Franco Di Mare, direttore di Rai 3, è stato ascoltato dalla commissione Vigilanza Rai per il caso della presunta censura a Fedez. Ecco la sua verità.
La polemica Fedez si snoda verso un duplice orizzonte: da un lato l’attacco alla politica, dall’altro la controversia con la Rai. A tal proposito, Franco di Mare (direttore di Rai 3) dichiara che c’è stata manipolazione da parte dell’artista, il quale da parte sua di difende.
Per quanto riguarda l’aspetto politico della questione, dopo l’intervento di Fedez durante il Concertone del 1° maggio e il suo attacco alla Lega sul Ddl Zan, Matteo Salvini ha invitato il cantante a viale Mazzini per un caffè e chiarire la situazione.
Per la controversia con la Rai, invece, la questione si complica. Se dal canto suo, Fedez continua ad affermare di aver ricevuto pressioni da parte dell’emittente televisiva in merito al suo intervento durante il Concertone del 1° maggio, la vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani, replica aspramente: “Nel filmato della telefonata pubblicato online dal cantante milanese sono stati operati dei tagli”.
Interviene anche il direttore di Rai 3 Franco di Mare con un intervento in commissione Vigilanza Rai sul caso Fedez e, in particolare, sulle accuse di censura rivolte dall’artista all’emittente.
Tra dubbi e accuse, al di là dell’intento politico, il caso Fedez apre comunque un vaso di Pandora non indifferente: si tratta di una polemica basata sulla manipolazione di fatti realmente accaduti, con l’intento di dimostrare una censura che sembrerebbe non esserci mai stata. Gli antichi dicevano che “in medio stat virtus” (la virtù è nel mezzo). Infatti, la smentita della Rai è arrivata pressoché subito.
La replica della Rai e Franco di Mare: le dichiarazioni
“La Rai è stata crocefissa e condannata prima ancora che Fedez salisse sul palco” ha dichiarato Franco di Mare, direttore di Rai 3.
Rai 3 dichiara, d’altra parte, di non aver mai chiesto in via preventiva alcun testo agli artisti che si esibivano al Concertone del 1° maggio. Tale richiesta sarebbe stata avanzata invece dalla società che si occupava di organizzare il concerto, la ICompany.
La Rai, perciò, non avrebbe chiesto testi né operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista. Questo è quanto asserisce Franco di Mare, il direttore di Rai 3 intervenuto a difesa dell’emittente che rappresenta.
La Rai, quindi, dichiara di non aver chiesto il testo di Fedez e che ne era totalmente all’oscuro. In più, è stato fatto notare che l’intervento relativo alla vicedirettrice di Rai 3, Ilaria Capitani, che Fedez ha pubblicato sul suo profilo Twitter, non corrisponde in toto a quanto riportato: sono stati operati dei tagli dall’artista.
Franco di Mare, in qualità di direttore dell’emittente televisiva parla di “imbroglio e macchinazione” e dichiara:
Un complotto di Fedez? Non so, non sono complottista. Forse c’è stato un calcolo dell’artista per ottenere più like, visualizzazioni e consensi.
Sulla questione è intervenuta poi anche la Lega con l’intervento del capogruppo in Vigilanza Rai, Massimiliano Capitanio:
Abbiamo avuto ragione su tutta la linea e apprezziamo che, dopo l’inziale timore, la Rai ha avuto il coraggio di chiamare l’operazione di Fedez per quello che è stato: un imbroglio. Non vengono meno le responsabilità di viale Mazzini per questo pasticcio, ora almeno proceda con le dovute azioni legali per recuperare credibilità e mettere un nome e un cognome sulle responsabilità di quanto accaduto.
Fedez al Concertone: la manipolazione dei fatti
Franco di Mare ha dunque respinto ogni accusa di censura da parte dell’artista milanese Fedez, definendo le accuse a dir poco infamanti.
In aggiunta ai tagli effettuati alla telefonata, Fedez non avrebbe avuto alcun diritto a pubblicare il video della telefonata avvenuta sui social per questioni di privacy. Se da un lato, infatti, il codice della privacy consente la registrazione di una telefonata (anche se la registrazione avviene all’insaputa dell’altra persona), dall’altro lato questa non può essere resa pubblica, tantomeno online.
Pubblicare la telefonata online su internet o sui social network, a meno che non si modifichi il suono in modo da tutelare la privacy dell’interessato (ovvero di colui che, parlando al telefono, è inconsapevole dell’avvenuta registrazione), è severamente proibito.
Pertanto, non solo il cantante milanese ha violato il codice sulla privacy, ma è anche (e soprattutto) accusabile di dichiarazioni false da parte di Ilaria Capitani e di Rai 3 e dal direttore Franco di Mare.
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