Gli operatori dei mercati finanziari sperano in una risoluzione delle trattative tra Washington e Pechino, ma temono che l’assenza di incontri evidenzi la mancanza di volontà da parte degli Usa di far progressi per trovare un’accordo
Il Presidente Trump giovedì scorso ha comunicato che non incontrerà questo mese il Presidente cinese Xi Jinping, sollevando nuove preoccupazioni sul fatto che gli Stati Uniti non saranno in grado di concludere un accordo commerciale con la Cina prima del rialzo delle tariffe.
Gli Stati Uniti hanno minacciato di aumentare le tariffe di beni cinesi al 25% rispetto all’attuale 10%, l’equivalente di 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Questa mossa dovrebbe avvenire il 2 marzo.
Intanto, la settimana scorsa si è assistito ad un crollo dei prezzi dei metalli industriali. Secondo Nitesh Shah, Director research di WisdomTree, “il mercato è giunto a conclusioni troppo affrettate”.
Nel frattempo ieri hanno preso il via gli incontri preliminari in vista degli incontri in calendario per il 14 e il 15 febbraio. A questi prendono parte alti funzionari di ambo le parti, che si stanno già sforzando per compiere progressi circa la situazione commerciale.
Giovedì e venerdì prossimo, invece, il Vicepremier Liu He accoglierà il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin ed il rappresentante commerciale Robert Lighthizer a Pechino per i colloqui commerciali veri e propri.
“Data la reazione del mercato a ciò che accadrebbe in caso di assenza di un accordo, crediamo che entrambi i paesi - di fronte a un potenziale rallentamento economico - siano fortemente incentivati a uscire dagli incontri con qualcosa di positivo da dire”, conclude Nitesh Shah.
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