Milano e Cortina organizzeranno l’Olimpiade Invernale 2026: i costi da sostenere, chi paga, gli incassi stimati e quanto l’Italia potrebbe guadagnare (o perdere) con l’evento iridato.
Olimpiadi Invernali 2026: sarà l’Italia a organizzare i Giochi, con la candidatura congiunta di Milano e Cortina che ha avuto la meglio su quella di Stoccolma-Aare. L’evento iridato però è costato già 2,4 miliardi alle casse pubbliche, nonostante gli iniziali proclami di una manifestazione a costo zero per i contribuenti.
Come ben noto, non senza polemiche dal tridente Torino-Milano-Cortina l’Italia è passata al tandem Milano-Cortina, con il CONI e tutto il mondo della politica che nel giugno 2019 hanno gioito per l’assegnazione dei Giochi Olimpici e Paraolimpici 2026.
Stando ai vari dossier realizzati dal comitato promotore, per il nostro paese poter ospitare le Olimpiadi Invernali potrebbe essere un colpaccio anche dal punto di vista economico: oltre ai circa 20.000 posti di lavoro che si dovrebbero venire a creare da qui al 2026, la stima del giro d’affari complessivo è di 2,9 miliardi a fronte di costi che inizialmente erano considerati molto più contenuti rispetto al passato.
Stando al Piano degli interventi per i Giochi invernali reso noto lo scorso settembre dalla presidenza del Consiglio, i costi generali sarebbero già più che raddoppiati e la maggior parte ricadrebbero in carico allo Stato, tanto che già ci sarebbero “550 milioni di ulteriori necessità finanziarie da recuperare”.
In più nella ultima legge di Bilancio, sono stati stanziati ulteriori 400 milioni “per assicurare il completamento delle opere previste per le Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina”; una somma questa che si aggiunge ai complessivi 1,9 miliardi già messi in conto dallo Stato tra le pieghe delle scorse Finanziarie e del decreto Aiuti bis.
Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026: i costi
In totale gli organizzatori delle Olimpiadi Invernali 2026 hanno stimato un costo di 1,2 miliardi. Circa 500 milioni sono elargiti dal CIO, 300 milioni degli enti locali coinvolti mentre il resto dovrebbe essere coperto dagli sponsor.
Delle Olimpiadi inizialmente presentate come quasi a costo zero ma dal 2019 sono cambiate diverse cose. A gennaio 2021 Andrea Monti, responsabile della comunicazione della Fondazione Milano-Cortina 2026, sulle colonne di La Repubblica ha ammesso che la stima iniziale “era un po’ ottimistica” con l’importo reale lievitato a 1,5 miliardi “ma ci romperemo la schiena pur di non chiedere denaro allo Stato e alle Regioni, come hanno fatto in passato”.
Le cose però sembrerebbero non essere andate proprio così. Nel 2020 il ministero delle infrastrutture ha stanziato 1 miliardo per migliorare le strade, stazioni, aeroporti etc… Poi sono arrivati 175 milioni per gli impianti, in teoria a carico delle Regioni, seguiti da 325 milioni della manovra 2022 mentre nel decreto Aiuti bis sono spuntati fuori altri 400 milioni; infine altri 400 milioni sono stati stanziati nella legge di Bilancio 2023. In totale fanno 2,3 miliardi già sborsati dallo Stato.
Per il Piano degli interventi per i Giochi invernali 2022, i costi sarebbero già saliti a 2,68 miliardi, di cui soltanto il 3,5% che sarà coperto dai privati; come detto Palazzo Chigi è già alla ricerca di oltre 500 milioni.
Giusto per fare un esempio a causa dei costi per le materie prime, il presidente del Veneto Luca Zaia ha ammesso che la pista da bob a Cortina “aveva una previsione di 55 milioni di euro che sono lievitati a oltre 80-85 milioni”.
“È bene chiarire che il cantiere non è della Regione e il finanziamento è statale” ha voluto poi sottolineare Zaia, visto che in Veneto sono state diverse le proteste per i costi ritenuti eccessivi per un’opera come la pista da bob.
Nel documento del governo si parla anche di probabili ritardi per quanto riguarda la consegna degli impianti per le Olimpiadi 2026 e per la realizzazione delle opere annesse, la maggior parte delle quali potrebbero essere completate dopo i Giochi sempre se dovessero essere trovati i soldi.
Il giro d’affari dei Giochi Invernali
Nel 2019 l’Università Bocconi nel suo studio ha calcolato che, con l’Olimpiade Invernale del 2026 a Milano e Cortina, il giro d’affari complessivo dei 17 giorni di manifestazione iridata sarebbe di 4,2 miliardi, di cui soltanto 3 miliardi in Lombardia. In sostanza per l’ateneo a fronte di ogni euro speso ci saranno ricavi pari a 2,7 euro.
Oltre agli incassi derivanti dai diritti televisivi, dagli sponsor e dalla vendita dei biglietti per assistere alle varie gare, si è calcolato anche un beneficio per l’indotto pari a 1,5 miliardi derivanti dai consumi e dagli spostamenti delle varie delegazioni e dei visitatori.
Conti in attivo erano previsti anche per lo Stato; un altro studio questa volta della Sapienza ha calcolato in 602 milioni le entrate tributarie, anche se poi ci sono 415 milioni da spendere per garantire la sicurezza.
C’è da dire però che lo Stato ha già stanziato oltre 2,3 miliardi per le Olimpiadi Milano-Cortina, con altrettanti che potrebbero essere sborsati nei prossimi anni. In più sul fronte degli sponsor al momento non si registrano grandi accordi.
Uno studio più recente fatto dalla Luiss, ha parlato di 13.000 possibili posti di lavoro in più grazie alle Olimpiadi e un impatto complessivo sull’intera economia pari a 2,9 miliardi di euro.
Il precedente di Torino
L’aver ottenuto l’organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 è senza dubbio un motivo di orgoglio. L’ultimo precedente però, i Giochi di Torino 2006, non sono molto incoraggianti però per quanto riguarda l’aspetto finanziario.
Il dossier della candidatura infatti prevedeva costi pari a 500 milioni. Alla fine però il conto è stato molto più salato: 1,5 miliardi sono stati spesi per l’organizzazione dei Giochi, mentre 2 miliardi per la realizzazione delle opere (quasi tutte ex novo).
Gli incassi totali invece non hanno raggiunto neanche 1 miliardo, con il buco che ne è scaturito che è stato poi ripagato attingendo ancora una volta alle casse pubbliche, senza contare il villaggio olimpico che ospitava gli atleti diventato ora un dormitorio definito la “più grande occupazione abusiva d’Europa”.
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