Luigi Gallo, presidente Commissione Cultura, Istruzione e Scienze della Camera dei Deputati: “Se ci sarà la possibilità miglioreremo il testo del decreto. Prepariamoci ad un nuovo modello di scuola: mix tra didattica a distanza e presenza in aula”.
Scuola: dal nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri alla didattica a distanza, ma anche mancato aggiornamento delle Graduatorie d’istituto ed organizzazione di cui potrebbero dotarsi le nostre scuole per ripartire nell’a.s. 2020-2021.
Money.it ne ha parlato in un’intervista esclusiva con l’Onorevole Luigi Gallo, presidente delle Commissione Cultura, Istruzione e Scienze della Camera dei Deputati nella XVIII legislatura, nonché autore del libro “Educazione Diffusa - Per salvare il mondo e i bambini” (scritto insieme al professor Paolo Mottana pedagogista dell’Università di Milano Bicocca).
Partiamo dal decreto Scuola, il cui testo è stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ha già avuto modo di farsi un’idea in merito e sui punti su cui si potrebbe intervenire con il passaggio in Parlamento?
È un provvedimento che garantisce a tutti la possibilità di svolgere gli esami di stato e anche di poter procedere in maniera più serena verso le forme di valutazione e di recupero necessari in questa fase di emergenza.
Tutti gli aspetti che si potranno migliorare, naturalmente, saranno migliorati nelle aule parlamentari.
Uno dei punti che sta facendo maggiormente discutere tra gli addetti ai lavori è quello riguardante la possibilità che ci possano essere dei corsi di recupero al rientro in classe. Per molti insegnanti una tale decisione andrebbe a svalutare il lavoro fatto in queste settimane in cui molti si lamentano di aver lavorato per un numero maggiore di ore rispetto a quando si era regolarmente in aula. Ovvio che il recupero sarebbe per gli studenti, ma gli insegnanti sarebbero comunque in prima linea. C’è la possibilità vengano riconosciute delle tutele per questa categoria?
Innanzitutto bisogna ringraziare tutto il personale scolastico che sta facendo un grosso sforzo; un passo di innovazione e di messa in discussione delle proprie attività. In queste settimane hanno dovuto studiare, mettere in campo delle proposte e hanno dovuto lavorare a nuove forme di didattica. Gli è quindi stato chiesto un grande impegno.
Impegno che è stato chiesto anche alle famiglie e agli studenti. A tutti dunque va un importante apprezzamento e riconoscimento.
Anche il personale docente con grande abnegazione, così come tutti gli italiani, sta facendo dei sacrifici importanti in questa fase storica di emergenza, sta portando avanti un servizio essenziale per tutta la comunità italiana.
Dovranno essere previste delle risorse aggiuntive per la scuola proprio per continuare ad affrontare questa emergenza. Così come già si è fatto con i primi 85 milioni distribuiti alle scuole per la didattica a distanza, risorse che sono state destinate anche e soprattutto alle famiglie meno abbienti.
Pensiamo alla scuola nel prossimo anno scolastico, dando per scontato che a settembre si potrà tornare regolarmente in classe nel rispetto delle norme del distaccamento sociale. In quel caso bisognerà riformare la scuola rispetto a come la conosciamo oggi: si è parlato della possibilità di una turnazione, o anche della riduzione del numero di studenti per classe. Secondo lei quale dovrebbe essere la priorità da attuare al fine di garantire la sicurezza al rientro?
Le misure che noi riteniamo sia fondamentale attivare per i prossimi mesi sono un aumento delle risorse per le scuole per incidere proprio sulla capacità di avere gli studenti assembrati all’interno delle aule. Ci dobbiamo preparare ad un nuovo modello di scuola che cerca di mixare le due modalità che sono in atto in questo momento: la presenza fisica e la didattica a distanza.
Questo proprio al fine di garantire un rientro nelle scuole che permetta di evitare il ritorno alle classi affollate di prima, che non fanno bene né alla salute degli studenti e né all’apprendimento di questi ultimi.
Anche in questo caso andranno stanziate delle risorse per diminuire il numero di alunni per classe.
Nel decreto Scuola viene dato ampio spazio al processo di valutazione. Il Ministro Azzolina ha garantito che non ci sarà il “6 politico” per tutti, spiegando che i docenti avranno gli strumenti anche per capire quali studenti eventualmente dovranno recuperare a settembre. State già pensando a quali sarebbero questi strumenti?
In questi giorni ci stanno pensando tutti i collegi scolastici e i consigli di classe che sono operativi, che si riuniscono a distanza, anche se in modo informale. Tutte le scuole stanno stabilendo i criteri di valutazione che in questo momento non possono essere uniformi. Dipendono dalle attività che ogni singola classe sta implementando per i propri studenti.
Già oggi con il decreto «Cura Italia», i docenti hanno la possibilità di trovare formule di valutazione per stabilire se un alunno in questa fase ha fatto un’attività aggiuntiva e di crescita personale, che andranno poi valorizzate anche ai fini della valutazione.
Concludiamo con la vicenda riguardante il mancato aggiornamento delle Graduatorie d’Istituto. Il Ministro ha chiesto scusa a nome del MIUR a tutti i docenti precari; il Parlamento farà altrettanto o ci sono possibilità che ci possa essere qualche cambiamento con la conversione in legge?
Ad oggi è chiaro che c’è un impedimento strutturale
Esattamente come quello che ha vissuto il nostro sistema sanitario quando si è trovato ad affrontare inizialmente questa emergenza.
È chiaro che anche per il nostro comparto scolastico, se ci saranno soluzioni tecniche praticabili ed efficaci, il Parlamento sarà a disposizione per metterle in campo. Niente dunque che possa mettere in difficoltà l’inizio del prossimo anno scolastico e la continuità didattica di cui hanno necessità, oggi ancor più di prima, i 7 milioni di studenti del nostro paese.
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