Secondo un gruppo di esperti del mondo della scuola, la Maturità così come è strutturata oggi è inutile e costosa. Ecco perché è necessaria una riforma.
Esami di Maturità: e se venissero aboliti?
“L’esame di Maturità è inutile e costoso, ecco perché è necessaria una riforma”; questo in sostanza è il parere di 4 esperti del mondo della scuola interpellati dall’Ansa riguardo all’utilità della Maturità.
Secondo gli esperti, la Maturità in Italia non è ben strutturata e ci sono circa 5 motivi per cui converrebbe eliminarla dal sistema scolastico. Quindi, a pochi giorni dall’inizio della Maturità 2016 si torna a discutere dell’utilità dell’Esame di Stato e specialmente su quanto sia necessaria una riforma.
Come rilevato dall’indagine di Ansa, non solo la Maturità ogni anno ha dei costi quasi insostenibili per lo Stato, ma è persino inutile per gli studenti. Infatti, come vedremo di seguito, la struttura dell’esame risente ancora di un’impostazione ottocentesca che non è utile per i ragazzi che successivamente andranno all’Università.
Per quale motivo l’esame di Maturità va riformato? Quali sono gli aspetti per cui è considerato “superato” dagli esperti della scuola? Ecco i 5 motivi per cui l’esame di Maturità così come strutturato oggi è inutile.
1) Maturità 2016: quanto costa allo Stato?
Ogni anno le casse statali versano circa 200 milioni di euro per permettere lo svolgimento degli esami di Stato. Su questo aspetto si è concentrato Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, dichiarando che ogni anno solamente per i commissari esterni lo Stato spende circa 150 milioni di euro. Il costo dei presidenti di commissione, invece, è di circa 30 milioni di euro.
Per questo motivo nella Legge di Stabilità 2015 venne inserita una proposta di abolizione dei commissari esterni della Maturità 2016, ma questa misura venne cancellata nelle fasi successive. Ad oggi quindi i costi della Maturità sono quasi insostenibili per lo Stato e questo è uno dei motivi per cui è necessario rivedere l’impostazione generale dell’esame, compresa la composizione delle commissioni.
2) Maturità 2016: che senso ha se tutti vengono promossi?
Ormai da qualche anno la maggior parte degli studenti che vengono ammessi alla Maturità vengono promossi. Nel dettaglio, circa il 99% degli iscritti ottiene il diploma.
L’esame di Maturità quindi sembra aver perso quella caratteristica che lo contraddistingueva negli anni passati quando molti studenti temevano nella bocciatura finale.
In questo scenario si rischia che gli studenti ammessi all’esame, specialmente quelli che non tengono particolarmente al voto finale, non si preparino in maniera approfondita per la Maturità, consci del fatto che difficilmente verranno bocciati.
Secondo Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi, però, “il numero di promossi non dipende certo dalla facilità dell’esame ma da una scrematura preliminare che i docenti fanno, soprattutto negli istituti tecnici e professionali”. La scrematura degli studenti meno meritevoli viene fatta già prima dell’esame, che senso ha quindi fargli sostenere anche la Maturità?
3) Maturità 2016: conflitti nelle commissioni miste
Mario Rusconi si è soffermato anche sulla questione delle commissioni miste, che come abbiamo visto costano allo Stato circa 150 milioni di euro l’anno. Non converrebbe quindi tornare alle commissioni interne? Secondo Rosconi no, perché in questo caso l’esame perderebbe di credibilità.
Anche renderle totalmente esterne potrebbe essere dannoso, perché si “consegnerebbe gli studenti nelle mani di professori che non conoscono lo storico dei candidati”.
Le stesse commissioni miste però non sono la scelta ottimale per l’esame di Maturità, poiché spesso sorgono dei conflitti tra professori interni ed esterni. E come confermato da Rosconi, “a farne le spese sono gli studenti che magari vedono abbassarsi il voto per un capriccio tra professori”.
4) Maturità 2016: il problema del voto finale
Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, si è soffermato sull’imparzialità del voto finale della Maturità, su cui spesso influiscono troppe variabili: indirizzo di studio, composizione della commissione e addirittura la collocazione geografica della scuola.
Infatti, nelle regioni del Sud la media dei voti è più alta rispetto al nord; ad esempio, secondo alcuni dati, in Calabria circa il 9% degli studenti ottiene un 100, mentre in Lombardia solo il 3% riesce a prendere il voto massimo.
Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che i test Invalsi e le rilevazioni Pisa hanno rilevato che la qualità dell’apprendimento è migliore al Nord. Per questo motivo sarà necessario dotare i professori di griglie di valutazione che si basano su dei criteri specifici, così da rendere più oggettiva l’assegnazione del voto finale.
5) Maturità 2016: struttura antiquata
Come se non bastasse, l’impostazione dell’Esame di Stato è ormai sorpassata. Infatti, secondo Rusconi, il tema di italiano così come strutturato oggi non è utile, poiché “sarebbe forse più importante saper fare un buon riassunto di un saggio o di un testo tecnico; nelle università e nel mondo del lavoro la capacità di sintesi è una delle prime abilità richieste”.
Nel colloquio orale, invece, viene data troppa importanza agli aspetti teorici, mentre andrebbe rivisto in una condizione di “laboratorio permanente” in cui lo studente verrebbe valutato anche in alcune prove pratiche, come ad esempio nella sua capacità di saper usare il computer, di documentarsi e di risolvere i problemi concreti.
Inoltre, mancano delle prove che testano gli studenti su quelle capacità fondamentali per poter essere inseriti nel mondo del lavoro, come la capacità di ricerca in Internet e il saper utilizzare i software più diffusi. A tal proposito, Rusconi ha concluso:
“Quello che manca ai nostri ragazzi è la capacità di parlare in pubblico, di saper ascoltare, di lavorare produttivamente in team. Questo è il frutto dell’isolamento che la persona nell’attuale sistema scolastico. Quando, invece, sono questi gli aspetti su cui bisognerebbe insistere di più durante gli anni delle superiori”.
Maturità: quale soluzione per riformarla?
A causa di questi elementi, le Università non si fidano più della Maturità e per questo ormai da qualche anno organizzano dei test d’ingresso per valutare personalmente il grado di preparazione degli studenti.
Secondo Roger Abravanel, editorialista del Corriere della Sera, è necessario quindi sviluppare una misura standard di valutazione che possa permettere di abolire i test universitari. La soluzione potrebbe essere quella di introdurre le Prove Invalsi anche all’esame di Maturità, così da “inserire la meritocrazia nella nostra scuola”.
Non tutti però sono concordi con questa ipotesi, sopratutto gli studenti che da sempre sono contrari al sostenere le Prove Invalsi. Una cosa però è certa, ovvero che la Maturità necessita di una riforma complessiva. Altrimenti, tanto vale abolirla così da far risparmiare molti euro alle casse statali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA