sud.

I primi sono composti da Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, mentre tra i secondi troviamo Italia, Spagna e Portogallo . L’oggetto del contendere è la modalità di attivazione del Recovery Fund.

I “frugali” sembrerebbero essersi messi anche contro l’asse Berlino-Parigi, con la cancelliera tedesca Angela Merkel che si è detta favorevole all’adozione di tale misura così come ipotizzata dalla Commissione Europea, esortando a trovare un accordo il prima possibile.

Anche il recente incontro tra il Primo ministro olandese Mark Rutte e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non sembrerebbe aver smosso la posizione dei Paesi Bassi, pronti a dare il loro disco verde al Recovery Fund solo se vincolato ad alcune condizioni più stringenti.

In molti accusano i Paesi frugali di avere troppo potere rispetto alla loro popolazione, al proprio Prodotto Interno Lordo e a quanto contribuiscono nel bilancio europeo, soprattutto se si confrontano questi dati economici con la sola Italia.

I dati economici dei Paesi frugali

Se si osservano i numeri degli abitanti, possiamo constatare che l’Austria conta circa 8,86 milioni di cittadini, la Danimarca oltre 5,80 milioni, i Paesi Bassi 17,28 milioni e la Svezia 10,23 milioni.

Sul sito ufficiale dell’UE è possibile analizzare i valori di bilancio per ciascuno dei Paesi membri, tra quanto viene speso e quanto si riceve dall’Unione. Si può notare, innanzitutto, che stiamo parlando di tutti contributori netti, ovvero Stati che versano alle casse del bilancio comune più di quanto ricevono.

Nel dettaglio, l’Austria versa 3,277 miliardi di euro (0,85% del proprio PIL) e ne riceve 1,953 miliardi (0,51%). La Danimarca contribuisce con 2,541 miliardi di euro (0,83% del PIL), prendendo 1,411 miliardi (0,46%).

I Paesi Bassi erogano 4,485 miliardi di euro (0,62%) a fronte di 2,470 miliardi d finanziamento (0,32%). Infine la Svezia dà un totale di 3,303 miliardi di euro (0,70%) ottenendone 1,814 miliardi (0,70%).

Il confronto con i dati dell’Italia

Facendo un rapido calcolo su questi dati, emergono i seguenti risultati: i Paesi frugali contano una popolazione totale di circa 42,17 milioni, elargiscono 13,606 miliardi di euro e ricevono 7,648 miliardi, con un disavanzo totale pari quindi a 5,958 miliardi.

L’Italia, invece, con 60,3 milioni di abitanti, cede 15,215 miliardi di euro (0,89% del PIL) e riprende 10,337 miliardi (0,58%), registrando un contributo netto 4,878 miliardi.

In sostanza guardando questi dati appare lampante come l’Italia versa ogni anno al bilancio dell’Unione Europea più di quanto Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia elargiscono nella loro totalità.

Viste queste cifre diventa sempre più difficile comprendere i meccanismi dell’UE che non considera i dati demografici ed economici degli stati membri, permettendo un potere squilibrato tra Paesi di diversa dimensione e capacità finanziaria.

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