Nel 2017 sono stati spesi 1.738 miliardi di dollari per la realizzazione e il miglioramento dell’arsenale militare mondiale. Ma chi spende di più è allo stesso tempo una superpotenza? Scopriamolo.
Nel 2017 in tutto il mondo sono stati spesi 1.739 miliardi di dollari per l’acquisto di armamenti, l’1,1% in più rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dall’annuale report “Trends in World Military Expenditure” del SIPRI (Istituto Internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace) secondo cui quello rilevato lo scorso anno è un record storico per le spese militari mondiali.
Un report arrivato pochi giorni dopo quello del Global Firepower dove sono state classificate le più grandi potenze militari mondiali.
Da un confronto di queste due indagini, quindi, possiamo capire quanto la spesa militare incide sul potere di una nazione. Come vedremo di seguito nella maggior parte dei casi è vero l’assioma per cui chi spende di più ha anche un’armata più potente, ma non è sempre così: ci sono Stati, infatti, che pur spendendo meno di altri sono riconosciuti a tutti gli effetti come delle superpotenze militari e viceversa.
Infografica su quanto costa essere una superpotenza militare
Chi spende di più per le spese militari?
Nel 2017 il 35% dei 1.739 miliardi di dollari spesi in tutto il mondo per l’acquisto di armamenti militari riguarda gli Stati Uniti: l’amministrazione Trump, infatti, ha investito ben 610 miliardi di dollari destinati perlopiù all’acquisto di aerei e navi invisibili e all’ammodernamento dell’arsenale atomico.
La spesa negli Stati Uniti è rimasta invariata rispetto allo scorso anno, tuttavia sembra che nel 2018 gli investimenti aumenteranno fino ad arrivare a 700 miliardi di dollari.
In seconda posizione troviamo la Repubblica popolare cinese che nel 2017 ha investito 228 miliardi di dollari - circa il 13% del totale - per l’acquisto di armamenti con lo scopo di migliorare il proprio arsenale militare che, almeno ufficialmente, ha un obiettivo prettamente difensivo.
Insomma, la Cina non dovrebbe essere un pericolo per la pace del mondo, tuttavia il fatto che negli ultimi 10 anni la spesa militare sia aumentata di circa il 110% fa riflettere. Inoltre c’è un altro aspetto da considerare: in Cina i costi di produzione sono inferiori a quelli che devono sostenere i Paesi occidentali, ciò significa che i 228 miliardi di dollari spesi hanno permesso loro di produrre maggiori armamenti rispetto a quelli che avrebbe potuto realizzare uno Stato dell’Occidente con lo stesso budget.
Chi invece ha dovuto ridurre la propria spesa militare è stata la Russia, dove nel 2017 i costi per gli armamenti militari sono stati pari a 66,3 miliardi di dollari per un calo del 20% rispetto all’anno precedente.
Riduzione motivata da una parte dalle difficoltà economiche che sta attraversando la Russia (che sta comportando un aumento del debito sovrano) e dall’altra dalla decisione di Putin di non voler partecipare alla corsa al riarmo che invece sta riguardando le altre superpotenze mondiali. La Russia comunque sta continuando ad investire sui nuovi sistemi d’arma - come ad esempio i missili intercontinentali imbattibili - e al miglioramento dei suoi corpi speciali, tra i migliori al mondo.
Meglio della Russia ha fatto persino l’Arabia Saudita, terza potenza mondiale in termini di spesa militare. Nel dettaglio, questa nel 2017 ha investito 69,4 miliardi di dollari per l’acquisto, la produzione e il miglioramento dell’arsenale militare, il 9,2% in più dell’anno precedente; spesa necessaria per far fronte al conflitto in Yemen e destinata all’acquisto di moderni carri armati e di altri armamenti innovativi.
Per vedere la prima europea dobbiamo scendere in 6^ posizione dove - dopo l’India con 63,9 miliardi di dollari spesi - si colloca la Francia con 57,8 miliardi di dollari, seguita dal Regno Unito con 47,2 miliardi di dollari.
Tuttavia mentre in Francia negli ultimi 10 anni la spesa militare ha subito un incremento di circa il 5%, nel Regno Unito questa è calata del 15%. E nei prossimi anni in Francia i costi potrebbero anche aumentare poiché sembra che il leader Macron abbia intenzione di investire pesantemente per la realizzazione di un cacciabombardiere di nuova generazione, una risposta all’F-35 americano.
Di questo progetto realizzativo farà parte anche la Germania, 9° Paese mondiale per quel che riguarda la spesa militare con un costo di 44,3 miliardi di dollari nel 2017.
E l’Italia? Il nostro Paese si trova poco fuori dalla top ten, precisamente in 12^ posizione dopo Corea del Sud (39,2 miliardi di dollari) e Brasile (29,3 miliardi). Nel dettaglio l’Italia ha speso 29,2 miliardi per il solo 2017 con un calo del 17% negli ultimi 10 anni.
Di seguito una tabella dove sono riassunti i costi per gli armamenti militari dei primi 15 Paesi presenti nella classifica del SIPRI:
PAESE | Spesa nel 2017 (in miliardi di $) | Andamento negli ultimi 10 anni |
USA | 610 | -14% |
Cina | 228 | +110% |
Arabia Saudita | 69,4 | +34% |
Russia | 66,3 | 36% |
India | 63,9 | +45% |
Francia | 57,8 | +5,1% |
Regno Unito | 47,2 | -15% |
Giappone | 45,4 | +4,4% |
Germania | 44,3 | + 8,8% |
Corea del Sud | 39,2 | +29% |
Brasile | 29,3 | +21 |
Italia | 29,2 | -17 |
Australia | 27,5 | +33% |
Canada | 20,6 | +13% |
Turchia | 18,2 | +46% |
Chi spende di più ha un esercito più forte?
Ma la domanda a cui vogliamo rispondere è la seguente: è sempre vero che chi spende di più ha anche un esercito più forte? Nella maggior parte dei casi è così, come dimostra il report aggiornato al 2018 del Global Firepower sulle armate più potenti al mondo.
Un’indagine condotta tenendo conto di diversi fattori, come ad esempio la posizione strategica sul territorio, l’arsenale militare (unità navali, velivoli, carri armati), il personale impiegato nelle Forze Armate e la produttività del Paese.
Facendo un confronto tra queste due classifiche possiamo vedere se spendere di più equivale ad avere un’armata molto potente.
Questo effettivamente vale per gli Stati Uniti, primo Paese sia nella classifica delle armate più potenti che in quella sui costi militari del SIPRI.
Discorso differente per la Russia che nonostante la riduzione delle spese militari resta la seconda superpotenza militare mondiale. Presto però potrebbe essere superata dalla Cina - che occupa la 3^ posizione nella classifica del Global Firepower - specialmente se quest’ultima continuerà ad investire grosse somme nella realizzazione e nel miglioramento del proprio arsenale militare.
Fa riflettere invece il caso dell’Arabia Saudita che pur investendo molto più di altri Paesi si trova solamente nella 26^ posizione della classifica dei Paesi con gli eserciti più potenti. Una posizione geografica che certamente non aiuta, così come un arsenale militare non ancora sviluppato (l’Arabia Saudita conta poco più di 1.000 carri armati contro i 20mila della Russia); per questo motivo l’Arabia Saudita (che ha necessità di investire per combattere nel conflitto contro i ribelli nello Yemen) non riesce ad affermarsi come una superpotenza militare.
Nel nostro Paese, invece, l’assioma suddetto si verifica quasi perfettamente: l’Italia, infatti, è 11^ nella classifica delle armate più potenti al mondo ed occupa la 12^ posizione di quella dei Paesi dove i costi militari sono maggiori.
Lo stesso vale per Francia, Germania e Regno Unito, così come per Giappone e India. Ottima resa invece per la Corea del Sud che pur trovandosi in fondo alla top ten dei Paesi che investono di più viene considerata la 7^ potenza militare mondiale.
Ecco nel dettaglio qual è la posizione ricoperta dai Paesi della classifica suddetta nel report condotto dal Global Firepower:
PAESE | Posizione classifica degli eserciti più potenti (Global Firepower) | Posizione classifica dei Paesi che spendono di più in armamenti (SIPRI) |
USA | 1° | 1° |
Cina | 3° | 2° |
Arabia Saudita | 26° | 3° |
Russia | 2° | 4° |
India | 4° | 5° |
Francia | 5° | 6° |
Regno Unito | 6° | 7° |
Giappone | 8° | 8° |
Germania | 10° | 9° |
Corea del Sud | 7° | 10° |
Brasile | 14° | 11° |
Italia | 11° | 12° |
Australia | 21° | 13° |
Canada | 25° | 14° |
Turchia | 9° | 15° |
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