A settembre scatterà l’obbligo vaccinale antinfluenzale nel Lazio per gli over 65 e per tutti gli operatori sanitari? Il Tar del Lazio sta per decidere.
A Roma, il 4 agosto, la terza sezione quater del Tar del Lazio ha riunito tutti i sei ricorsi presentati da associazioni di medici e pensionati, dal dottor Mariano Amici, dai medici riuniti nell’associazione Ampas e da un altro folto gruppo di liberi professionisti della salute, rappresentati dal professor Federico Sorrentino, noto costituzionalista, tutti contro l’obbligo, che il presidente Nicola Zingaretti ha firmato il 27 aprile scorso per imporre dal 15 settembre la vaccinazione antinfluenzale.
Un obbligo, deciso ad aprile per settembre, con un’ordinanza regionale, nell’ambito dell’emergenza nazionale ed internazionale per la pandemia da covid 19, per pianificare una strategia sanitaria per la stagione autunnale: agevolare la diagnosi differenziale, tra affetti da covid e non covid e non appesantire i pronto soccorso, come è scritto nero su bianco nel testo.
Sulle questioni di merito scientifico ed epidemiologico, tuttavia, il dibattito è davvero aperto e le tesi dei ricorrenti, documentate in ampi dossier contraddicono l’utilità e i benefici di questa strategia e ne denunciano l’illegittimità anche sul piano formale, nell’attribuzione del potere, tanto da aver indotto decine di medici e pensionati a firmare i ricorsi.
A monte delle obiezioni sull’utilità strategica in chiave emergenziale, c’è soprattutto la questione dell’attribuzione del potere in capo al presidente di una Regione di imporre un obbligo con pesanti sanzioni contro i medici e gli over 65 che non si adeguino, un potere, quello del trattamento sanitario obbligatorio, tanto più su dei soggetti sani, che la Costituzione attribuisce, ma solo in casi eccezionali, per periodi limitati e con una legge nazionale (riserva di legge).
Inoltre, l’ordinanza del Presidente della Regione Lazio giustificherebbe la decisione anche sulla base di un parere del Comitato Tecnico Scientifico “sentito per le vie brevi”. Un passaggio questo che non è affatto passato inosservato ai giudici, che sono entrati nel merito e che hanno cercato di mettere le tesi scientifiche a confronto, nel momento in cui l’avvocato Nicola Massafra avrebbe sottolineato anche le tesi del suo assistito, ovvero il rischio dell’interferenza virale tra il vaccino antinfluenzale ed altri patogeni attivi in una fase pandemica come quella descritta. Per questo il Tar del Lazio ha obbligato il Cis a presentare il parere, appena citato, ma non allegato, venti giorni fa, nell’ambito del procedimento del dottor Mariano Amici.
Che cosa è successo dopo quella ordinanza del Tar Lazio, avvocato Massafra?
Il Cts ha depositato tre verbali: uno del 15 aprile (raccomandazione generale di ampliare la campagna vaccinale antinfluenzale nazionale), un altro del 22 maggio (invito generale allo Stato di valutare una eventuale obbligatorietà, ma per gli over 75, soprattutto se ricoverati e per gli operatori sanitari). Mentre solo nello stralcio di un terzo verbale del mese di luglio, che fa riferimento al periodo 16/20 luglio, potrebbe esserci una risposta al mio quesito, con un richiamo alla decisione presa dall’ordinanza della Regione Lazio, perché si valuti l’eventuale obbligatorietà, ma in cui il Comitato parla di una raccomandazione solo per gli over 75, niente di più.
Si tratterebbe quindi di verbali successivi all’ordinanza del Lazio dello scorso aprile. Di certo, sappiamo che il Cts non ha fatto alcuno studio scientifico specifico sul vaccino antinfluenzale, né hanno mai scritto di obbligare gli over 65, quindi la Regione Lazio sembra aver assunto una decisione autonoma, comunque diversa da quella raccomandata dal Cts, “sentito per le vie brevi”.
Cosa si aspetta adesso, dopo l’udienza di oggi?
Confido che il Tar del Lazio, anche sulla base di questi documenti possa ora decidere, io mi auguro in senso positivo chiaramente, anche se in fase di sospensiva, tanto più che è stato riconosciuto dal Tar che esiste un quesito di costituzionalità dell’atto che va esaminato, anche se non sappiamo con quale esito.
Dalla documentazione prodotta appare che la Regione Lazio abbia preso una decisione in proprio. Il problema forte è quello che va aldilà o meglio precede perfino il merito sulla bontà o meno dell’obbligo vaccinale antinfluenzale ed è su chi, in base alla nostra Costituzione, possa emettere o meno un obbligo vaccinale. Infatti, secondo gli avvocati la riserva di legge prevista dall’ art 32 della Costituzione e dall’art 117 della Costituzione è giustificabile solo in base ad una legge ordinaria con competenza esclusiva, cosa che non si è realizzata. E questo è un quesito imprescindibile per un tribunale amministrativo ed il presidente Savoia, della sezione ter che ha riunito oggi tutti i ricorrenti conferma essere un quesito centrale.
Secondo l’avvocato Alessandro Gaetani, che insieme con Sara e Samanta Forasassi difende i medici dell’associazione Ampas, a cui si è aggiunto a sostegno anche il Movimento Roosevelt per la tutela dei diritti umani - L’ udienza di oggi (4 agosto 2020) è stata molto partecipata ed il dibattito con il collegio dei giudici è stato approfondito in tutti i punti di sostanza e di forma. Il collegio ha dato atto che esiste un dibattito tecnico-scientifico in corso di produzione, rivolgendo domande anche ai difensori per approfondire le questioni.
Che cosa si aspetta, adesso, avvocato Gaetani?
Il Tar del Lazio potrebbe esprimersi con un’ordinanza oppure con una sentenza in forma semplificata, ai sensi dell’art. 60, in quanto il collegio si è sentito oggi di preannunciare come stabilisce il codice, una modalità di questo tipo.
In attesa della decisione del Tar del Lazio, cosa succederà a settembre in Calabria?
Siamo in attesa di ricevere la convocazione anche per l’udienza di Catanzaro. Anche lì, l’associazione dei medici, riuniti in Ampas è intervenuta contro l’ordinanza della presidente Ioele Santelli. Lo conferma anche l’avvocato Nicola Massafra che difenderà un pensionato calabrese settantacinquenne. Infatti, anche la Regione Calabria, contemporaneamente alla Regione Lazio, lo scorso aprile, è stato disposto l’obbligo vaccinale antinfluenzale, anche se con condizioni diverse dal Lazio: senza le importanti sanzioni previste nel Lazio (la sospensione dal lavoro degli operatori sanitari che si rifiutassero di vaccinarsi e l’impossibilità per gli anziani di entrare nelle comunità o di frequentare i circoli ricreativi).
Tuttavia, entrambe lo ordinanze sotto accusa da parte di numerosi medici e cittadini, hanno già permesso di bandire una gara d’appalto con un centro unico di acquisti e di procedere all’acquisto di numerose dosi vaccinali, pari ad un importo di oltre 100 milioni di euro.
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