Una crescita fuori dai confini nazionali è funzionale all’incremento degli investimenti in Italia. È quanto ha detto Pier Silvio Berlusconi nel corso di un’intervista. Grande soddisfazione è stata espressa per i conti.
Il futuro di Mediaset è all’estero. Parola dell’Ad Pier Silvio Berlusconi. “Una dimensione ancora più internazionale ci permetterà di aumentare gli investimenti in Italia e in Spagna, dove siamo radicati, dove vogliamo restare contribuendo ad allargare ulteriormente l’industria dei contenuti”, ha detto il manager nel corso di un’intervista concessa al Corriere della Sera.
Per quanto riguarda le trattative “si parla con tutti” e relativamente alle tempistiche “prima si fa, meglio è, i competitor non aspettano”. Dal fronte geografico, “siamo già in Italia e Spagna, non è difficile immaginare quali altri paesi potrebbero fare la differenza”.
Nella prima seduta della settimana, le azioni Mediaset passano di mano a 2,831 euro, +0,57% rispetto al dato precedente. Il saldo a tre mesi delle azioni Mediaset segna un rialzo del 10,8% mentre rispetto a 12 mesi fa il titolo scende del 9,4%.
Unico broadcaster free paneuropeo
“Il grande lavoro sta nel riuscire a costruire un nuovo modello industriale, un modello di business da media company internazionale che crei valore e sviluppo facendo di Mediaset l’unico broadcaster free paneuropeo”, ha detto Berlusconi.
Quello di Mediaset non è un businness paragonabile a Netflix o Amazon. “Facciamo un lavoro diverso. Siamo tv gratuite, calde, in diretta, costruiamo prodotti nazionali su misura per i singoli paesi. Per investimenti pubblicitari, per numero di spettatori e per peso editoriale, la tv generalista rimarrà sempre centrale”.
Vivendi? Per ora siamo in causa
Capitolo Vivendi. “Ci ha fatto un danno enorme” ma probabilmente “lo ha fatto anche se stessa”. Su una possibile intesa con la società francese, “se ci dovesse essere un accordo proficuo per tutti, io ne sarei contento. Ma per ora siamo in causa”.
Bilancio 2018? Siamo orgogliosi
Forte soddisfazione è stata espressa a proposito dei conti (qui la notizia). “Con un Paese in recessione tecnica, con una produzione industriale in netto calo e con un mercato della pubblicità che arretra, c’è di che essere orgogliosi per il bilancio 2018 che abbiamo appena approvato”.
“Nel 2018, in un mercato che è calato ancora, i nostri ricavi pubblicitari sono cresciuti e abbiamo raggiunto il 39% di quota. E oggi per un editore italiano aver realizzato 471 milioni di utile netto e dimezzato l’indebitamento è una soddisfazione incredibile”. Al netto delle plusvalenze e delle poste straordinarie “i profitti sono stati comunque circa 100 milioni, il doppio di quello che avevamo garantito nell’ambizioso piano presentato a Londra nel 2017”.
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