La Federal Reserve non aumenterà i tassi di interesse negli Stati Uniti a Dicembre, troppi rischi in arrivo. Ecco perché dovremo aspettare il 2016.
Fino alla prima metà di settembre, sembrava una scommessa sicura: la Federal Reserve avrebbe alzato i tassi di interesse entro la fine dell’anno. Ma oggi la penso diversamente. Ora, dopo la conclusione di ieri della riunione della Fed, ho qualche dubbio che la banca centrale degli Stati Uniti possa iniziare ad aumentare i tassi di interesse prima dell’inizio del prossimo anno - dai minimi da record mantenuti dal 2008.
Cosa mi ha fatto cambiare idea?
Fed: nessun rialzo dei tassi a Dicembre. Dati macro deboli
In primo luogo il rallentamento economico a livello mondiale, guidato dalla Cina, che porta una serie di conseguenze di grande portata: la crescita del mercato del lavoro USA sta rallentando, salari e inflazione sono sottotono, la spesa dei consumatori è debole, la vendita di case si sta appianando. Gli investitori sono nervosi, e il settore manifatturiero sta soffrendo a causa del dollaro USA forte, che ha reso i prodotti made in USA più costosi per l’estero.
E’ ormai noto come il dollaro forte abbia colpito i profitti del terzo trimestre delle grandi società industriali statunitensi.
I dati economici si sono indeboliti e la Fed è ben lontana dal raggiungere il suo target sull’inflazione se si guardano i risultati dell’indice dei prezzi alla produzione (PPI) pubblicati lo scorso 30 settembre (-4.1% a/a).
Indice dei prezzi alla produzione USA Index 2000-2015
Cina ed emergenti pesano sulla decisione della Fed
Anche i dati del PIL non sono incoraggianti: oggi, il Bureau of Economy Analysis ha rilasciato i numeri preliminari del terzo trimestre e il PIL USA è crescito dell’1,5% anno su anno contro le aspettative a +1,6%.
Credo che il rischio più grande al momento sia il rallentamento in Cina e negli altri mercati emergenti e il relativo impatto sull’economia degli Stati Uniti.
Gli effetti reali sull’economia statunitense devono ancora arrivare, ma lo faranno a breve.
Rialzo dei tassi a Dicembre? Dollaro USA troppo forte
Sicuramente, un rialzo dei tassi durante la riunione della Federal Reserve di Dicembre è ancora possibile, ma questo potrebbe avere degli effetti negativi sul cambio euro-dollaro da parte degli esportatori statunitensi.
L’euro è sceso ai minimi di due mesi contro il dollaro usa in conclusione della sessione di mercoledì, colpendo quota 1.0898, dopo che la Fed ha aperto le porte alla possibilità di rialzare i tassi di interesse durante l’incontro di dicembre.
Leggi anche: Forex, EUR/USD: il dollaro resterà debole nonostante la FED. Ecco perché
Una valuta più deboli potrebbe essere un aiuto per l’Eurozona afflitta dal calo di domanda per i prodotti interni e dalla bassa inflazione.
A quando il rialzo dei tassi della Federal Reserve?
Per mesi, i responsabili della politica monetaria USA sono sembrati generalmente fiduciosi che l’economia stesse migliorando in modo costante negli Stati Uniti, nonostante un rallentamento economico globale, ritenendo che presto gli USA non avrebbero più avuto bisogno del sostegno dei tassi estremamente bassi.
La Fed aveva tagliato il suo tasso di riferimento portandolo vicino allo zero durante la Grande Recessione per incoraggiare l’indebitamento e la spesa, per poi iniziare un QE per sostenere la spesa dei consumatori.
Da quel momento i posti di lavoro erano aumentati drasticamente, i consumatori spendevano e il mercato immobiliare era in netta ripresa. Con l’inizio del 2015, la metà dell’anno sembrava sembrava un momento in cui probabilmente la Fed avrebbe rialzato i tassi di interesse dopo quasi 10 anni.
Ma dopo il rallentamento della crescita dovuto ad un inverno molto rigido, a Marzo il consensus vede un possibile rialzo dei tassi nel mese di Settembre.
Successivamente, ad Agosto la Cina ha annunciato una svalutazione a sorpresa dello yuan, il che ha colpito il mercato e aumentato le paure che la seconda economia più grande del mondo fosse più debole di quanto immaginato, e che potesse far deragliare la crescita negli Stati Uniti.
L’incertezza era troppo alta, l’indicatore VIX è salito al 40% il 24 agosto e i membri della Fed hanno deciso di non alzare i tassi nel mese di settembre.
Da allora, la prospettiva si è oscurata ulteriormente con un rallentamento delle nuove assunzioni, delle vendite al dettaglio della produzione industriale e con la pausa nella ripresa nel mercato immobiliare.
Decisione sui tassi: il ruolo dell’inflazione
Non ho alcun dubbio sul fatto che ora l’inflazione sia l’ostacolo più grande al rialzo dei tassi della FED.
La Federal Reserve ha raggiunto sostanzialmente soltanto uno dei suoi mandati - aumentare l’occupazione - con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il livello più basso di sette anni al 5,1 per cento.
Ma è molto lontana dal suo altro mandato - la stabilizzazione dei prezzi.
Il target sull’inflazione della Fed è del 2 per cento (molto vicino a quello della BCE); ogni risultato sotto all’obiettivo dovrebbe segnalare una segnale di debolezza economica. Eppure l’indicatore utilizzato dalla Fed è al di sotto del 2 per cento da tre anni e recentemente ha rallentato ancora, mostrando gli effetti del crollo del prezzo del petrolio e del dollaro più forte, che influisce sui prezzi all’importazione.
La Fed ha riferito che inizierà ad aumentare i tassi una volta che sarà «abbastanza fiduciosa» che inflazione torni al 2 per cento entro due o tre anni. La Yellen ha detto che la fiducia della Fed aumenterà con il rafforzamento del mercato del lavoro, che contribuirebbe all’aumento della retribuzione dei lavoratori.
Ma questo mese, due dei membri del Consiglio della Fed - Lael Brainard e Daniel Tarullo - hanno messo in discussione il legame tra il calo della disoccupazione e l’aumento dell’inflazione. Entrambi hanno espresso dubbi sul fatto che i tempi siano giusti per un rialzo dei tassi nel 2015, perché si può avere una bassa disoccupazione insieme ad una bassa inflazione contemporaneamente. E’ questa l’insolita situazione negli USA ora.
Inoltre, la riunione di questa settimana della Fed arriva proprio quando le altre principali banche centrali - dall’Europa alla Cina e al Giappone - sono in procinto di continuare a seguire le proprie politiche di allentamento.
In un contesto simile, un rialzo dei tassi Fed aumenterebbe il valore del dollaro e quindi inciderebbe sugli esportatori di prodotti agricoli e beni manifatturieri, rendendo i beni più costosi all’estero. Aumentando i tassi di interesse, Fed agirebbe come un elefante in un negozio di porcellane.
E non aiuterebbe l’economia degli Stati Uniti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti