La lira turca potrebbe pagare il prezzo dell’arrivo dei tassi reali negativi ad opera della banca centrale. Ciò non rende più conveniente investire.
La lira turca potrebbe trovarsi di fronte a una nuova fase di debolezza dopo che la banca centrale ha abbassato i tassi di interesse al di sotto del tasso di inflazione annuale.
L’agenzia di rating Moody’s lunedì ha avvisato che i tassi di interesse reali negativi in Turchia rendono gli investimenti in lira turca meno interessanti rispetto ad altri mercati emergenti in cui i tassi reali sono positivi.
I tagli sui tassi «influenzeranno probabilmente anche la credibilità della banca centrale, il che rischia di influire negativamente sulla fiducia degli investitori», ha affermato Moody’s in un report.
Lira turca non conviene più, colpa dei tassi negativi
La banca centrale turca ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di oltre la metà, dal 24% di luglio all’11,25% di questo gennaio, quando il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha licenziato e sostituito il governatore della banca colpevole di non essere riuscito a sostenere le politiche di crescita economica del suo governo. Nel frattempo, l’inflazione annuale dei prezzi al consumo in Turchia è salita all’11,8% a dicembre, dal 10,6% del mese precedente.
La rapida riduzione dei tassi di interesse a seguito della decisione di Erdoğan di luglio non fa che aumentare le preoccupazioni del mercato per l’erosione dell’indipendenza della politica monetaria in Turchia.
«I tassi di interesse reali negativi espongono le banche turche a episodi occasionali di»risk off«, in cui i tassi di interesse non compensano più i molteplici rischi di investimento in Turchia e nelle sue banche», si legge nel report. «Questo scenario può rendere estremamente difficile l’accesso al mercato dei capitali, come già avvenuto durante la crisi valutaria del 2018».
Cosa aspettarsi dalla svalutazione della lira turca?
La lira turca ha perso il 28% del suo valore nel 2018 a causa della crisi valutaria che si è abbattuta sui mercati finanziari nell’agosto dello stesso anno, innescando una grave recessione economica. L’anno scorso la lira ha perso un ulteriore 12%.
La prossima riunione della commissione politico-monetaria della banca centrale si terrà il 19 febbraio. Alcuni economisti prevedono un ulteriore taglio dei tassi in questa occasione.
Il ministro del Tesoro e delle finanze Berat Albayrak lo scorso lunedì ha dichiarato di voler vedere una «lira più competitiva». I suoi commenti suggeriscono che il governo potrebbe consentire alla valuta di essere scambiata a livelli ancora più deboli al fine di stimolare le esportazioni, un motore principale della crescita economica del Paese. Le banche statali hanno contribuito a sostenere la valuta negli ultimi mesi.
Le esportazioni dalla Turchia, ad oggi, non riescono a tenere il passo con l’aumento delle importazioni, rendendo più concreto lo spettro di un allargamento del deficit commerciale della Turchia, che ha raggiunto il 6,5% del PIL poco prima che la crisi valutaria iniziasse.
Ancora lo scorso lunedì Albayrak ha affermato che la banca centrale dovrebbe rivedere i requisiti di riserva delle banche al fine di incoraggiare i prestiti a specifiche aree dell’economia. I responsabili della politica monetaria hanno iniziato a compiere delle operazioni non molto ortodosse alla fine dello scorso anno, premiando le banche che hanno aumentato il volume dei prestiti con minori requisiti di riserva, punendo dunque chi non l’aveva fatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA