Nessuna crisi finanziaria imminente per il World Economic Forum di Davos 2016. Ecco perché.
Il messaggio del World Economic Forum di Davos 2016 sembra essere chiaro: “Tranquilli, il mondo non sta entrando in una delle crisi finanziarie peggiori della storia”.
Il rallentamento dell’economia cinese, il rialzo dei tassi di interesse USA, il crollo dei prezzi delle materie prime e le forti difficoltà delle economie emergenti potrebbero spingere il mondo in una violenta crisi economica. Ma i leader riuniti al World Economic Forum di Davos (WEF) sostengono che, se trattata nel modo giusto, questa serie di eventi intimidatori potrebbero invece riportare il mondo alla normalità.
Nessuna crisi finanziaria in arrivo
L’economia mondiale è in condizioni migliori rispetto a quelle che viveva prima dell’ultima recessione. Molti dei paesi emergenti, che stanno ancora guidando la crescita mondiale, hanno ridotto il debito verso le economie sviluppate, riducendo così i rischi derivanti dall’aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve.
Anche il sistema finanziario è più forte.
«Prima avevamo bilanci pesanti, usavamo un’alta leva finanziaria, c’era uno ‘spirito animale’ eccessivo, ora siamo in grado di passare oltre lo stress,»
ha sostenuto Tidjane Thiam, l’amministratore delegato di Credit Suisse a Davos, in occasione del World Economic Forum 2016.
Nonostante sia un disastro per molti, il crollo del prezzo del petrolio e di altre materie prime sta sostenendo la crescita di India, Cina e Europa. Anche i consumatori traggono vantaggio dai prezzi basso della benzina, il che ne potenzia la domanda. Questo significa che la classe media in tutto il mondo sta crescendo, un altro segnale positivo per l’economia.
Ottimismo anche sul crollo dei mercati cinesi
L’economia della Cina in via di rallentamento, fattore di rischio numero uno attualmente, può portare a sua volta ad una Cina più sostenibile.
«La Cina sta rallentando in modo controllato, e questa è una cosa positiva»
ha sostenuto Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale, al forum sull’economia mondiale a Davos.
Tuttavia, i mercati subiscono ancora un forte effetto negativo derivante dalle condizioni dell’economia cinese - le prime tre settimane del 2016 hanno segnano il peggior inizio anno nella storia di Wall Street.
Ma la Lagarde ritiene che un po’ più di chiarezza dalla Cina potrebbe risolvere il problema - gli investitori hanno paura perché non sanno fino a che punto possa spingersi il governo cinese, non potendo così avere fiducia nelle autorità che dovrebbero salvare il gigante economico dalla crisi profonda.
La Cina dovrebbe imparare una lezione dalla Fed. La decisione sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve a dicembre, il promo rialzo in oltre 10 anni, non ha sorpreso nessuno, e i mercati hanno reagito con tranquillità.
Il ruolo delle banche centrali
La banca centrale degli Stati Uniti ha iniziato ad alzare i tassi di interesse proprio quando la Banca Centrale Europea (BCE) era invece impegnata a tagliarli e ad aggiungere stimolo all’economia dell’Eurozona. Le due banche centrali stanno andando in direzioni opposte, ma potrebbe essere un fattore molto ultime per la crescita mondiale.
“Se la Fed, la Bank of England, la BCE, la banca del Giappone...uscissero tutte dallo stimolo monetario nello stesso momento, l’impatto potrebbe essere ben peggiore rispetto ad all’approccio scaglionato attualmente in corso”,
ha dichiarato Haruhiko Kuroda, presidente della Bank of Japan, banca centrale del Giappone.
Ma è la geopolitica a rimanere la parte più preoccupante. Le tensioni in Medio Oriente sono in crescita e il conflitto in Ucraina sembra essersi bloccato. La minaccia terroristica è ancora una volta nella mente di tutti in seguito agli attacchi mortali a Parigi, in Libano, in Egitto e in molti altri paesi nel mondo.
Il messaggio proveniente da Davos 2016 è composto da parole di ottimismo, ma rimanete all’erta. I rischi sono ancora molto alti e la possibilità di commettere errori enormi è dietro l’angolo.
L’Europa è ad un punto di rottura, alle prese con crisi rifugiati peggiore al mondo dagli anni ‘70 anni e la Gran Bretagna potrebbe decidere di andarsene. I politici stanno esaurendo il tempo per salvare il progetto Europa.
E con tassi di interesse bassi o addirittura negativi nei paesi più sviluppati, il mondo è ancora agganciato al denaro “a buon mercato” e i governi devono portare avanti riforme strutturali importanti e corrette per evitare la catastrofe.
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