Nessuna situazione critica è emersa dal monitoraggio della settimana tra il 18 e il 24 marzo
Nessuna situazione critica nelle Regioni italiane. Questo, almeno, è quanto afferma il Ministero della Salute in relazione alla settimana tra il 18 e il 24 maggio. Il report di oggi è particolarmente importante perché sulla base di quest’ultimo si dovrà decidere sugli spostamenti fra Regioni.
Monitoraggio dati COVID-19, no situazioni critiche
Pur rilevando una situazione abbastanza eterogenea in relazione alla diffusione del coronavirus in Italia, l’ultimo report di monitoraggio intende infondere ottimismo sulla riapertura che, salvo novità, dovrebbe avvenire il 3 giugno.
“In alcune Regioni, si legge nel documento, il numero di casi è ancora elevato”, dunque la situazione rimane “complessa ma in fase di controllo”. In altre Regioni, invece, “il numero di casi è molto limitato”.
Sulla base di questi dati il Ministero “raccomanda pertanto cautela” nel momento in cui “dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale”. Questa responsabilità, come più volte ribadito dal Governo, sarà affidata alle stesse Regioni.
A rassicurare, in particolare, c’è la mancanza “segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale”. In quasi tutte le Regioni, soprattutto, l’indice di trasmissibilità (Rt) è inferiore a 1.
Dati monitoraggio coronavirus, la situazione in Italia
Quelle con Rt più alto sono il Molise (Rt 2,2) e l’Umbria (Rt 0,94) ma, spiega il Governo, “quando il numero di casi è molto piccolo alcune Regioni posso avere temporaneamente” un Rt superiore a 1 “a causa di piccoli focolai locali”. In queste situazioni l’indice di trasmissibilità non rappresenta dunque “un elemento preoccupante”.
Indice Rt<1, sistemi ospedalieri alleggeriti e alto numero di tamponi: i dati necessari alla riapertura, in teoria, ci sono tutti.
Se l’Rt non presenta quindi particolari squilibri, è con l’incidenza che si distingue l’eterogeneità della diffusione dell’epidemia. Le Regioni più colpite nei mesi passati sono infatti ancora quelle con il “peso” di casi maggiore.
Le Regioni del Nord, eccetto Veneto, FVG e provincia di Bolzano, hanno tutte un’incidenza superiore al 6%, per arrivare ai picchi di Lombardia (16,68) e Piemonte (12,46).
Alcune Regioni del Sud, invece, arrivano ai minimi: Sicilia (0,44), Sardegna (0,37), Calabria (0,1).
Finiti i lavori della cabina di regia, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza ha parlato di un trend “buono pressoché in tutte le Regioni”. Riferendosi ai dati del monitoraggio, il ministro Roberto Speranza ha aggiunto che “sono incoraggianti”. “Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa con gradualità e cautela”.
Oggi in Italia ci sono stati altri 87 morti e 516 nuovi casi, 354 dei quali in Lombardia.
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