La questione della banca Monte dei Paschi di Siena trova un ulteriore chiarimento nei correttivi alla manovra: cosa stabilisce un emendamento su Mps?
Il futuro di Mps, sempre più orientato verso la privatizzazione, trova un altro tassello nei correttivi alla manovra.
La Commissione Bilancio della Camera, infatti, ha approvato domenica 20 dicembre alcuni emendamenti che vanno ad arricchire il testo della Legge di Bilancio. Anche sul complesso caso della privatizzazione della banca senese, che sta generando attriti all’interno della maggioranza.
Cosa stabilisce la manovra sul destino Mps (e sulla fusione con Unicredit auspicata dal MEF)?
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Futuro Mps: cosa stabilisce l’emendamento alla manovra
Se in apparenza l’emendamento appena approvato in manovra cambia poco sulla questione Mps, in realtà una lettura attenta mette in evidenza che la privatizzazione della banca potrebbe subire delle scosse.
Soprattutto, a trovare ostacoli sarebbe il piano del Ministero dell’Economia di avviare la fusione con Unicredit, una mossa non gradito ad alcune forze della maggioranza (Movimento 5 Stelle).
Nel dettaglio, l’emendamento inserito in manovra in Commissione Bilancio alla Camera nella seduta di domenica 20 dicembre, stabilisce che qualsiasi operazione riguardante capitale o cessione di Mps dovrà essere riferita in Parlamento.
Il ministro Gualtieri, che sta guidando la banca verso Unicredit, dovrà quindi informare le Camere prima di ogni tipo di decisione sul futuro di Monte dei Paschi di Siena. Tradotto, significa discutere in Aula sull’eventuale cessione delle quote detenute dal Tesoro (che ha la maggioranza).
Una decisione, quest’ultima, volta di certo a bilanciare chi nel Governo non valuta positivo il progetto di privatizzazione con accorpamento a Unicredit. Ma che, quindi, potrebbe bloccare proprio questa strategia.
Intanto, ad apertura dei mercati le azioni Mps stanno scambiando al ribasso, con un tonfo del 2,77%.
Resta l’incentivo fiscale per le fusioni
La Commissione ha respinto, invece, la richiesta di alcuni legislatori all’interno della coalizione di Governo di limitare un’agevolazione fiscale nel progetto di bilancio pensata proprio per casi di acquisizioni o fusioni nel 2021.
Si tratta di uno sgravio, componente chiave diun pacchetto di incentivi per potenziali acquirenti Paschi e potrebbe valere fino a 3 miliardi di euro.
Gli incentivi per le fusioni aziendali prevedono la trasformazione in credito d’imposta “di una quota di attività per imposte anticipate (deferred tax asset – Dta) riferite a perdite fiscali e eccedenze Ace maturate fino al periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di efficacia giuridica dell’operazione e non ancora utilizzate in compensazione o trasformate in credito d’imposta a tale data”
La disposizione renderebbe più agevole per l’istituto meneghino prendersi carico della banca senese senza incorrere in rischi sul suo assetto patrimoniale.
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