Le azioni europee vivranno una prima parte di anno incerta e volatile, per poi stabilizzarsi nella seconda metà. Michael Browne, Portfolio manager del fondo Legg Mason Martin Currie European Absolute Alpha, disegna scenari e probabilità per l’equity del Vecchio Continente
Con l’inizio dell’anno le prospettive per i mercati azionari europei sembrano migliorate, ma non appaiono ancora così chiare.
Rispetto a un anno fa le differenze sono molte, a cominciare dal contesto macroeconomico e senza contare quello prettamente politico. A livello puramente statistico scenari molto positivi e molto negativi sono quasi egualmente probabili, e così gli investitori possono consolarsi col fatto che le valutazioni sono ora molto più basse rispetto ad un anno fa.
Una chiave di lettura rispetto a questo scenario complesso è stata fornita da Michael Browne (nella foto), Portfolio manager del fondo Legg Mason Martin Currie European Absolute Alpha.
“La domanda più importante per il 2019 è se la crescita globale continuerà a rallentare (o addirittura si arresterà), con un serio contraccolpo per gli utili societari, o se sarà l’anno in cui la fase di debolezza della crescita giungerà al termine, rivelando grandi opportunità per gli investitori azionari”, sostiene l’asset manager in un report circolato questa mattina.
Azioni Europa: primi sei mesi incerti, stabilità nella seconda parte di anno
Negli ultimi anni l’outlook della casa di gestione sull’azionario europeo è stato in genere positivo. Per il 2019, però, viste le considerazioni precedenti Browne ha un’opinione meno netta, anche perché “quest’anno potrebbe rivelarsi eccellente o pessimo a seconda di come evolverà lo scenario macro. È possibile inoltre che la prima e la seconda metà dell’anno vadano in modo molto diverso: i primi sei mesi rischiano di essere molto incerti e volatili, con il sentiment che oscillerà in base ai dati, mentre la seconda parte dell’anno potrebbe rappresentare un’ottima opportunità se dovesse verificarsi una significativa correzione del mercato”.
Ecco quali sono per il Portfolio manager i quattro scenari più probabili per il comparto azionario europeo nel 2019:
Mercato rialzista - 40% di probabilità
Questo scenario implicherebbe che nel 2019 i mercati rimangano convenienti e si verifichi il mix ideale di crescita e bassa inflazione, che sarebbe favorevole per gli asset di rischio. In questo caso preferiremmo titoli industriali di qualità e titoli di crescita nel segmento mid cap, in entrambi i casi con solidi modelli di business, alte barriere all’ingresso nel mercato, e significativa creazione di valore – un genere di titoli che è stato declassato eccessivamente nel 2018.
Trading Range (andamento laterale) - 20% di probabilità
Nella prima parte del 2019 i mercati potrebbero rimbalzare, avendo sperimentato un sell off eccessivo alla fine dell’anno scorso. Con la crescita globale che va rallentando, però, il trend rialzista dovrebbe restare limitato, all’interno di un range del 15%. In questo scenario ridurremmo l’esposizione nelle fasi di rialzo e compreremmo in quelle di debolezza, fino a quando non ci sarà maggior chiarezza sulla direzione del ciclo economico e delle politiche della banca centrale.
Mercato ribassista - 30% di probabilità
In questo scenario, il restringimento della Fed si sarà dimostrato eccessivo, la crescita globale soffrirà più di quanto ci si aspetta, e riappariranno pressioni deflazionistiche. Gli asset di rischio, azioni europee comprese, avranno performance negative. Prima o poi a quel punto la Fed taglierà i tassi di interesse e interromperà la riduzione del suo bilancio. Dovesse accadere ciò, opteremmo per un’esposizione netta bassa o sulle posizioni corte, finché gli indicatori del credito e macroeconomici non si stabilizzeranno. Ritorni positivi sarebbero generati solo dalle posizioni short, che sarebbero focalizzate su società con alta leva operativa e finanziaria. Con la maggioranza dei prezzi dei titoli che crollano e vengono declassati, le posizioni long punteranno a sovraperformare l’indice.
Collasso - 10% di probabilità
Il mercato orso appena delineato potrebbe evolvere in una vera e propria crisi, con crollo del commercio globale, default del debito e il disgregarsi dell’Unione Europea. Ci sarebbero ampie opportunità di short, con molti titoli che precipiteranno drammaticamente e altrettanti che avranno bisogno di essere rifinanziati. In questo scenario opteremmo per un’esposizione netta sulle posizioni corte, fino a quando tutte le banche centrali non saranno tornate a politiche monetarie espansive.
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