Il numero uno della Consob si scaglia contro le politiche assistenzialiste: “se io do assistenza aggiuntiva, riduco gli investimenti e peggioro la crescita e l’occupazione”
Il presidente della Consob Paolo Savona offre la propria ricetta per uscire dalla crisi politica che sta tenendo in ostaggio il Parlamento in questi giorni.
Per uscire dalla crisi di governo c’è bisogno di leader politici con idee nuove che siano in grado di riprogrammare integralmente il bilancio dello Stato e pensino a strumenti di debito europei che non siano eurobond.
In sommi capi è questo l’antidoto contro la crisi di governo prescritto dal professor Savona nel corso di un incontro al Meeting di Cl a Rimini.
La ricetta di Savona: meno assistenzialismo e più investimenti
"Uno 0,4% di deficit pubblico è importante, ma se un paese spende le sue energie per questi temi non si uscirà mai dalle difficoltà”, ha spiegato alla platea il professore. Bisogna invece correggere gli accordi europei in modo da aiutare i paesi a uscire dalle difficoltà, non a crescergliele queste difficoltà. E quindi è «fondamentale riprogrammazione del bilancio pubblico», ha detto Savona.
Per esempio, secondo Savona, «non possiamo dare la sanità gratis a persone che sono in grado attraverso il reddito di procurarsela. Lo Stato deve decidere qual è il limite al quale garantisce ai cittadini che ne hanno necessità la copertura totale da tutti i rischi».
Quindi «la riprogrammazione del bilancio pubblico è la questione fondamentale», ha rilanciato il presidente della Consob, sostenendo anche che la nuova legge di bilancio deve basarsi su un «nuovo patto con i cittadini, chiarendo che se io do assistenza aggiuntiva, riduco gli investimenti e peggioro la crescita e l’occupazione».
In quest’ottica ha citato un suo studio secondo cui "gli Usa e la Germania sono usciti quasi subito dalla crisi nel 2008 perché avevano fatto maggiori investimenti in infrastrutture. «L’Italia invece si è dedicata a dare assistenza e si sono tagliati investimenti».
Riscrivere le regole europee
Un passo fondamentale in questa direzione, secondo Savona, consiste nel riscrivere i trattati che regolano i rapporti fra gli Stati del Vecchio Continente. «Esistono strumenti», ha proseguito, «che se attuati possono cessare le pressioni nei confronti dello spread italiano, che potrebbe ridursi fino anche ad azzerarsi, e se l’Italia presenta un programma di rielaborazione del suo bilancio che sia convincente, noi risparmiamo 30 miliardi che possiamo investire immediatamente in infrastrutture», ha chiosato Paolo Savona.
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