Prezzo oro: il fallimento del meeting a Doha di ieri sorride all’andamento dei beni rifugio. In particolare i metalli preziosi sembrano essere il primo obiettivo degli investitori.
Il prezzo dell’oro sale all’apertura dei mercati dopo il fallimento del meeting di Doha, spingendo al ribasso la quotazione del greggio e portando ad una chiusura negativa delle giornate di borsa asiatiche.
Dopo il rally storico che l’oro ha vissuto nell’inizio del 2016, secondo molti analisti c’è ancora possibilità di rialzo, per una soluzione di investimento più adatta a periodi di alta volatilità.
Le preoccupazione legate alle politiche monetarie della Fed e l’andamento incerto del petrolio sembrano favorire in generale tutti i metalli preziosi, con i fondi di investimento che li trovano come la soluzione ideale.
Prezzo oro: delusione meeting, ora palla in mano alla Fed
L’accordo del quale si discuteva durante la giornata di ieri in Qatar, relativo ad un possibile congelamento nella produzione del petrolio, non è andato a buon fine, e l’obiettivo di un rialzo del prezzo del petrolio è fallito.
Le quotazioni dell’oro nero sono tornate ad aggirarsi nell’intorno dei $40 e l’oro è salito arrivando a $1.237 per oncia.
Si torna quindi ad acquistare i cosiddetti “safe heaven”, ovvero i beni rifugio che offrono le migliori prospettive per la conservazione della ricchezza. Queste le parole di Ronald Leung, chief dealer alla LCGD di Hong Kong:
“Si sta tornando sui beni rifugio, viste anche le preoccupazioni relative alle politiche monetarie USA. Quel tiro alla fune sta mantenendo i prezzi all’interno dello stesso range, inoltre la domanda reale è debole e non in grado di supportare una corsa al rialzo.”
Il prezzo dell’oro si è recentemente stabilizzato, dopo aver registrato il suo miglior trimestre degli ultimi 30 anni, a causa dei cambi di direzione intrapresi dalla Fed nella prima parte di quest’anno.
Il pericolo di ostacolare l’economia globale e, in particolare, di mettere ancora più in difficoltà uno dei principali attori di mercato come la Cina ha fatto ricredere la Federal Reserve riguardo gli aumenti previsti dei tassi di interesse per quest’anno, facendo scendere le previsioni da tre a un solo aumento.
I recenti cambi di prospettive offerti da molti membri del FOMC hanno tuttavia sospeso la situazione, con i mercati tutt’ora in attesa di capire le prossime evoluzioni.
Prezzo oro: i fondi di investimento puntano sui metalli preziosi
Gli investitori hanno versato 13,6 miliardi di dollari nel 2016 in ETF sui metalli preziosi, come dichiarato da Bloomberg, ovvero l’80% del totale che comprende tutte le materie prime.
I future sull’argento hanno vissuto un rialzo del 17% quest’anno, arrivando a $16,195 l’oncia nel mercato di New York. Proprio la scorsa settimana gli investitori hanno aumentato la loro posizione netta d’acquisto del 30%, arrivando a 54.885 contratti, il massimo storico da quando si rilevano i dati su questo tipo di future:
Discorso simile per il platino, che la scorsa settimana ha visto un incremento dei contratti del 15%, saliti fino a quota 17.362.
L’oro, anche più degli altri metalli, dovrà ora fare i conti con il periodo primaverile ed estivo, quelli dove risulta più debole.
L’effetto stagionalità, infatti, è ormai prossimo e solitamente porta ad un aumento degli acquisti fisici di oro da parte di Cina e India, costringendo il prezzo ad una flessione.
La fase di consolidamento potrebbe coprire i prossimi tre mesi, con il prezzo dell’oro che rimarrebbe vicino a quota $1.250, secondo gli analisti di UBS Group AG.
Quest’anno però la situazione che si sta vivendo è particolare. Eventuali decisioni di politica monetaria intraprese da parte della Fed, come detto, potrebbero sovvertire anche le regole legate alla stagionalità dei metalli preziosi.
Fonti: Bloomberg, Yahoo Finance
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