Che mondo sarebbe senza l’alluminio? Se sanzioniamo Mosca, lo scopriremo subito

Mauro Bottarelli

18 Febbraio 2022 - 17:14

Per il colosso svizzero Trafigura, al ritmo attuale e senza extra-output, scorte esaurite nel 2024. E con interi settori industriali dipendenti da quel metallo, colpire la Russia equivale al suicidio

Che mondo sarebbe senza l’alluminio? Se sanzioniamo Mosca, lo scopriremo subito

In questi periodi di crisi energetica e tensioni geopolitiche in aree chiave dell’approvvigionamento di materie prime, la questione legata al gas è divenuta dirimente. E di stringente interesse quotidiano. Trattare con la Russia o cercare da subito fonti alternative, al fine di tagliare di netto quel cordone ombelicale di dipendenza? In attesa di trovare una risposta, la crisi industriale che sta colpendo le economie europee potrebbe a breve presentare un conto ulteriore.

Se infatti il gas è elemento vitale per le aziende e il loro output energivoro, l’alluminio è componente chiave di svariati settori, dall’edilizia all’automotive, dai trasporti ai beni di consumo durevoli, dagli imballaggi alle attrezzature e componentistica. Insomma, parafrasando lo slogan di una nota crema spalmabile, che mondo sarebbe senza alluminio? E non serve scomodare le applicazioni nel campo dell’aeronautica per capire quale impatto si avrebbe: se infatti il 78% dei materiali utilizzati per un Boeing 757 fa riferimento all’alluminio e alle sue leghe, basti pensare alle biciclette, ai pianali dei treni, alle pareti delle abitazioni o ai serramenti. O a qualcosa di uso quotidiano che ha molto a che vedere proprio con il gas: le pentole e le padelle con cui cuciniamo, un settore in cui l’Italia è leader nel mondo.

Bene, questi due grafici

Andamento del prezzo dell'alluminio alla London Metal Exchange Andamento del prezzo dell’alluminio alla London Metal Exchange Fonte: Bloomberg
Andamento tendenziale e prospettico delle scorte mondiali di alluminio Andamento tendenziale e prospettico delle scorte mondiali di alluminio Fonte: Bloomberg

parlano chiaro: stando a calcoli di un gigante delle commodities come la svizzera Trafigura, gli stock di alluminio a disposizione dell’industria mondiale – al ritmo attuale – potrebbero esaurirsi entro il 2024. Per Philippe Muller, capo del trading su quel metallo presso Trafigura, quella dell’alluminio appare la più classica delle bullish story. Oggi come oggi, stante i prezzi record, nessuno vuole stare dalla parte corta del trading. E questo per una ragione semplice: mano a mano che il mercato prenderà coscienza dell’esaurimento progressivo della disponibilità, il trend di valutazioni potrebbe conoscere picchi addirittura parabolici.

E non basta. Perché se la costruzione di nuove fonderie che possano tamponare l’eccesso di domanda richiederà tempo e dovrà fare i conti con le nuove regolamentazioni di impatto ambientale, per Mueller il deficit già presente sta prendendo ulteriore velocità di indirizzo a causa della contingenza di crisi energetica e geopolitica. Di fatto, occorre prendere atto che – al netto delle soluzioni alla nostra portata – oggi questo problema appare realmente irrisolvibile. Nemmeno a dirlo, alluminio più scarso e quindi più caro significa beni di consumo più cari. Di fatto, un aggravio di erosione sul potere di acquisto dei cittadini in un contesto di inflazione sopra il target che nessuno osa più classificare come meramente transitoria.

E se fino ad oggi il mondo ha potuto contare sull’iper-produzione della Cina per colmare ogni tipo di gap di offerta, ecco che i piani di riduzioni delle emissioni potrebbero legare le mani a un’industria tanto fiorente e potenzialmente dotata di strutture produttive, quanto esizialmente dipendente dal carbone. Insomma, se Pechino non deciderà di archiviare definitivamente ogni impegno relativo alla transizione green, il surplus necessario dovrà essere garantito da produttori extra-cinesi. Ma per Mueller, questo equivale a vedere il prezzo esplodere in tempi rapidissimi: Negli ultimi quindici anni, i produttori occidentali non hanno praticamente aumentato la loro produzione. Ora la domanda è: quale potrebbe essere il prezzo di un’incentivazione? E se Trafigura dipinge un quadro a dir poco fosco, Goldman Sachs non è da meno: gli analisti della banca newyorchese si attendono infatti il raggiungimento di quota 4.000 dollari per tonnellata nei prossimi 12 mesi, stante la ristrettezza senza precedenti che gli acquirenti globali si troveranno a dover affrontare.

Insomma, il rischio è quello di una disponibilità di alluminio annullata nell’arco di due anni, poiché a detta di Mueller, quando si guarda ai numeri attuali, esiste un’unica possibilità di ribilanciamento che non comporti distorsioni industriali: una colossale distruzione di domanda reale per rimettere in equilibro il mercato e le sue dinamiche. Tradotto, una Spoon River globale e intra-settoriale di produttori che utilizzino in maniera intensiva l’alluminio e le sue leghe. O una recessione da far impallidire quella post-Lehman.

E questo ultimo grafico

Peso percentuale della produzione russa di commodities sul totale globale Peso percentuale della produzione russa di commodities sul totale globale Fonte: Bloomberg

ci dice dell’altro, strettamente connesso alla cronaca: se ciò che cerchiamo è l’eutanasia per interi comparti produttivi, al fine di evitare un accanimenti terapeutico da prezzi fuori mercato, la via maestra sarebbe quella di imporre sanzioni alla Russia rispetto allo scenario ucraino. E, paradossalmente, l’alluminio russo pesa solo per il 4,1% dell’offerta mondiale, mentre altre commodities altrettanto fondamentali per l’industria sono praticamente detenute a livello monopolistico da Mosca.

Certo, gli Usa spingeranno forte per l’introduzione di un nuovo regime sanzionatorio. Magari addirittura un embargo dell’export. Perché un’industria europea in ginocchio garantirebbe a Joe Biden il paradossale ritorno in auge dello slogan di Donald Trump: Make America great again. A dieci mesi dalle elezioni di mid-term. Ognuno fa il proprio interesse, d’altronde. In tal senso, però, chi in sede Ue dovesse spingere per una linea dura acritica e immediata, a quali interessi farà riferimento?

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