Ecco tutto quello che c’è da sapere sul vaccino per la meningite da meningococco. Come funziona, a chi è raccomandato e quanto costa.
È opportuno fare il vaccino per la meningite? Questa la domanda che sempre più persone si stanno ponendo dopo il recente caso in Liguria di una ragazza di 27 anni morta per meningite fulminante.
Per comprendere l’utilità del vaccino, è bene innanzitutto capire cosa è la meningite e conoscere i suoi sintomi, le varie forme, i soggetti più a rischio e i modi in cui avviene il contagio.
Vaccino meningite: cos’è, sintomi e contagio
La meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane che proteggono il cervello e il midollo spinale che si trova nella colonna vertebrale, e può essere causata da meningicocco, pneumococco e haemofilo influenzale.
I sintomi della meningite sono inizialmente quelli dell’influenza con febbre alta, brividi, intenso mal di testa, riposo disturbato, vomito o nausea, fotofobia e irrigidimento del collo.
La meningite batterica, da meningicocco o pneumococco, è la più rara e grave, può infettare il sangue (setticemia) ed essere mortale. Chi sopravvive può riportare conseguenze molto serie e irreversibili, come ritardo mentale, disabilità, necrosi della pelle, perdita di uno o più arti o malattie del sistema nervoso.
La meningite fulminante, quella che ha colpito la giovane genovese, è rara ma si evolve molto rapidamente nell’arco di 24 ore: ai sintomi visti sopra si aggiungono forte difficoltà di respirazione, comparsa di emorragie cutanee e perdita sei sensi.
Il contagio avviene per via respiratoria, ossia inalando le goccioline di saliva emesse col respiro, con gli starnuti e con la tosse, oppure entrando in contatto coi portatori sani, ossia coloro che ospitano i virus e batteri responsabili della meningite senza presentare sintomi. In ogni caso contrarre il meningicocco non è così semplice: il batterio ha un basso grado di sopravvivenza nell’atmosfera, ed è necessario avere contatti molto stretti con il malato.
Il vaccino è considerato dalla maggior parte dei medici l’arma di prevenzione più sicura ed efficace contro la meningite, ma non mancano i dubbi. Farlo o non farlo? Quali e quanti tipi di vaccino anti-meningococco esistono? Da quali ceppi possiamo proteggerci se ci vacciniamo? In questo articolo proviamo a fare chiarezza rispondendo a queste domande.
Di seguito le cose da sapere sul vaccino contro la meningite: costi, quando è gratis, dove farlo, soggetti a rischio e controindicazioni. Si vedrà inoltre in quali casi conviene vaccinarsi e quando, invece, è sconsigliato effettuare la vaccinazione.
Meningite, quali tipi di vaccinazione esistono?
I germi che causano la meningite sono principalmente di tre tipi: il più comune è lo pneumococco, responsabile del 70% dei casi di malattia, mentre il meningococco B e C causa il 10% delle infezioni; meno frequente e ormai quasi del tutto debellata, per via del vaccino esavalente, la meningite da Hemophilus.
Esistono 3 tipi di vaccino anti-meningite.
1) Il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC) è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C
2) Il vaccino coniugato tetravalente che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y
3) Il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B, che protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.
I vaccini anti-meningicocco non sono obbligatori, ma sono raccomandati. Come stabilito dal Ministero della Salute, questi sono offerti gratuitamente a specifiche fasce di popolazione, che sono quelle a maggior rischio di infezione. Potranno quindi vaccinarsi gratis anche tutti i soggetti affetti da patologie che li espongono a rischi maggiori (diabete, cardiopatie, malattie del fegato e del sangue).
Attualmente la scheda vaccinale prevede:
- la vaccinazione contro il meningococco B nei bambini nel corso del 1° anno di vita (3 dosi al 3°, 4°, 6° mese di vita e 1 richiamo al 13° mese);
- la vaccinazione anti-meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età (1 dose al 13°-15° mese);
- la vaccinazione con vaccino coniugato tetravalente nell’adolescenza, sia come richiamo per chi è già stato vaccinato contro il meningococco C da piccolo sia per chi non è mai stato vaccinato.
Nelle città in cui non vi è motivo di allarme né necessità di interventi straordinari, il vaccino antimeningicocco può essere somministrato a tutti i richiedenti, ma non è obbligatorio. Ciò significa che i tempi di attesa saranno più lunghi rispetto ad altri vaccini e che è previsto il pagamento del ticket in quanto la nuova normativa non è ancora in vigore.
Meningite batterica: quando fare il vaccino
I vaccini anti-meningite a nostra disposizione rappresentano la migliore arma di prevenzione attualmente disponibile o, per lo meno, la più elevata. Precisiamo infatti che, mentre il vaccino coniugato contro il meningococco C si è dimostrato efficace al 100%, il vaccino anti-meningococco B protegge dalla maggior parte dei ceppi, ma non da tutti.
Il vaccino, noto come vaccino quadrivalente contro la meningite, è previsto per i nuovi nati e gli adolescenti in quanto sono proprio queste fasce d’età le più esposte al rischio contagio.
La meningite, infatti, colpisce in maniera più aggressiva i bambini molto piccoli e gli adolescenti: dopo la tenera età, un nuovo picco si registra tra i 15 e i 24 anni. Parliamo di tutta quella fascia d’età - adolescenti e giovani adulti - che viaggiano e frequentando luoghi affollati e al chiuso, come discoteche, bar, università, palestre, hanno molta più facilità di contrarre la malattia.
Normalmente il rischio di meningite decade molto con l’età, per cui il vaccino non sarebbe raccomandato negli adulti. In ogni caso bisogna anche considerare altri fattori, come i contatti sociali e il rischio ambientale. Chi lavora negli ospedali, su treni e autobus o nei locali ha più probabilità di contrarre la meningite. Al contrario, un pensionato che magari trascorre a casa la maggior parte del suo tempo ha un rischio molto minore di essere contagiato.
Il vaccino può anche essere consigliato alle persone che viaggiano molto o si recano in paesi in cui la meningite è più diffusa.
Vaccino meningite: costi e quando è gratis?
Nei casi in cui il vaccino non è gratuito e nella propria Regione non c’è un vero e proprio allarme contagio, la vaccinazione ha dei costi più o meno elevati. Per il vaccino anti-meningite serve la ricetta medica e si può acquistare in farmacia, o rivolgersi ai centri vaccini.
I costi del vaccino possono variare da regione a regione, ma in linea di massima quello contro il meningococco B costa 146 euro a dose (servono due dosi, quindi quasi 300 euro in tutto), mentre il vaccino contro il meningococco di tipo C ha un costo di 70 euro circa.
La vaccinazione contro lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è offerta gratuitamente e il calendario nazionale prevede la somministrazione di tre dosi: al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino. Il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale ne prevede l’offerta attiva e gratuita anche ai soggetti di 65 anni di età.
Vaccino per la meningite: farlo o non farlo?
La vaccinazione, ad oggi, è quindi l’unica via percorribile per prevenire l’insorgenza della malattia.
Il vaccino per la meningite ha una durata che è considerata molto prolungata negli anni, comunque per chi si vaccina nel primo anno di vita è possibile una seconda vaccinazione nell’adolescenza, mentre per una persona adulta non sono previsti richiami.
Gli esperti assicurano che gli effetti collaterali per chi vi si sottopone sono minimi (febbre, debolezza, dolore e indurimento della zona dell’iniezione), dal momento che il vaccino non sfrutta il batterio in forma viva, ma solo alcuni frammenti del suo DNA. Molti gruppi e associazioni si sono invece attivati contro questi vaccini, denunciandone effetti tossici più o meno gravi.
I casi di autismo, sindrome di Guillane-Barré, anemia emolitica, encefalomielite acuta disseminata e porpora di Schonlein-Henoc, nonché casi di meningite comparsi immediatamente dopo la somministrazione del vaccino sono stati segnalati. Si tratta però di singoli casi estremamente rari e, in quanto tali, non si può dire se siano stati causati dal vaccino o si sia trattato di coincidenze (devono essere presi in considerazione fattori personali che possono aver influito sull’insorgere delle complicazioni).
In conclusione, che cosa possono fare i genitori, stretti tra la paura che i loro figli prendano la meningite e la consapevolezza dell’esistenza di un vaccino ritenuto efficace ma che può avere anche dei rischi? La cosa migliore da fare resta quella di informarsi bene sulla malattia e chiedere consiglio al medico di fiducia.
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