Ogni anno tra stipendi, pensioni e rimborsi vari il Parlamento in Italia costa ai contribuenti oltre 1,5 miliardi, molto di più rispetto agli altri Paesi europei anche se dovesse vincere il Sì al referendum sul taglio dei parlamentari.
Il tema è di grande attualità visto l’imminente referendum, si voterà il 20 e 21 settembre, dove gli italiani saranno chiamati a confermare o meno la riforma che prevede un taglio complessivo di 345 parlamentari a partire dalla prossima legislatura.
Uno degli aspetti centrali di questa campagna referendaria è infatti quello dei risparmi, visto che per il fronte del Sì con la sforbiciata lo Stato avrà benefici pari a 100 milioni l’anno mentre, per i sostenitori del No, la cifra non dovrebbe superare gli 82 milioni lordi.
A prescindere da quello che sarà l’esito del referendum, resta il fatto che il Parlamento italiano rimarrà comunque il più costoso in Europa. Stando al Bilancio di previsione del 2019, Camera e Senato nel suo complesso per andare avanti hanno bisogno di 1,52 miliardi l’anno.
Nel dettaglio la spesa per la Camera è di 970 milioni, mentre per il Senato occorrono 550 milioni. Soldi questi che servono a pagare gli stipendi dei parlamentari, i rimborsi, le spese previdenziali, gli ex vitalizi, i contributi ai gruppi parlamentari più tutte le altre varie spese ordinarie.
La Camera più costosa d’Europa
Alla luce di questi numeri Il Fatto Quotidiano ha messo a confronto tutte le Camere basse dei maggiori Paesi europei, quindi per noi soltanto Montecitorio, essendo “le uniche elettive e che votano la fiducia al governo”.
Stando ai calcoli fatto dal quotidiano, la Camera con la sua spesa annua di 970 milioni costerebbe a ogni cittadino italiano 16,20 euro l’anno. Una cifra più alta rispetto al resto d’Europa.
In Germania infatti la spesa per ogni cittadino sarebbe di 14,10 euro l’anno, con il divario che aumenterebbe poi in maniera sensibile guardando la Francia (7,70 euro), il Regno Unito (3,74 euro) e la Spagna (1,80 euro).
Anche risparmiando, nella migliore delle ipotesi, 100 milioni l’anno con la vittoria del Sì al referendum le cose non dovrebbero cambiare molto: per abbattere veramente i costi del Parlamento si dovrà mettere mano anche agli stipendi e ai benefit vari riservati ai nostri parlamentari.
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