Approvato a maggioranza quasi assoluta l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro che dovrebbe risollevare le sorti di MPS; dopo l’approvazione del bilancio Profumo lascia e le maxi aggregazioni diventano sempre più probabili.
Fare cassa, a tutti i costi e il più rapidamente possibile. Sembra essere questo il messaggio netto e incontrovertibile che esce da un conclave durato 11 ore: dopo la cessione della quota di Anima Holding a Poste Italiane, stabilita nei giorni scorsi, l’assemblea dei soci di MPS ha deciso per il maxi aumento di capitale da 3 miliardi di euro che dovrebbe risollevare le disastrate finanze dell’istituto di credito senese.
L’aumento di capitale, proposto dal Consiglio di Amministrazione di MPS a seguito del piano di ricapitalizzazione della banca, concordato con la BCE dopo il fallimento degli stress test dello scorso Ottobre, ha ricevuto il voto favorevole del 97,40% degli azionisti presenti in assemblea, 0,05% dei votanti si sono astenuti mentre il 2,54% ha espresso parere contrario. I soci presenti in assemblea rappresentavano 30,1% del capitale di Monte dei Paschi di Siena.
Aumento del capitale MPS
In base alla delibera messa al voto, approvata intorno alle 17,30 di ieri, il mai aumento di capitale votato ieri sarà di un importo massimo complessivo di 3 mld di euro, dovrà avvenire entro il prossimo 30 Settembre e potrà essere attuato anche in forma scindibile, ovvero in più di una tranche. Rimane in ballo, come prima ipotesi, quella di Maggio mentre una ulteriore data in cui potrebbe avvenire la seconda tranche di acquisti, potrebbe essere fissata dal nuovo CdA.
L’assemblea di ieri che aveva carattere sia straordinario, per quanto riguarda l’operazione di aumento di capitale, sia ordinario ha approvato anche il bilancio 2014 del Monte dei Paschi di Siena: rimane un buco da più di 5 mld di euro che la ricapitalizzazione servirà a tamponare ma non a sanare del tutto, ecco perché altre importanti manovre sembrano sempre più imminenti nel prossimo futuro.
Rinnovo del CdA
Riguardo alla definizione del nuovo Consiglio di Amministrazione, l’assemblea ha espresso parere favorevole per un nuovo CdA allargato a 14 membri. Alla corrente maggioritaria (Fondazione MPS, Fintech e Btg Pactual) spetteranno 7 consiglieri il Presidente Alessandro Profumo, l’Ad Fabrizio Viola, Fiorella Kostoris, Fiorella Bianchi, Christian Whamond, Lucia Calvosa e Roberto Isolani (al quale sarà assegnato il ruolo di unico Vice Presidente); alla lista dell’imprenditore Alessandro Falciai andranno 4 Consiglieri tra cui lo stesso Falciai, Stefania Bariatti, Daniele Bonvicini e Maria Elena Cappello; alla terza lista, presentata da Axa, afferiranno gli ultimi 3 consiglieri: Béatrice Derouvroy Bernard, Antonino Turicchi e Stefania Truzzoli).
L’assemblea di MPS ha preso atto anche delle dimissioni di Alessandro Profumo dalla carica di Presidente, quest’ultimo rimarrà in carica ancora per alcuni mesi, finché l’operazione relativa all’aumento di capitale non sarà conclusa, un tempo utile per valutare altri possibili candidati, come ha spiegato in assemblea il presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Marcello Clarich:
«Non c’è una scadenza ma siccome il presidente Profumo ha annunciato questa decisione dobbiamo trovare delle soluzioni adeguate. Stiamo andando a esplorare alcune soluzioni in perfetto accordo»
Aggregazioni
Altro tema caldo dell’Assemblea di MPS è stato quello dell’aggregazione con un altro istituto di credito più solido che consenta alla banca senese di rafforzare la propria situazione. Quella dell’aggregazione è un’operazione che è stata caldeggiata dalla BCE, nell’ambito del piano di ricapitalizzazione, sebbene i vertici di MPS abbiano chiarito come le difficoltà principali in proposito siano proprio quelle di trovare un partner adeguato. L’Ad Fabrizio Viola ha chiarito in assemblea che
«La raccomandazione della Bce è legata alla tempistica del capital plan non dice se entro una data devi fare l’aggregazione»
L’aggregazione con un altro istituto di credito è, quindi, un’opportunità e non un problema ma un’opportunità che va ponderata nel tempo, dal momento che la BCE preferirebbe
«un’operazione di aggregazione con passi definiti nel tempo. Passato l’aumento di capitale avremo piu’ tempo per questo obiettivo. Per il momento siamo single (...) lo scenario macro non cambierà a breve, e per accelerare nel recupero della remunerazione del capitale, non potendo agire sui volumi l’azione più concreta che possiamo fare è quella di sfruttare opzioni strategiche per migliorare l’efficienza operativa e fare in modo che la banca lavori con costi unitari industriali più bassi del passato»
Derivati
Le richieste della BCE discusse nell’assemblea di MPS non riguardano solo le aggregazioni dal momento c’è un’altra, scottante, questione da risolvere, quella dei derivati.
La Banca Centrale Europea ha chiesto a MPS di chiudere, entro il prossimo 26 Luglio, il derivato Alexandria. Un’operazione che, se dovesse effettivamente prendere corpo, determinerebbe una nuova, pesantissima perdita lorda da 1 mld di euro che andrebbe ad aggravare i già martoriati bilanci del Monte. A tal proposito l’Ad Viola ha spiegato che tale cifra non è da iscrivere in bilancio e che Mps sta ricalcolando la richiesta danni a Nomura sull’operazione, a seguito della sentenza del tribunale di Milano.
Secondo la BCE il contratto firmato con Nomura per il derivato Alexandria rappresenta una minaccia permanente per il bilancio di MPS e va chiuso quanto prima, a meno che non si configurino impedimenti legali per indagini in corso. Certo è però che l’interesse a chiudere la partita con Nomura è solo della BCE, dal momento che, se ciò avvenisse davvero, non solo MPS totalizzerebbe un’ulteriore perdita da 1 mld ma rischierebbe anche di indebolire le operazioni di risarcimento che non sono ancora terminate e che, consentirebbero ancora oggi a MPS di ottenere un rimborso per i danni subiti, stimato intorno ai 700 milioni di euro.
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