Luna piena del raccolto: a che ora vederla e perché si chiama così

Martino Grassi

20/09/2021

Attesa per questa sera la luna piena del raccolto, il quarto e ultimo plenilunio dell’estate. Ecco le sue origini, perché si chiama così, quando vederla al meglio e come.

Luna piena del raccolto: a che ora vederla e perché si chiama così

È prevista per questa sera la luna piena del raccolto, il quarto ed ultimo plenilunio dell’estate, che terrà con il naso all’insù gli appassionati di astri e i più romantici. La data da segnare sul calendario è quella di questa sera: la notte tra il 20 e il 21 settembre.

Il nome di questo evento astronomico è da ritrovarsi nella tradizione dei nativi americani che dedicarono il plenilunio in prossimità dell’equinozio d’autunno ai raccolti, dato che la luce della luna permetteva agli agricoltori di lavorare nei campi anche di notte, garantendo così un raccolto più abbondante. Ecco a che ora e come vederla e qual è l’origine del suo nome.

Luna piena del raccolto: come e a che ora vederla

Per vedere la luna piena del raccolto si dovrà attendere il tramonto di oggi, lunedì 20 settembre. Nel corso della notte la luna raggiungerà la fase di pienezza e sarà proprio questo il momento migliore per osservarla, anche a occhio nudo. L’apice sarà raggiunto alle ore 01:55 di martedì 21, tuttavia anche nelle ore precedenti la luna piena sarà in grado di regalare uno spettacolo unico nel suo genere.

In sostanza per godere della luna piena basterà alzare gli occhi al cielo a partire dalle prime ore di buio di oggi e fino alle ore che precederanno l’alba di domani. Come sempre per poter vedere al meglio la brillantezza della luna è consigliabile recarsi in un posto con poca luce, possibilmente lontano dalla città, come la campagna o la spiaggia, e con un po’ di fortuna, oltre alla luna, si potrebbe vedere anche una delle ultime stelle cadenti di settembre.

Perché si chiama così?

Come tipicamente accade per i nomi delle lune piene, l’origine è da ritrovarsi nella tradizione dei nativi americani, che erano soliti utilizzare il calendario lunare al posto di quello gregoriano, ossia quello che utilizziamo al giorno d’oggi. Sebbene fossero presenti molte tribù, quella più grande e maggiormente influente era quella degli algonchini e pare che l’origine della maggior parte dei nomi sia proprio da ritrovare in loro.

In linea generale i nomi delle varie lune erano da ritrovarsi in eventi molto importanti per la vita della comunità e proprio per questo motivo molto spesso sono dedicate ad animali, alla caccia o alla vita nei campi. Quella di settembre è tipicamente legata al raccolto del mais e proprio per questo è stato denominata “luna piena del raccolto”.

Grazie alla luce offerta dal nostro satellite i contadini potevano lavorare nei campi alcune ore in più in modo da poter fare scorta di provviste in vista dell’imminente stagione fredda, all’epoca infatti non erano esisteva ancora la luna artificiale. La luna piena di settembre aveva anche altri nomi in tribu differenti: i Cree la chiamavano luna d’autunno, gli Ojibwe luna delle foglie che cadono, per i Lakota era la luna delle foglie marroni, mentre per gli Assiniboine luna della foglia gialla.

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