Partite IVA, nei dati dell’Osservatorio MEF pubblicati l’11 maggio 2021 spiccano quelli sulle chiusure: nel 2020 si è registrato il 20% in meno di cessazioni rispetto al 2019, effetto dei ristori riconosciuti per compensare le perdite causate dalle restrizioni Covid.
Partite IVA, meno chiusure nel 2020 rispetto al 2019. A fornire i dati è il MEF, con la pubblicazione dell’Osservatorio relativo al primo trimestre del 2021.
Nell’anno dello scoppio dell’emergenza pandemica hanno deciso di cessare l’attività il 20% in meno di partite IVA rispetto al 2019. La differenza è rilevante, soprattutto se si considera la straordinarietà del periodo.
Per il MEF, è la prova che le misure di sostegno alle partite IVA messe in campo nel corso del 2020 hanno avuto l’effetto di limitare le chiusure di attività causa Covid.
Partite IVA, nel 2020 meno chiusure del 2019. I ristori frenano le cessazioni
Tra gennaio e dicembre 2020 sono state 333.495 le partite IVA che hanno cessato l’attività. Un dato rilevante, ma che appare quasi normale se si considerano le chiusure registrate nel corso del 2019, ben 492.478.
Il dato del 2020 smentisce le aspettative: la crisi pandemica non ha causato un exploit di chiusure di partite IVA e, al contrario, il dato mostra una differenza del 22% in meno rispetto all’anno precedente.
Contributi a fondo perduto, bonus a copertura dei costi fissi come il credito d’imposta affitti e agevolazioni per l’accesso al credito hanno inevitabilmente contribuito a frenare le chiusure di partite IVA.
È questo l’aspetto evidenziato dal MEF nell’Osservatorio pubblicato l’11 maggio 2021.
Si tratta dell’effetto degli “aiuti a pioggia” erogati nel corso del 2020, riconosciuti alle imprese a compensazione di una parte delle perdite subite a causa delle restrizioni per ridurre la diffusione dei contagi.
Partite IVA, migliorano i dati delle aperture nel 2021. Ancora in calo alloggio e ristorazione
Oltre al dato sintetico sulle chiusure registrate nel 2020, l’Osservatorio MEF dell’11 maggio 2021 fornisce i dati relative alle aperture del primo trimestre 2021.
Sono 186.019 le partite IVA aperte nei primi tre mesi dell’anno. Si registra un incremento del 15,3% rispetto allo stesso trimestre del 2020, ma anche in questo caso è necessario leggere il dato in considerazione dell’emergenza in atto.
Il confronto mese su mese mostra infatti che l’aumento è concentrato nel mese di marzo 2021 (+105,7%), poiché il mese di marzo 2020 era stato caratterizzato dall’inizio della crisi Covid.
Rilevante è il dato relativo alle aperture di partita IVA da parte di soggetti non residenti. Gli avviamenti sono oltre il triplo rispetto allo scorso anno, fenomeno legato all’espansione dei servizi di e-commerce.
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 46,7% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 20,8% al Centro e il 31,9% al Sud e Isole.
Per quel che riguarda i diversi settori produttivi, sono le attività professionali a registrare il maggior numero di avviamenti, seguite dal commercio e dalle costruzioni. Continua invece l’andamento negativo per i settori relativi ad alloggio e ristorazione (-25,3%), per l’istruzione (-9,6%) così come per le attività sportive e di intrattenimento (-4,7%), alcuni dei comparti più danneggiati dalle restrizioni anti-Covid.
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