Il gigante del fast food non riesce a rifornirsi di merce sufficiente soddisfare la richiesta. Ordine a tutti i ristoranti: limitarne l’uso.
Nella prima (anzi la seconda, perchè Subway l’ha superata) catena di fast food internazionale scarseggiano cannucce e buste di carta. McDonald’s, 36.889 punti vendita in tutto il mondo, 68 milioni di clienti ogni giorno, 438.000 dipendenti, ricavi di 19,2 miliardi (dato 2020) affronta una “crisi” interna che non è legata a bilanci e stato patrimoniale.
McDonald’s: la crisi riguarda carta e cannucce
A mancare alla società sorta in termini artigianali nel 1940 a San Bernardino, Stati Uniti, sono incredibilmente cannucce e buste di carta. Tanto è vero che dalla sede centrale sono partite direttive a tutti i ristoranti in franchising: il consiglio è di limitare l’uso dei sacchetti di carta e delle cannucce, perché in magazzino non ce ne sono a sufficienza. Per motivi diversi, che vanno spiegati.
Colpa del Covid, naturalmente
In principio fu il Covid a far lievitare l’uso delle buste di carta, specie con il lancio (il rilancio, pardon) del drive thru, il servizio da asporto fornito da un’azienda che consente ai clienti di acquistare prodotti senza lasciare l’auto. Il drive thru venne introdotto negli Stati Uniti negli anni ’30 da Jordan Martin, ma da allora si è diffuso in altri Paesi.
E naturalmente, in tempi di pandemia da Covid, ha avuto il suo momento di gloria.
Con l’aumento del fatturato nei primi tre mesi dell’anno (7,5%), la richiesta di cibo d’asporto (dunque attraverso i sacchetti di carta tipici dell’azienda americana) è aumentato in maniera inattesa e sproporzionata rispetto alle disponibilità.
Dall’azienda fanno sapere che la crisi da carta e cannucce non peserà sui clienti e in ogni caso i vertici del colosso americano seguiranno l’evoluzione del problema in maniera rigorosa e fino alla fine dell’anno.
Le cannucce mancano, il fornitore non ha colpa
Per quanto riguarda le cannucce da bibita, il problema non sta nella marcata diffusione del cibo da asporto causa Covid, ma nel fornitore ufficiale della catena di fast food che a causa di carenza di manodopera, d’interruzioni ferroviarie, incendi e resina introvabile o quasi, si è visto impossibilitato a rispondere alle richieste dell’azienda-madre.
Boom delle consegne a domicilio
I nuovi dipendenti McDonalds non sanno come gestire i vassoi perché, di fatto, i clienti oggi vogliono solo ed esclusivamente le buste di carta, anche se mangiano il loro hamburger nel locale. Naturalmente la circostanza è ascrivibile alla psicosi da pandemia.
Non solo: il dato eloquente, secondo il Journal, che ha pubblicato i numeri resi noti dall’American Forest and paper, è il seguente: le vendite da asporto sono aumentate del 12% nel 2020. Numeri che sono destinati a crescere nell’anno in corso. Ciò determinerà un consumo di buste e cannucce sempre maggiore, tale da richiedere rifornimenti d’emergenza per impedire una vera e propria crisi.
Cibi più richiesti durante la pandemia
Che cosa ha mangiato la clientela di McDonald’s in questi due terribili anni? Quali le sue preferenze? L’azienda ha rilevato come tre siano stati i prodotti andati per la maggiore. Il Big Mac, le patatine fritte e le Chicken McNuggets. Classici piatti della tradizione della «casa», nonostante siano stati proposti nuovi prodotti.
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