Iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio: quando è obbligatoria? Chiarimenti e servizio utile per scoprirlo.
Tra gli adempimenti che deve assolvere chi apre la Partita IVA figura anche l’iscrizione in Camera di Commercio. Tuttavia, non sempre ciò è necessario; ci sono delle tipologie di attività, infatti, per le quali non è richiesta l’iscrizione in Camera di Commercio.
Prima di capire chi deve iscriversi e chi invece può risparmiarsi quest’onere, è bene fare chiarezza su un concetto: quando si parla di “iscrizione in Camera di Commercio” si fa riferimento al Registro delle Imprese.
Questo, istituito appunto in ogni Camera di Commercio, è sotto la vigilanza di un Giudice (delegato dal Presidente del Tribunale del capoluogo di provincia) e retto da un Conservatore al quale viene affidato il compito di assicurarne la corretta tenuta in base a quelle che sono le disposizioni in materia e alle decisioni del Giudice del Registro.
Volendo semplificare possiamo dire che questo rappresenta l’anagrafe delle imprese: nel Registro, infatti, sono indicati tutti i dati dell’impresa - quale ad esempio costituzione, modifica, cessazione - con sede o unità locale sul territorio provinciale. I dati sono molto utili perché forniscono un quadro essenziale della situazione giuridica dell’impresa, oltre a rappresentare un archivio utile per l’elaborazione di indicatori di sviluppo economico ed imprenditoriale.
A questo punto bisogna capire quali sono i lavoratori autonomi tenuti ad iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, affrontando un costo variabile tra i 250,00€ e i 300,00€ - per la prima iscrizione - e tra i 60,00€ e i 110,00€ ogni anno (Diritto Camerale Annuale).
Chi deve iscriversi alla Camera di Commercio
Al Registro delle imprese devono iscriversi tutti gli imprenditori che svolgono una delle seguenti attività:
- produzione di beni e servizi;
- intermediazione nella circolazione dei beni;
- attività di trasporto di cose e di persone per terra per acqua e per cielo;
- attività bancaria ed assicurativa;
- attività ausiliaria delle precedenti (agenzia, mediazione, ecc.);
- attività agricola (per questa attività l’iscrizione è facoltativa al di sotto di un determinato volume d’affari).
L’iscrizione, quindi, vale solamente per coloro che non esercitano l’attività da lavoro autonomo in forma di impresa; di conseguenza, i liberi professionisti - non essendo degli imprenditori - non devono farlo. Questi, quindi, non devono iscriversi alla Camera di Commercio; per dare avvio all’attività è sufficiente aprire la Partita IVA ed iscriversi all’albo e alla cassa professionale (qualora questa non sia esistente il libero professionista deve iscriversi alla Gestione Separata Inps).
È bene chiarire, inoltre, che anche se il Registro delle Imprese è unico si articola in due differenti sezioni, quella ordinaria e la speciale. Nel dettaglio, alla prima devono iscriversi:
- gli imprenditori che esercitano un’attività industriale finalizzata alla produzione di beni e servizi, un’attività intermediaria nella circolazione dei beni, un’attività di trasporto, un’attività bancaria o assicurativa o altre attività ausiliarie a quelle descritte (l’elenco non è esaustivo);
- i consorzi con attività esterna, cioè quelli che hanno istituito un ufficio destinato a svolgere un’attività con i terzi e le società consortili;
- i gruppi europei di interesse economico;
- G.E.I.E. (di cui al D.Lgs. n.240 del 1991);
- gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale un’attività commerciale (di cui all’art. 2201 c.c.);
- le Aziende Speciali degli enti locali;
- le società estere aventi sedi secondarie in Italia;
- le società commerciali e le società cooperative.
- Alla sezione speciale, invece, devono iscriversi:
- imprenditori agricoli che svolgono un’attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura, di allevamento di animali e attività connesse;
- i piccoli imprenditori, cioè i coltivatori diretti, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia;
- le società semplici;
- società tra avvocati;
- le imprese artigiane (che vengono solamente annotate).
Chi deve iscriversi alla Camera di Commercio: il servizio di Infocamere
Se state avviando un’attività come lavoratore autonomo e volete sapere se dovete iscrivervi (o anche se potete farlo) alla Camera di Commercio potete utilizzare il servizio apposito realizzato da UnionCamere (disponibile cliccando qui).
Il servizio “Ateco” è molto semplice da utilizzare: basta inserire il Codice Ateco della Partita Iva con il quale si dà avvio all’attività e il Comune nel quale si esercita.
A questo punto selezionate il tipo di attività collegate a quel codice Ateco per consultare la normativa associata così da consultare tutti gli adempimenti necessari per l’esercizio dell’attività. È qui che riceverete una risposta alla vostra domanda, così da capire se dovete o meno iscrivervi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.
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