Movimento Democratici e Progressisti: sondaggi, chi ha aderito e alleanze del partito di Bersani

Alessandro Cipolla

4 Gennaio 2018 - 17:10

Movimento Democratici e Progressisti: sondaggi, chi ha aderito e le possibili alleanze del partito di Pierluigi Bersani che prenderà parte alla lista Liberi e Uguali.

Movimento Democratici e Progressisti: sondaggi, chi ha aderito e alleanze del partito di Bersani

Movimento Democratici e Progressisti: ecco i sondaggi, tutti gli esponenti che hanno abbandonato il Partito Democratico per fondare questo nuovo movimento politico che, alle elezioni politiche 2018, farà parte della lista Liberi e Uguali con Pietro Grasso come leader.

Il nome completo della nuova forza politica è Articolo 1-Movimento Democratici e Progressisti, anche se sulla scelta è nato un piccolo caso con il deputato Pd Ernesto Carbone che ha rivendicato come la dicitura sia la stessa di una lista presentata durante le elezioni regionali in Calabria.

Polemiche sul nome a parte, a Testaccio la scorsa primavera si sono ufficialmente formati i Democratici e Progressisti, che nel finire dell’ultima legislatura hanno potuto contare su 37 deputati alla Camera e 14 senatori al Senato.

Vediamo allora nel dettaglio i sondaggi, chi sono gli esponenti politici che hanno aderito a Movimento Democratici e Progressisti e le prospettive riguardanti queste imminenti elezioni politiche.

Movimento Democratico e Progressista: chi ha aderito?

Sono stati 51 in totale i parlamentari che hanno aderito al Movimento Democratici e Progressisti. Alla Camera si sono contati 37 deputati, 20 quelli fuoriusciti dal Pd e 17 quelli provenienti da Sel che non hanno aderito a Sinistra Italiana. Al Senato invece ci sono stati 14 senatori tutti ex Partito Democratico.

Anche se fuori dal Parlamento, hanno sposato la causa anche quel Massimo D’Alema che Matteo Renzi considera il deus ex machina di Democratici e Progressisti, il governatore della regione Toscana Enrico Rossi, l’attuale commissario straordinario al terremoto Vasco Errani e il vicepresidente della regione Lazio ed ex Sel Massimiliano Smeriglio.

L’ultimo in ordine di tempo ad aver garantito la propria disponibilità al progetto è Antonio Di Pietro, che sogna così di ricreare una sorta di Ulivo anche se ormai la sua figura non è più legata all’Italia dei Valori.

Alla Camera invece è stato quello di Pier Luigi Bersani il nome più altisonante, con il suo delfino Roberto Speranza che poi ha assunto la leadership del partito. Tra gli scissionisti del Pd poi pesano i nomi di Guglielmo Epifani e di Davide Zoggia.

Altri deputati ex Pd che hanno aderito a Democratici e Progressisti sono Nico Stumpo, Michele Piras, Francesco Laforgia, Filippo Fossati, Eleonora Cimbro, Tea Albini e Paolo Fontanelli.

A guidare la pattuglia degli ex Sel invece è Arturo Scotto, con anche Alfredo D’Attorre, Claudio Fava, Giovanni Martelli e Stefano Fava che hanno preferito intraprendere questa nuova strada politica invece che confluire in Sinistra Italiana.

Al Senato invece erano in 14 e tutti provenienti dal Partito Democratico i componenti del nuovo gruppo parlamentare. Ispiratore è stato il senatore bersaniano Miguel Gotor, seguito tra gli altri da Doris Lo Moro e Cecilia Guerra.

Gli altri senatori sono stati Maurizio Migliavacca, Felice casson, Carlo Pegorer, Paolo Corsini, Claudio Micheloni, Lodovico Sonego, Federico Cornaro, Lucrezia Ricchiuti, Maria Grazia Gatti, Nerina Dirindin e Filippo Bubbico.

Le alleanze

Dopo le elezioni in Sicilia il Movimento Democratico e Progressista ha approvato un documento programmatico dove si parla di una lista unica di sinistra. Lo stesso testo poi è stato votato da Sinistra Italiana e Possibile, mentre i movimenti che fanno capo ad Anna Falcone e Tomaso Montanari, oltre che Rifondazione, si sono tirati fuori.

Alla fine quindi è nato questo listone unitario di sinistra, battezzato poi Liberi e Uguali con alla guida Pietro Grasso, dove hanno aderito Sinistra Italiana e Possibile di Pippo Civati. Le altre forze di sinistra invece rimarranno in panchina in questa tornata elettorale.

Per poter entrare in Parlamento, in quanto lista unica, Liberi e Uguali dovrà superare la soglia di sbarramento del 3%. Se invece si fosse presentata come coalizione formata dai tre partiti, allora l’asticella sarebbe salita fino al 10%.

Un risultato in doppia cifra comunque è l’obiettivo alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo per Liberi e Uguali. Se così fosse, il listone di sinistra infatti riuscirebbe a portare in Parlamento buon numero di deputati e senatori, potendo così poi risultare determinante nell’ipotesi di un governo di larghe intese.

I sondaggi

Dopo aver riscontrato un buon successo al momento della sua creazione, il Movimento Democratici e Progressisti ha fatto registrare una flessione in estate. La notizia però della lista unica di sinistra ha fatto riprendere quota a Bersani e soci.

Con il voto del 4 marzo non troppo distante, questo è il responso per quanto riguarda le preferenze nei vari partiti in un sondaggio che Index Research ha divulgato il 28 dicembre all’interno della trasmissione PiazzaPulita.

  • Movimento 5 Stelle - 27,9% (+0,1%)
  • Partito Democratico - 23,7% (-0,4%)
  • Forza Italia - 15,5% (-0,2%)
  • Lega Nord - 14% (+0,4%)
  • Liberi e Uguali - 6,5% (+0,3%)
  • Fratelli d’Italia - 5,3% (/)
  • Altri Centrosinistra - 4,6% (/)
  • Altri centrodestra - 1,6% (-0,2%)

Alla luce di queste percentuali, ecco come sarebbe la situazione considerando le coalizioni che dovrebbero presentarsi alle urne.

  • Centrodestra - 36,3% (/)
  • Centrosinistra - 28,3% (-0,4%)
  • Movimento 5 Stelle - 27,9% (+0,1%)
  • Liberi e Uguali - 6,5% (+0,3%)

Liberi e Uguali quindi sarebbe in crescita ma ancora lontana dall’obiettivo della doppia cifra. In queste settimane quindi che mancano al voto, la lista di sinistra cercherà di compiere quello sprint decisivo, puntando soprattutto a riportare alle urne i tanti elettori dall’area che negli ultimi tempi hanno preferito l’astensionismo.

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