Il Parlamento “chiude” per una settimana prima del referendum

Isabella Policarpio

16/09/2020

Lavori sospesi al Senato e alla Camera nella settimana che precede le elezioni regionali, amministrative e il referendum sul taglio dei parlamentari; 5 giorni di “pausa” che si aggiungono ai 18 di questa estate.

L’Italia intera è in fermento in vista dei prossimi appuntamenti elettorali il 20 e il 21 settembre 2020 quando si voterà per il rinnovo dei consigli regionali (in 7 Regioni), comunali (in più di 1.100 Comuni) e lungo tutto lo Stivale per il referendum confermativo della legge che ha tagliato 345 tra deputati e senatori.

Pochi sanno, però, che in prossimità dell’election day il Parlamento chiude i battenti: i lavori in Assemblea - il cuore pulsante dell’organo legislativo - sono sospesi nella settimana che va dal 14 al 18 settembre. Una “tradizione” che va avanti da anni, come ha precisato l’onorevole Matteo Richetti durante l’intervista odierna sul canale YouTube di Money.it, e che serve a consentire la propaganda elettorale.

Invece secondo una larga fetta dell’opinione pubblica si tratterebbe dell’ennesima scusa per alleggerire la già scarna agenda dei lavori. Le sedute riprenderanno la prossima settimana, quando Camera e Senato dovranno perfezionare l’iter di conversione del decreto Agosto prima della scadenza fissata per legge il 13 ottobre 2020.

Parlamento chiuso prima delle elezioni: vacanza o propaganda sui territori?

In prossimità del voto, deputati e senatori sono stati “congedati” fino alla prossima settimana: la prima Assemblea alla Camera è fissata alle 15.00 di martedì 22 settembre mentre in Senato il giorno successivo. Fino ad allora non ci saranno ordini del giorno, dibattiti, votazioni, interpellanze parlamentari e nemmeno mozioni e interrogazioni.

Non si tratta di una novità, ma della prassi ormai radicata di sospendere i lavori in Assemblea per consentire ai parlamentari di fare campagna elettorale in televisione o tenere comizi, interviste e incontri nei territori interessati dalle votazioni. Un fine nobile e costituzionalmente garantito ma che di questi tempi sembra stonare con le reali esigenze del Paese: efficienza e rapidità nella conversione in legge dei tanti decreti emanati in seguito all’emergenza Covid.

Certi che molti deputati e senatori saranno realmente impegnati nella campagna elettorale - particolarmente agguerrita negli ultimi giorni - non c’è alcun modo per controllare e verificare che tutti i parlamentari “in pausa” scendano in piazza a fare propaganda oppure stiano a casa o in vacanza.

In ogni caso nelle 24 ore che precedono il voto scatta il cosiddetto silenzio elettorale e quindi sarà vietata ogni forma di campagna elettorale attraverso comizi, riunioni, affissioni e interviste alla radio o in televisione. Inoltre nei giorni destinati alla votazione (quindi 20 e 21 settembre) è vietata ogni forma di propaganda entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali.

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