Le auto elettriche sono una «scelta politica». Lo afferma il CEO di Stellantis Carlos Tavares

Gabriele Stentella

21 Gennaio 2022 - 17:07

Il numero uno di Stellantis pensa che le auto elettriche sono il frutto di scelte politiche che rischiano di avere effetti negativi sul ceto medio. Ecco il suo parere.

Le auto elettriche sono una «scelta politica». Lo afferma il CEO di Stellantis Carlos Tavares

Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’amministratore delegato del gruppo automobilistico Stellantis Carlos Tavares ha sottolineato gli svantaggi dell’elettrificazione. Il costante aumento dell’offerta di veicoli elettrici da parte dell’industria potrebbe limitare le possibilità di acquisto di nuove autovetture da parte del ceto medio, dato che le automobili e i furgoni ad alimentazione elettrica presentano costi non accessibili a tutti, questo il suo parere.

Il manager portoghese sostiene, inoltre, che la produzione di veicoli elettrici sia influenzata maggiormente da decisioni di natura politica, piuttosto che da reali esigenze del settore di riferimento. Le parole di Tavarez offrono un interessante spunto di riflessione su un tema, quello della mobilità sostenibile, che presenta ancora alcune zone d’ombra.

Auto elettriche, politica e consumatori: il parere di Carlos Tavares

Come anticipato, l’amministratore delegato di Stellantis Carlo Tavares non ha nascosto le sue preoccupazioni riguardo gli effetti sociali ed economici dell’elettrificazione, e per farlo ha scelto un evento ben preciso: il primo anniversario dalla fondazione della sua compagnia, nata in seguito alla fusione tra PSA e Fiat Chrysler Automobiles.

Si è soffermato, in particolare, sulla possibilità dell’industria automobilistica di optare per soluzioni più economiche e rapide per abbattere le emissioni nocive; eppure determinate scelte di natura politiche hanno spostato il focus sulla mobilità elettrica. Ovviamente è intenzione di Stellantis adeguarsi a tutte le leggi disposte in materia, e l’amministratore delegato ha precisato che la compagnia da lui guidata si guadagnerà un posto tra i maggiori player del settore.

Rimane però un’altra importante criticità legata alla mobilità elettrica: gli alti costi di produzione dei veicoli, che si riflettono maggiormente sulle scelte dei consumatori dei ceti medi. Per non privarsi di una vasta platea di clienti, le aziende automobilistiche dovrebbero fornire una maggiore gamma di veicoli ibridi, i quali presentano bassi livelli di emissioni di CO2 a fronte di un prezzo medio molto contenuto per i consumatori a reddito medio o medio-basso.

“Alla fine, è meglio accettare auto ibride termiche molto efficienti in modo che rimangano accessibili e forniscano un beneficio immediato in termini di CO2, o è necessario avere veicoli al 100% elettrici che le classi medie non potranno permettersi, chiedendo intanto ai governi di continuare ad aumentare i loro deficit di bilancio per fornire incentivi? Questo è un dibattito sociale che mi piacerebbe avere, ma per ora non lo vedo”

Questo è stato il commento di Carlos Tavares, e in aggiunta, il numero uno della casa automobilistica ha auspicato il mantenimento degli incentivi sull’acquisto di auto elettriche almeno fino al 2025.

Le strategie di Stellantis sul fronte dell’elettrico

Durante l’intervista, il CEO di Stellantis ha anche colto l’occasione per rispondere ad alcuni quesiti relativi alle strategie della sua azienda per il 2022. In primo luogo, Tavares ha chiarito che non è interesse di Stellantis chiudere i suoi impianti produttivi in Europa, anche se il futuro di molti stabilimenti resta legato alle politiche europee in tema di decarbonizzazione e ai loro effetti sul mercato delle automobili. Il manager ha anche fornito dettagli sui paesi UE nei quali la casa automobilistica intende iniziare a produrre batterie elettriche per veicoli:

“Al momento, di deciso c’è una gigafactory in Francia, un’altra in Germania e stiamo negoziando con il governo italiano, su Termoli, ma non abbiamo ancora concluso.”

Sul tema dei microchip, Tavares ha sottolineato che i dispositivi di questo tipo continueranno a scarseggiare anche nei primi trimestri del 2022, ma la situazione dovrebbe stabilizzarsi a partire dai mesi estivi. A chi ha chiesto una stima circa il calo di vendite globali del suo gruppo, il CEO lusitano ha replicato così:

“L’impatto sui volumi di produzione dell’industria automobilistica globale è del 15-20%. Davvero tanto. Dobbiamo rivedere il nostro modello di business e pensare di ottimizzare la parte ingegneristica, per metterci al riparo da problemi simili in futuro.”

In conclusione, l’imprenditore è tornato sul tema degli alti costi di produzione riscontrati negli stabilimenti italiani, che in determinati casi erano raddoppiati in confronto a quelli registrati in altri paesi UE. Il miglioramento dei processi organizzativi può facilitare l’abbattimento di alcuni costi, sebbene i prezzi dell’energia in Italia rappresentino ancora un problema.

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