L’Italia e la perdita di sovranità nell’UE: Costituzione vs. Trattato di Maastricht

Felice Di Maro

7 Giugno 2016 - 09:08

La Governance della Commissione dell’Unione europea non può stravolgere la nostra Costituzione.Trasferire funzioni non può significare perdere sovranità.

L’Italia e la perdita di sovranità nell’UE: Costituzione vs. Trattato di Maastricht

L’Unione europea rappresenta un unicum del Pianeta Terra. Gestisce una serie di funzioni che gli stati hanno trasferito privandosi della loro sovranità. Il risultato è che siamo in una crisi perenne e ci resteremo se non avviene una svolta.

Trasferendo funzioni di fatto si trasferisce sovranità e quando questa si sposta dagli stati verso entità inter-statuali evapora, cioè non esiste più. L’Unione europea è il nuovo ordine post-statuale con poteri tra loro autonomi come la Banca centrale europea, la Commissione, il Consiglio dell’Unione europea, il Parlamento europeo.
La Corte di Giustizia europea è la guardiana della corretta interpretazione della legge europea, ovvero i Trattati.

L’organismo sovranazionale del quale l’Italia fa parte, denominato Unione Europea, è una Federazione? No, non lo è.

Si tratta di una forma politica mai vista prima e fa parte comunque di quella Governance multi-livello che si è formata in maniera alquanto silenziosa e in prevalenza in contesti economici-finanziari e si è successivamente sviluppata con l’adozione della moneta unica, l’euro.

Si è imposta come un nuovo processo di governo con caratteristiche distinte proprio a livello di politiche sociali.

La differenza intrinseca tra Italia e Unione Europea

Se lo scopo dell’Unione Europea è il mercato e solo quello altamente competitivo ed ha come obiettivo principale quello dei prezzi che ne è di fatto il primo parametro economico questo non è lo scopo della Nostra Repubblica.

Perché?

Lo scopo della Nostra Repubblica è quello del pieno sviluppo della persona umana e la piena partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.

Costituzione Italiana contro Trattato di Maastricht

Art. 1, comma 1 e Art. 4, comma 1 della Costituzione:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Trattato di Maastricht - Gazzetta ufficiale delle Comunità europee 29/7/1992 (N.C 191/6) Art. 3A comma 1:

Ai fini enunciati all’articolo 2, l’azione degli Stati membri e della Comunità comprende, alle condizioni e secondo il ritmo previsti dal presente trattato, l’adozione di una politica economica che è fondata sullo stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, sul mercato interno e sulla definizione di obiettivi comuni, condotta conformemente al principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza.

Come si vede, mettendo a confronto i due modelli economici, mentre la Costituzione tutela il cittadino il Trattato di Maastricht tutela invece i profitti.
Al riguardo l’art.139 della Costituzione afferma che “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.

Di fatto, operando sui significati del primo comma dell’art.1 e sul primo comma dell’art.4 si avviano reali processi per modificare la forma repubblicana perché si opera sui principi della Costituzione sui quali si fonda la Repubblica.

Italia, Europa e la cessione di sovranità

Ci si chiede come può una Repubblica inserirsi in un contesto politico sovranazionale che di repubblicano non ha nulla e come i recenti Governi italiani abbiano potuto costringere il Parlamento a votare favorevolmente per cessioni di sovranità.

Al riguardo lo studio n°469/2008 effettuato dalla Commissione di Venezia e commissionato dal Consiglio d’Europa su come modificare le Costituzioni è preoccupante.

Con la riforma costituzionale Renzi-Boschi abolendo di fatto il bicameralismo paritario con il combinato disposto dell’Italicum si assegna alla Camera un potere assoluto che con il premio di maggioranza fa del governo un esecutivo senza contro poteri di bilanciamento.

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