Il MES per l’Italia non va bene, l’opinione di Giancarlo Marcotti

Anna Maria Ciardullo

21 Marzo 2020 - 12:40

Paragona il MES a un usuraio Giancarlo Marcotti, ospite di Mondo & Finanza su Money.it. Secondo lui, la richiesta di Conte non è una soluzione plausibile, l’unica via è l’intervento della BCE

Ha fatto molto discutere nelle ultime ore la dichiarazione del Premier Giuseppe Conte, che ha invocato l’intervento del MES come misura straordinaria per fronteggiare la crisi in atto a causa della pandemia dovuta al coronavirus.

Il Meccanismo Europeo di Stabilità, secondo quanto dichiarato da Conte “è stato creato con un diverso tipo di crisi in mente, dunque adesso dovrebbe essere adattato alle nuove circostanze, in modo da poter usare tutta la sua potenza di fuoco”.

Non è affatto d’accordo, però, Giancarlo Marcotti, direttore responsabile di Finanza in Chiaro, che ha commentato l’ipotesi di Conte durante la 22esima puntata di Mondo & Finanza su Money.it.

Il MES per l’Italia è come uno “strozzino”

La lettura di Marcotti, infatti, è totalmente negativa. Egli ha sottolineato che, se per alcuni il MES sia il prestatore di ultima istanza, per altri, rappresenti più una sorta di strozzino. E questo sarebbe il caso dell’Italia.

Secondo Marcotti, l’Italia non dovrebbe per nessun motivo arrivare a quel punto, piuttosto sarebbe più auspicabile l’uscita dall’Unione Europea e soprattutto dall’Eurozona.

“Nessun Paese dovrebbe arrivare a farsi del male come sta facendo l’Italia, e ora l’unica cosa da fare è non rivolgersi al MES, semmai uscire dall’Unione Europea. Se poi la Banca Centrale dice che può intervenire immettendo quantità illimitate di moneta, perché mai dovrebbe intervenire il MES, che in cambio del suo intervento chiederebbe in cambio cose inaccettabili?”.

Il MES, infatti, regolato dalla legislazione internazionale, emette prestiti (concessi a tassi fissi o variabili) per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà e acquista titoli sul mercato primario ma a condizioni molto severe.

“Che ci dia i soldi la BCE – continua Marcotti - ovviamente non distribuendoli solo all’Italia, ma senza destinare la quantità di aiuti stabilendo con il bilancino la proporzione Paese per Paese, piuttosto dando una mano più significativa ai Paesi in maggiore difficoltà. Questa è una scelta che io comunque non condiverei, ma sarebbe certamente un male minore rispetto al MES.”

Perché il MES è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno

Cercando di chiarire le motivazioni per le quali il MES non sia da considerare un’opzione, Marcotti ha spiegato che, i soldi sbloccati dal MES sarebbero comunque presi in prestito dalle banche, e all’Italia verrebbero richieste garanzie assolutamente inaccettabili in cambio di aiuto.

“Semplificando, è come se ci fossero due tipi di MES possibili, uno chiesto da stati che non hanno tutto sommato un bilancio negativo e uno per chi invece affronta una situazione molto critica. Il primo caso, naturalmente, è altamente improbabile, nessuno chiederebbe l’intervento del MES con i conti in ordine. La contraddizione nella richiesta di Conte sta proprio qui: lui sta chiedendo il MES come se l’Italia avesse i conti in ordine, cioè senza dover dare tutte quelle garanzie che il MES richiede”.

Secondo Marcotti, in sostanza, il risultato potrebbe essere che l’Europa risponda semplicemente di no, oppure, se anche rispondesse in modo affermativo, sarebbe un sì mascherato da compromesso, cioè dichiarato per calmare l’opinione pubblica e affermare di aver così “aiutato l’Italia”.

Ma, questo “sì”, nasconderebbe comunque richieste che gli italiani dovrebbero poi subire e soffrire per parecchi anni. Marcotti conclude:

“l’opzione migliore resta fare affidamento sulla BCE, il MES non può che imporre scelte di politica macroeconomica inaccettabili per l’Italia, il MES non è e non deve essere un’opzione”.

La puntata completa di Mondo & Finanza è disponibile qui

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