Dopo l’esposto del Biscione, Vivendi ha fatto sapere di aver presentato un ricorso. Come già anticipato, la media company francese è intenzionata a votare contro.
Nuova puntata della battaglia Mediaset-Vivendi. Dopo la notizia dell’esposto presentato da Mediaset nei confronti della società francese, che secondo il Biscione avrebbe messo in campo, e starebbe continuando a mettere in campo, misure per deprimere il titolo (Mediaset: parte esposto contro Vivendi. I motivi), il colosso transalpino ha emesso una nota.
Secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg e confermate dalla media company, i francesi hanno intenzione di votare contro la fusione con Mediaset Espagna che verrà discussa in occasione dell’assemblea convocata per il prossimo 4 settembre (Mediaset: Vivendi voterà contro fusione con controllata spagnola).
In avvio di ottava le azioni Mediaset passano di mano a 2,942 euro, +0,38% sul dato precedente. In rosso di 2,3 punti percentuali nelle ultime cinque sedute, le azioni Mediaset negli ultimi tre mesi segnano un +12% portando il saldo annuo al +10,7%.
Vivendi: ricorso per votare nell’assemblea di Mediaset
Il colosso transalpino ha fatto sapere di aver presentato ricorso per preservare il suo diritto di partecipare e di votare nel corso della prossima assemblea.
“Vista la decisione con cui il Consiglio di Amministrazione di Mediaset Le ha impedito di votare all’ultima assemblea degli azionisti tenutasi il 18 aprile 2019, Vivendi ha presentato una richiesta al Tribunale di Milano diretto a ottenere un provvedimento urgente idoneo a tutelare il diritto di partecipare e votare, con le azioni a lei intestate (pari al 9,99% dei diritti di voto), all’assemblea straordinaria degli azionisti di Mediaset del 4 settembre 2019”.
Vivendi: ecco perché votiamo contro alla fusione MFE
Vivendi, che detiene il 9,99% dei diritti di voto, ha detto di "voler votare contro la proposta di fusione di Mediaset con Media for Europe (MFE)”.
Il no all’operazione è dovuto alla valutazione dei diritti “che sarebbero riconosciuti, o negati, agli azionisti di minoranza, e a Vivendi in particolare, dal proposto statuto di MFE”.
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