I mercati si riprendono dal nervosismo di ieri, con le azioni in aumento in risposta a sanzioni che sono state valutate accettabili. Lo spettro dell’invasione dell’Ucraina, comunque, non è scomparso.
Mercati oggi: i titoli asiatici si stabilizzano al rialzo e la domanda di beni rifugio diminuisce lievemente.
Gli investitori hanno ritenuto che i movimenti delle truppe russe vicino all’Ucraina e le sanzioni occidentali iniziali lasciassero spazio per evitare una guerra, mentre un aumento dei tassi ha spinto il dollaro neozelandese.
I prezzi delle materie prime restano elevati, tuttavia, e i trader sono ancora nervosi per la situazione irrisolta in Europa orientale.
In questa cornice di tensione, vediamo cosa succede oggi nei mercati.
Mercati: Asia in rialzo, scattalo le sanzioni
Con il Giappone chiuso per festività, in Asia alle ore 8.21 circa gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai guadagnano rispettivamente +1,9% e +0,93%. Hong Kong sale dello 0,56%.
L’attenzione è tutta rivolta alle sanzioni contro Mosca e alla situazione generale. Joe Biden ha affermato che la Russia ha iniziato a invadere l’Ucraina e ha annunciato misure mirate alla vendita del debito sovrano russo all’estero e alle élite del Paese.
Quelle mosse si sono fermate prima delle misure devastanti che erano state minacciate, anche se gli USA hanno avvertito che le sanzioni potrebbero essere inasprite.
Il presidente Vladimir Putin ha negato che la Russia intenda invadere, ma i legislatori gli hanno dato il via libera per schierare truppe nelle regioni controllate dai separatisti.
Intanto, i funzionari tedeschi hanno interrotto la certificazione del gasdotto Nord Stream 2, un progetto da 11 miliardi di dollari che avrebbe consolidato la presa della Russia sul settore energetico europeo.
Il principale diplomatico statunitense Antony Blinken ha successivamente annunciato che un vertice previsto questa settimana con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov era stato annullato.
I mercati sembrano vedere le varie sanzioni occidentali “modeste e forse non così aggressive come temute”, ha scritto in una nota Chris Weston, capo della ricerca con Pepperstone Financial Pty. Tutto, però, può cambiare rapidamente vista la situazione ancora imprevedibile.
Materie prime protagoniste con il grande balzo
I timori che la tensione in Ucraina possa ostacolare le forniture di materie prime ha rafforzato tutto, dall’energia al grano, al mais e al nichel.
Il petrolio ha accelerato la corsa del prezzo, poiché i trader hanno valutato i rischi del conflitto e il potenziale ritorno dei barili iraniani.
I mercati erano già alle prese con la prospettiva di un inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve per combattere l’inflazione elevata prima che la crisi ucraina divampasse. Una domanda chiave è se il balzo dei costi delle materie prime provocato dalla situazione di stallo stimolerà o meno un aumento iniziale della Fed più aggressivo.
“Semmai penso che il conflitto con la Russia riduca le probabilità di un aumento del tasso di 50 punti base a marzo”, ha affermato Subadra Rajappa, capo della strategia dei tassi statunitensi presso Société Générale, citando in parte uno stato d’animo di cautela generale.
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