Nelle ultime settimane abbiamo potuto osservare un’insolita correlazione positiva tra l’oro e l’indice S&P 500. Essendo una delle correlazioni inverse più solide nel mercato siamo andati ad analizzare le serie storiche delle due asset class negli ultimi 18 anni. Ecco i risultati
Nelle ultime settimane, e in special modo durante la seduta di ieri, abbiamo potuto osservare un’insolita correlazione positiva tra le performance dell’oro e dell’indice S&P 500, e più in generale delle Borse internazionali.
L’attuale contesto di mercato vede i listini azionari messi sotto pressione dalle bagarre commerciali in corso fra Stati Uniti e resto del mondo, con la Cina in testa. In questo quadro ieri il termometro della volatilità negli States, l’indice VIX, è salito del 25% a 17,3 punti, massimi dall’aprile scorso. In un contesto normale ci saremmo aspettati un’impennata nei prezzi dell’oro, che invece ha chiuso la seduta in rosso e quest’oggi ha aggiornato un nuovo minimo dal dicembre dello scorso anno.
L’andamento di oro e S&P 500 negli ultimi anni; fonte: Bloomberg
Il caso di studio
Essendo quella fra oro e S&P 500 una delle correlazioni inverse più solide e conosciute nel mercato siamo andati ad osservare il comportamento delle serie storiche relative alle performance di entrambe le asset class negli ultimi 18 anni (dal 2000 ad oggi).
Per questo studio abbiamo considerato come “correlazione inversa valida” ogni seduta conclusa con un segno opposto nei due mercati (essendo una correlazione negativa, se sale S&P500 solitamente il prezzo del bene rifugio per eccellenza cala). Nella tabella che segue i risultati dell’analisi.
I risultati dell’analisi sulla correlazione fra oro e S&P 500; elaborazione: Ufficio Studi Money.it
Ciascuna tabella sintetizza i risultati di un singolo anno e all’interno di ognuna la prima riga (CASI TOT) esprime il totale di casi presi in esame durante l’anno, ovvero il numero di osservazioni. La seconda riga (CORRELAZIONE NON R) indica i casi in cui la correlazione inversa non è stata rispettata mentre la riga CORRELAZIONE R indica le volte in cui è stata rispettata la correlazione “ortodossa”, ovvero quella inversa. Per praticità e facilità di lettura a lato sono state inserite le percentuali relative a ciascun dato di ogni anno. La prima tabellina in alto a sinistra, infine, sintetizza tutti i dati raccolti (DATI OVERALL).
Considerazioni
I risultati che abbiamo ottenuto sono molto interessanti: in 13 dei 18 anni analizzati, le chiusure dei due mercati considerati sono risultati di segno opposto: possiamo quindi affermare che la correlazione esiste ed è oggettiva.
Altra considerazione che si può fare è che, se nell’83,3% dei casi la correlazione è rispettata durante l’anno, ci sono buone possibilità che durante quest’anno le quotazioni del metallo giallo e dell’indice americano si riallineino e comincino ad andare verso direzioni opposte dato che, ad oggi, i due mercati sono stati correlati inversamente solamente il 47% delle volte.
Si può anche notare che gli anni in cui la correlazione inversa è “saltata” (2006, 2007, 2009, 2010, 2011 e 2012) sono gli anni precedenti ed immediatamente successivi alla crisi dei mutui subrime.
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