Il Governo inizia a pensare a nuovi bonus e ristori per i settori più colpiti dalla pandemia e dalle restrizioni: chi sono i lavoratori coinvolti.
Il Consiglio dei Ministri, che ieri ha disposto le nuove norme per tentare di frenare la diffusione della variante Omicron del SARS-CoV-2, ha rimandato la discussione sui ristori per i settori a rischio. Le categorie più colpite, come quella turistica, premono affinché si cerchi una soluzione, tra cui la proroga della Cassa integrazione scaduta il 31 dicembre.
Il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia (Lega) ha cercato il confronto con il Ministro dell’Economia Daniele Franco e a quello del Lavoro Andrea Orlando, inviando loro una lettera dove ha raccolto la lista dei settori e delle categorie maggiormente colpiti dalla pandemia e che necessitano di un sostegno.
Il Governo però ha rinviato il dibattito in merito. Ristori e Cassa integrazione infatti comporterebbero uno scostamento nel bilancio che potrebbe arrivare a 10 miliardi di euro.
Nuovi bonus per i settori a rischio: dialogo rimandato
Si aggravano i danni ai settori del turismo e dell’intrattenimento per via delle ulteriori strette che il Governo ha disposto per le festività invernali e nel periodo precedente la notte di Capodanno. La decisione su come intervenire per queste categorie è stata rimandata a data da destinarsi, ma i rappresentati di settore e il Ministro del Turismo premono per aprire il dialogo.
Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo, ha così preso l’iniziativa e ha inviato ai ministri del Lavoro e dell’Economia una lettera che individua i settori più colpiti, ma anche quali forme e quali strumenti sarebbero necessari per sostenere tutte queste imprese.
Tra gli strumenti sul tavolo c’è la proposta della proroga della Cassa integrazione, chiesta dai sindacati e scaduta il 31 dicembre 2021 per i settori tessile, abbigliamento e calzature, turismo e intrattenimento.
Governo, ulteriori ristori e proroga Cig: a quali settori andrebbero
I settori più colpiti dalla pandemia e dalle restrizioni continuano a lanciare appelli. Il Ministero del Turismo ha composto una lista dei settori più in difficoltà e delle categorie in affanno. I settori sono, in generale: turismo, intrattenimento e il settore dei congressi e degli eventi. Sono settori con migliaia di dipendenti.
Nello specifico si parla di:
- agenzie di viaggio e i tour operator, con 27 mila lavoratori;
- strutture ricettive (alberghiere con e senza ristorazione, case per vacanze, agriturismo), quasi 110 mila dipendenti;
- ditte appaltatrici, più 30 mila;
- parchi divertimento con circa 565 dipendenti a tempo indeterminato;
- discoteche e sale da ballo e simili, con circa 1950 dipendenti a tempo indeterminato;
- stabilimenti balneari e termali, con alcune migliaia di dipendenti.
“Senza una immediata soluzione sono a rischio 200.000 posti di lavoro nel solo comparto turistico - ha affermato Confesercenti - Ed è assurdo che, nonostante le molte rassicurazioni verbali che ci sono arrivate, cinque giorni dopo la scadenza ufficiale degli ammortizzatori sociali non si siano ancora adottati i provvedimenti necessari”.
Parlano anche i rappresentati del settore dei congressi e degli eventi, che occupa 570 mila dipendenti e che sta fronteggiando una crisi profonda. Le sigle chiedono misure specifiche e a largo respiro temporale. Si guarda non solo al 2022, ma anche all’incertezza del 2023. Senza sicurezze infatti sembra impossibile programmare e organizzare congressi, eventi e fiere piccole o grandi.
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