Le famiglie italiane preferiscono risparmiare invece che spendere: ecco i dati di Unimpresa sulla ricchezza finanziaria degli italiani (aumentata rispetto al 2016)
Nel 2017 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è aumentata del 4% rispetto all’anno recedente raggiungendo un ammontare complessivo di quasi 4.300 miliardi di euro.
In particolare, secondo i dati di Unimpresa, crescono la liquidità disponibile e gli investimenti a Piazza Affari, soprattutto quelli relativi ai titoli azionari e ai fondi comuni.
Aumenta la liquidità delle famiglie in Italia
Secondo la ricerca “La ricchezza delle famiglie italiane negli ultimi 12 mesi”, elaborata dal Centro studi di Unimpresa su dati della Banca d’Italia aggiornati al terzo trimestre dello scorso anno, la ricchezza delle famiglie in Italia ha raggiunto quota 4.290,5 miliardi registrando, rispetto al 2016 (4.116,9 miliardi), un aumento di 173,5 miliardi, che si traduce in un +4,22%: parliamo di un ritmo di crescita di 14,4 miliardi al mese.
Nel periodo di riferimento, dunque, è aumentata la liquidità disponibile: l’ammontare complessivo dei conti correnti e le riserve in contanti sono passati da 827,7 miliardi a 883,7 miliardi registrando un incremento del 6.77% pari a 55,9 miliardi.
Crescono gli investimenti finanziari
Sul fronte di Piazza Affari, le famiglie italiane hanno aumentato gli investimenti finanziari prediligendo soprattutto i titoli azionari e fondi comuni: entrambi hanno registrato un incremento intorno 9% con i primi che sfiorano i 1.000 miliardi (87,4 miliardi in più rispetto all’anno precedente) e i secondi che hanno superato i 500 miliardi (42 miliardi in sul 2016).
Particolarmente trascurate, invece, le obbligazioni che hanno fatto segnare un crollo del 14,61% pari a 56,07 miliardi in meno, portando il saldo finale a 327,8 miliardi.
Leggera flessione anche per i depositi, che complessivamente sono calati di circa 15 miliardi (da 471,3 miliardi a 456,3 miliardi) segnando -3,18%.
Crescono, infine, anche le riserve assicurative che passano da 938,6 miliardi a 993,9 miliardi con un +5,89%, i crediti finanziari che segnando un +3,72% aumentano di 519 milioni e salgono da 13,9 miliardi a 14,4 miliardi e gli altri crediti commerciali cresciuti da 102,9 miliardi a 105,5 miliardi (+2,56%).
L’ombra di una tassa patrimoniale
L’entusiasmo per i dati pubblicati da Unimpresa, che ci consegnano un ritratto delle famiglie italiane più propense al risparmio che all’acquisto, è smorzato però da una sola preoccupazione, come sottolineato dalla vicepresidente dell’associazione Maria Concetta Cammarata:
“Con i conti dello Stato ancora poco al sicuro e il debito pubblico in crescita costante, prima o poi potrebbe essere presa in considerazione l’idea di una pericolosa tassa patrimoniale.
I salvadanai delle famiglie sono sempre più pieni, perché si preferisce risparmiare e investire nella finanza: meglio accumulare che spendere sembra la regola d’oro seguita dagli italiani nell’ultimo periodo, un atteggiamento che contribuisce a fiaccare la ripresa. D’altra parte, gli ultimi anni sono stati complessi e si creano delle riserve per far fronte a emergenze o per pagare tasse a sorpresa”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA