Pensioni, Lega soddisfatta della Quota 102 inserita nella legge di Bilancio: le barricate annunciate non ci sono state, Salvini ottiene una misura minima che interesserà circa 10.000 lavoratori.
“Se PD e M5S vogliono tornare alla legge Fornero, la Lega farà le barricate dentro e fuori dal Parlamento, perché con il lavoro e con la vita non si scherza”. Musica e parole di Matteo Salvini, datate 19 settembre 2021 in occasione di una visita a Pordenone.
Peccato che negli ultimi giorni le posizioni del Carroccio sul delicato tema delle pensioni siano state molto meno rigide, ma almeno ci siamo risparmiati una sceneggiata simile a quella che è andata in scena a fine aprile 2020 quando, per protestare contro le decisioni prese dall’allora governo Conte sul tema della pandemia, i parlamentari della Lega per una notte occuparono Camera e Senato.
Bisogna poi chiarire che è impossibile “tornare alla legge Fornero” visto che questa è sempre stata in vigore e mai abolita: per le pensioni negli ultimi anni sono state previste solo deroghe a tempo al fine di agevolare l’uscita anticipata per determinate categorie.
Partiti con l’idea di difendere a ogni costo Quota 100 che va in scadenza a fine anno, Salvini e i suoi hanno poi cercato di ripiegare in extremis su Quota 41, per poi accontentarsi solo per il 2022 dell’impalpabile Quota 102 che dovrebbe riguardare in totale circa 10.000 lavoratori.
In questo scenario, appare difficile comprendere i toni soddisfatti della Lega visto che sulle pensioni ha ottenuto giusto un contentino da inserire nella legge di Bilancio.
Lega: una Caporetto sulle pensioni
Nella legge di Bilancio pronta ad approdare in Parlamento, il Governo sul tema delle pensioni ha scelto di inserire tre provvedimenti: la proroga di Opzione Donna e dell’Ape Social e l’introduzione per tutto il 2022 di Quota 102. In più ci dovrebbe essere un fondo specifico di 500 milioni per accompagnare alcune categorie all’uscita anticipata dal mondo del lavoro con le regole di Quota 100.
Non si hanno notizie di barricate da parte della Lega, con l’Adnkronos che parla di un Carroccio soddisfatto in quanto “contraria a un ritorno alla legge Fornero”, forse dimenticando che la riforma delle pensioni varata dal governo Monti nel 2011 non è mai stata abolita ma solo in parte derogata con misure sperimentali.
Matteo Salvini può comunque agitare la bandiera di Quota 102, misura che sarà in vigore per un solo anno e che, stando a uno studio fatto dalla Cgil, potrebbe interessare una platea ridotta e stimata in 10.000 persone.
“Nel 2022 potrebbero accedere a Quota 102 - ha spiegato Ezio Cigna della Cgil intervistato da La Stampa - solo le persone con almeno 64 di età, ossia chi è nato dal 1956 al 1958 e con 38 anni di contributi, non un contributo in più altrimenti avrebbero maturato Quota 100, non un contributo in meno altrimenti non raggiungerebbero il requisito contributivo, essendo Quota 102 una misura della durata di un solo anno”.
Per cercare di salvare il salvabile, ecco che l’ex sottosegretario al MEF Claudio Durigon intervento a Radio Anch’Io ha provato a mescolare le carte in tavola: “Se vincesse il centrodestra alle prossime elezioni, noi faremo Quota 41”.
Una promessa che assomiglia a quella fatta da Matteo Salvini due mesi prima delle elezioni politiche del 2018 “punto primo abolire la legge Fornero”, ma che ormai suona che una sorta di disco rotto.
Per le pensioni la vera partita si dovrebbe giocare il prossimo anno, visto che Mario Draghi ha promesso ai sindacati un tavolo per discutere di una riforma strutturale: le posizioni tra le parti al momento appaiono comunque molto distanti, ma molto dipenderà da cosa succederà a febbraio quando verrà eletto il prossimo Presidente della Repubblica: nel caso di una salita al Colle dell’ex numero uno della BCE, sarebbero probabili delle elezioni anticipate che farebbero naufragare ogni velleità di riforma, ma anche un Governo di transizione potrebbe non avere la forza per rottamare la legge Fornero.
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