Attiva dal 1° giugno in tre città italiane, OffLunch sta cambiando le regole del food delivery per i dipendenti che pranzano in ufficio. Per capire i piani futuri e il business della startup, Money.it ha intervistato il CEO Maurizio Pompili
Puntualità, qualità e prezzi ridotti. Sono questi i tre pilastri dell’offerta di OffLunch, la startup di food delivery che consegna il pasto giornaliero direttamente in ufficio durante la pausa pranzo.
Attiva dal 1° giugno 2019 in tre città italiane, Roma, Milano e Cagliari, la startup ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe per estendere sempre di più la propria crescita.
Per capire meglio la realtà di OffLuch, il suo modello di business, le distinzioni fondamentali con gli altri servizi di food delivery e i piani per il futuro, Money.it ha intervistato il fondatore e CEO di OffLunch Maurizio Pompili.
Dott. Pompili può spiegare ai lettori di Money.it cosa è, di cosa si occupa e come funziona OffLunch?
OffLuch si occupa di fornire pasti negli uffici. Per farlo giornalmente mette a disposizione una lista di piatti che i clienti scelgono entro le 11.30. Successivamente, la palla passa ai nostri laboratori esterni che si occupano della preparazione degli ordini o sul momento o, come Soul Kitchen a Milano, il giorno precedente in atmosfera protetta quindi con un contenitore sigillato. I fattorini possono essere sia nostri, sia esterni e ogni giorno alle 11.30 arrivano nei locali, prendono i prodotti e iniziano a fare la distribuzione.
Visti i numerosi player già presenti sul mercato, Off lunch come pensa di riuscire a guadagnare quote di mercato e che market share vi siete prefissati come obiettivo?
A differenza degli altri player presenti nel mercato del food delivery, con OffLunch hai un menù unico, quello del nostro laboratorio. Questo ci permette di poter affidare a un singolo fattorino la consegna di oltre 70 ordini e ci dà tre vantaggi: ci distingue da un qualsiasi altro servizio di food delivery; ci permette di abbattere i costi di consegna, e di avere un prezzo minore. Inoltre, quando scegli gli altri servizi di food delivery - che non definisco competitor - tu non prendi un appuntamento con i tuoi colleghi di lavoro per pranzare insieme, ma sei inevitabilmente dipendente dagli orari e dalla consegne del fattorino e del ristorante. In sintesi, noi puntiamo soprattutto su due aspetti: puntualità e prezzo. Riguardo il market share, è ovvio che cambia in base alla città. Per esempio a Milano ci siamo prefissati una quota di 18.000 pasti al mese, mentre a Roma 15.000. Questo perché nel capoluogo lombardo ci sono 1.200.000 di lavoratori, mentre a Roma circa 900.000.
Secondo il vostro business plan, quali obiettivi reddituali vi siete fissati per il 2019? e per il triennio 2019-2021?
Per quest’anno vorremmo chiudere a 77.000 euro, anche perché siamo attivi solamente dal 1° giugno. A Dicembre comunque pensiamo di arrivare a una consegna di 500 piatti al giorno, contro i 100 di adesso, e a una media di 7 euro a per pasto. Uno dei nostri obiettivi è anche quello di essere la scelta di quegli uffici che non hanno una mensa al loro interno, ma non solo. Tant’è che alcune aziende ci contattano anche per fare dei servizi di catering. C’è anche un altro aspetto che va sottolineato. Grazie all’accordo con Edenred che gestisce la distribuzione e il funzionamento dei buoni pasto elettronici, siamo diventati i primi in Europa a permettere alle persone di utilizzarli come forma di pagamento digitale.
In base a questo OffLunch potrebbe diventare per le aziende un’alternativa anche al buono pasto?
Ancora non abbiamo trovato un’azienda che sceglie noi come alternativa alla concessione del buono pasto, ma ci sono per esempio alcune società che anche se non forniscono ai propri dipendenti i buoni pasto, gli garantiscono ugualmente una determinata cifra economica al giorno per il pranzo. Un sistema che in Italia per esempio è stato permesso da EatsReady, con cui tra l’altro abbiamo stipulato un accordo sugli ordini ricevuti. Tutto questo quindi ci permette di inserirci anche all’interno del mercato del B2B.
OffLunch ha come azionista di riferimento Moovenda, con una quota del 72,98% del capitale. Come sono regolati i rapporti con l’azionista?
Ci aiutiamo a vicenda in ogni aspetto. Noi infatti non paghiamo Moovenda per i loro mezzi o per gli uffici che ci mettono a disposizione. Inoltre, ci mettono a disposizione il loro direttore marketing e il loro designer senza alcun costo. In sintesi, Moovenda essendo socio ci permette di abbattere totalmente i costi. Loro si tengono da parte le consegne serali e noi quelle per il pranzo.
Avete lanciato una raccolta su CrowdFundMe. Cosa volete fare con le risorse che raccoglierete?
Con le risorse raccolte con la campagna di campagna di crowdfunding ci siamo prefissati di: ripagare le fatture in sospeso con i fornitori, implementare con nuovi servizi la nostra app, lavorare all’apertura del servizio a Torino - che avverrà entro il 2019 - e infine realizzare un packaging compostabile realizzato in PLA che costa molto di più rispetto a quello odierno. In sintesi, utilizzeremo le risorse raccolte per tutto il lato tecnico. Inoltre probabilmente entro la prima parte del 2020 lanceremo una nuova campagna di crowdfunding.
Oltre alla prossima apertura a Torino, avete intenzione di allargarvi ad altre città?
Momentaneamente con Torino in Italia ci fermeremo, perché già abbiamo 1.800 uffici iscritti e quindi prima di tutto vogliamo continuare ad ampliare questo numero già nelle città in cui siamo attivi. Pensare ad altre città momentaneamente non è il nostro obiettivo. Nel 2020 però vogliamo portare OffLuch anche a Barcellona, dove il food delivery è in grandissima espansione grazie agli sgravi fiscali previsti per le startup.
L’apertura del capitale a nuovi soci tramite il crowdfunding è un passo intermedio verso la quotazione in Borsa della società?
Visto che Moovenda oltre a Offluch ha al suo interno Presto Food, che è la più grande realtà del food delivery nel Sud Italia, e altri due servizi, probabilmente darà vita a una nuova holding con un nome nuovo e un nuovo logo. Di conseguenza, questa nuova holding di foodtech nel suo insieme potrebbe quotarsi in Borsa italiana sul mercato AIM Italia entro un anno. In base a questa opzione OffLunch cederebbe tutte le sue quote a questa nuova holding. Non è neanche escluso però l’apertura di un tavolo di discussione con gli altri servizi di food delivery che hanno trascurato questa fetta del mercato.
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