Gli affari e i guadagni di Massimo Cellino, il vulcanico presidente del Brescia che in passato è stato anche il patron del Cagliari e del Leeds.
Massimo Cellino è uno degli ultimi presidenti di calcio che può essere considerato della “vecchia guardia”. Tra le diverse vicissitudini, spesso molto turbolente, alla fine è dal 1992 quando prese il Cagliari che è nel mondo del pallone.
Famoso per la sua nomea di “mangiallenatori”, prima di acquistare nell’agosto 2017 il Brescia è stato il proprietario del Leeds, storico club inglese da tempo però impantanato in Championship, l’equivalente della nostra Serie B.
Durante questi anni non sono mancate grane giudiziarie, come il suo arresto nel febbraio 2013 per la questione stadio Is Arenas, oltre alle innumerevoli polemiche di cui l’ultima è quella con Mario Balotelli, il grande acquisto della scorsa estate finito ora ai margini della rosa.
Se del Massimo Cellino presidente di calcio sappiamo praticamente quasi tutto, vediamo di scoprire anche il lato imprenditoriale del vulcanico patron del Brescia che durante l’emergenza coronavirus non è stato risparmiato dal COVID, riuscendo però a sconfiggere il virus in poche settimane.
Il Massimo Cellino imprenditore
Nonostante le diverse controversie, nei suoi 22 anni trascorsi alla guida del Cagliari Massimo Cellino è riuscito a mantenere i sardi per 17 volte in Serie A, arrivando nel 1994 anche in semifinale di Coppa Uefa venendo eliminato dall’Inter poi vincitrice del trofeo.
Se in Inghilterra con il Leeds i risultati sono stati al di sotto delle aspettative, a Brescia invece al secondo colpo è riuscito a riportare le Rondinelle nella massima serie, anche se ora il club si trova all’ultimo posto in classifica.
Nel 2014 Cellino ha ceduto il Cagliari all’attuale presidente Giulini per una cifra che, stando a quanto riportato all’epoca dai giornali, si sarebbe aggirata sui 40/45 milioni. Per acquistare il Brescia, tre anni fa invece ha invece sborsato 6,5 milioni.
Ma da dove deriva il patrimonio di Massimo Cellino? Insieme alla sorella fino al 2000 ha amministrato la SEM Molini Sardi, società che fa parte del Gruppo Cellino che è una sorta di cassaforte di famiglia di cui il patron fa parte dal 1988.
Oltre alla SEM, nel gruppo fanno parte altre sette aziende tutte sarde a eccezione della francese TRANSGRAIN FRANCE SA, che si occupa della “selezione e dell’acquisizione dei cereali indispensabili ai cicli produttivi di tutte le Società del Gruppo nonché della commercializzazione di cereali sui mercati internazionali”.
In generale per cercare di riassumere, si può dire che le società del Gruppo Cellino siano tra le più importanti in Italia nel campo della esportazione ed importazione principalmente di frumento.
Il patrimonio
Da tempo in pianta stabile a Miami, in una intervista rilasciata al periodico americano Italian Trade è riportato che quando nel 1988 entrò nel Gruppo Cellino “il Gruppo di Aziende di Famiglia, con fatturato annuo consolidato di circa 400 miliardi delle vecchie lire, tra dipendenti (450 ) e lavoratori dell’indotto (valutabile in circa 1.200) costituiva un’importante fonte di guadagno e di sopravvivenza per un numero considerevole di famiglie sarde”.
“Massimo Cellino porta il Gruppo dai 30 miliardi di fatturato del 1982 agli oltre 1000 miliardi registrati nel 1992” si legge sempre nell’articolo, tanto che “per i successi conseguiti nel campo economico-industriale, nel 1994 ha ricevuto presso l’Università statunitense Columbia University New York N.Y. la Laurea Honoris Causa in Scienze Economiche, della quale è molto fiero”.
In un articolo del dicembre 2015 di Linkoristano, si legge come “la Simec della famiglia Cellino che opera nel commercio di mangimi e granaglie” nel 2013 abbia fatto registrare “ 111 milioni di fatturato ”.
Alle spalle del Massimo Cellino presidente di calcio ci sarebbe quindi la solidità del Gruppo di famiglia, con il pallone che però da anni rappresenta una assoluta passione che gli ha dato anche una grande popolarità.
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