«Scenda in strada, si mischi con la gente, respiri la stessa aria e si guardi intorno». La lettera di una cittadina di Roma al nuovo sindaco Roberto Gualteri.
Gentile Redazione di Money.it, mi chiamo Barbara Bellotti e sono una vostra assidua lettrice. Apprezzo moltissimo lo stile e la chiarezza degli articoli che in più di un’occasione sono stati una vera e propria guida che mi ha cavato d’impaccio. Vogliate, quindi, scusarmi se abuso della vostra gentilezza e vi chiedo senza troppi giri di parole di poter pubblicare una mia lettera aperta al neo sindaco Roberto Gualtieri che proprio oggi (ndr il 21 ottobre 2021) è salito in Campidoglio per il passaggio di testimone con chi l’ha preceduto. Lascio al vostro insindacabile giudizio la bontà e l’adeguatezza delle mie parole. Sappiate che sono partorite da un’onesta cittadina che ama profondamente la città di Roma e che ogni giorno ne subisce l’affronto e il rifiuto quasi fosse un’amante che prima seduce e poi allontana la propria spasimante senza pietà. Vi ringrazio in anticipo, quindi, per l’attenzione e per quanto potrete fare.
Caro Sindaco Roberto Gualtieri,
chi Le scrive è una cittadina di Roma e una regolare contribuente. Sono a richiedere la Sua attenzione proprio oggi, 21 ottobre 2021, che segna la Sua ascesa fisica al Campidoglio. Voglio pensare, animata da un innato nonché spesso ingiustificato ottimismo, che il numero 21 possa essere di buon auspicio in quanto data del Natale della nostra città.
Un nuovo inizio, dunque, sul quale mi piacerebbe che Lei, nuovo Sindaco di Roma, non perdesse mai l’attenzione perché Le assicuro che io, personalmente, non lo farò. Le confesso che questo messaggio lo avrei indirizzato anche ai suoi avversari se avessero vinto le elezioni. Non ne faccio una questione di colori politici, mi permetta di dirLe che i confini di destra, sinistra e centro si sono persi già da svariato tempo e anche su questo forse sarebbe il caso di riflettere. Mi arrogo anche a buon diritto la presunzione d’interpretare un comune sentire che denuncia tanta stanchezza ma Lei - come chiunque altro reduce da una vittoria - ha detto che è carico, no? Ecco, mantenga questa forza perché il compito che l’aspetta è veramente arduo. Eredita una città totalmente sventrata e deturpata, violentata nel suo intimo e nella sua grandezza storica e non mi riferisco solo al suo ultimo predecessore ma ad anni e anni di mal costume e di pessima gestione che hanno ridotto la Capitale d’Italia a una cloaca a cielo aperto, con licenza parlando. Come dimenticare l’obbligo delle catene di Alemanno e, per par condicio, i piani regolatori di Veltroni che hanno regalato tanti quartieri nuovi (tra cui quello in cui vivo) edificati senza servizi!
Roma caput mundi è solo un’espressione storica e non è il pensiero di una nostalgica e amante della latinità; è un dato di fatto di chi ogni giorno si alza all’alba, è costretta a prendere la macchina per andare al lavoro (e sono tra le persone fortunate, badi bene), fare lo slalom tra le buche per non foraggiare settimanalmente i gommisti e ritrovarsi a fare il medesimo tran tran la sera. Questo è solo un piccolo tassello delle inefficienze che quotidianamente subisco ingiustamente dalla mia città. Mi piacerebbe poterLe dire che le mie abitudini siano dettate da pigrizia e da una naturale riottosità verso i mezzi pubblici, ma ahimè non è così. Le giuro che ci ho provato ma devo dire che la situazione trasporti è davvero vergognosa oltre ogni limite e umana sopportazione. Le faccio un breve elenco laddove Lei non si sia mai trovato in una situazione del genere. Se così non fosse, La invito a farlo perché, vede, Sindaco, non si può governare una città se non si conosce e non si scende mai dagli alti scranni:
- mezzi insufficienti;
- orari non rispettati;
- corse saltate;
- capienze simili a carri bestiame che, a confronto, assomigliano alle cabine dell’Orient Express.
Avendo viaggiato un po’ - mai quanto avrei voluto - posso dire con cognizione di causa che trasporti pubblici, taxi e polizia costituiscono il biglietto da visita di una città e su questo la Capitale d’Italia fa una figura davvero pessima. Mi ringrazi, perché Le sto dando già un ottimo spunto su cui lavorare, ma questa sera mi sento particolarmente generosa e Le voglio segnalare la sporcizia e la totale incuria in cui versano le vie e i parchi. Sicuramente c’è molta strada da fare circa il senso civico dei romani ma Le svelo un segreto: se le persone si trovano a vivere in un posto ordinato e pulito, tendono a preservarlo e a comportarsi di conseguenza. Ci pensi. Non vorrei essere pedante ma gli innumerevoli cantieri aperti della Città nonché cassonetti trasbordanti immondizia - miasmi e olezzi non proprio piacevoli - rendono davvero poco invitante e allettante questa Città che dovrebbe accogliere turisti e talenti. Pensare che potremmo vivere solo di questo. Scenda in strada, si mischi con la gente, respiri la stessa aria e si guardi intorno: si renderà conto che spesso non è un belvedere, che l’aria è irrespirabile e pesante; per quanto la bellezza di Roma faccia dimenticare le sue mancanze, oggi non basta più. Si guardi intorno, è piena di microcriminalità per non per parlare degli avamposti storici dove le infiltrazioni mafiose regnano indisturbate.
Caro Sindaco Gualtieri, la aspetta davvero un gran bel lavoro per rimettere in piedi Roma. Roma è stanca, ha bisogno di rinascere e bene. Roma non si accontenta più. Io non mi accontento più. Si ricordi che le aspettative da parte della cittadinanza sono altissime e che Lei dovrà rendere conto del Suo operato a me e a chi, come la sottoscritta, paga le tasse e contribuisce allo stipendio Suo e della giunta che la affiancherà. Sappia che non La perderò d’occhio e che tra cinque anni tornerò da Lei. Mi auguro che saranno i fatti a parlare e che nei prossimi 60 mesi vi siano poche, se non nulle, parole scritte o suonate al vento. La ringrazio per l’attenzione e Le auguro buon lavoro.
Barbara Bellotti, cittadina di Roma
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