Oro, il prezzo è destinato crollare? La previsione

Pierandrea Ferrari

7 Giugno 2021 - 10:07

Tra inflazione e dollaro debole l’oro è arrivato a superare la soglia dei 1.900 dollari l’oncia, per poi ritracciare poco sotto. Ma secondo gli analisti di Ubs il prezzo non è sostenibile nel lungo periodo.

Oro, il prezzo è destinato crollare? La previsione

Il prezzo dell’oro è destinato a crollare? Lo scenario, disegnato dagli analisti della società svizzera Ubs, vede l’asset scendere fino a quota 1.600 dollari l’oncia entro i prossimi dodici mesi, dopo aver cavalcato un trend rialzista che ha riportato la quotazione persino oltre la soglia di resistenza dei 1.900 dollari, di fatto ai massimi da inizio gennaio.

L’oro, poi, ha finito per ritracciare poco sotto, e scambia ora a 1.884 dollari. Ma tanto la crescita oltre le attese dell’inflazione quando il progressivo indebolimento del dollaro continuano a sostenerne il prezzo. Ancora per poco, prevedono ora da Ubs.

Oro, il prezzo è destinato a crollare? La previsione

Il quadro di massima è questo: a maggio, nell’Eurozona, l’inflazione è salita del 2%, e secondo gli analisti di Ing potrebbe avvicinarsi al 3% nel terzo e quarto trimestre dell’anno, mettendo ulteriore pressione ai rendimenti dei titoli di Stato. Fiammate inflative ancora più marcate negli Stati Uniti, dove tra sussidi all’occupazione e maxi-stimoli la lettura di aprile ha visto un +4,2% su base annua, balzo sufficiente a mandare ko le Borse per giorni.

C’è poi, come anticipato, il capitolo dollaro. Il biglietto verde continua a perdere terreno nei confronti delle altre monete, con il cross EUR/USD che si muove a quota 1,215, poco sotto la soglia psicologica di 1,22 ma in costante risalita da fine marzo. Insomma, tra attese sull’inflazione e dollaro debole, un propellente perfetto per la quotazione dell’oro, con le prospettive di breve termine che rimangono particolarmente positive anche alla luce delle ultime dichiarazioni della segretaria al Tesoro USA Janet Yellen sulla persistenza della crescita dei prezzi.

Tuttavia, nel lungo periodo, la quotazione dovrebbe finire per sgonfiarsi. Secondo Ubs, infatti, per sostenere il prezzo intorno alla soglia di resistenza di 1.900 dollari servirebbe una scivolata dei tassi reali di interesse nella forbice compresa tra -1% e 1,2%, possibile solo con una crescita dell’inflazione e una mancata risposta da parte della Federal Reserve. Uno scenario “poco sostenibile”, dicono da Ubs, anche perché per la stessa Yellen, che pure ha suggerito che l’inflazione potrebbe continuare a crescere, l’aumento dei prezzi sarà solo temporaneo.

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