Pensione a 57 anni: quando e per chi

Simone Micocci

15/09/2021

Andare in pensione a 57 anni è possibile, ma affatto semplice. Ci sono, infatti, delle condizioni molto complicate da soddisfare.

Pensione a 57 anni: quando e per chi

Quando si parla di pensioni è importante essere chiari fin da subito per non generare confusione: a riguardo, è bene spiegare che andare in pensione a 57 anni è possibile, ma è molto difficile.

Si tratterebbe, infatti, di un anticipo di 10 anni rispetto all’età richiesta per l’accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni), una possibilità che in pochi possono cogliere.

Prima di vedere in quali condizioni è possibile andare in pensione a 57 anni, è bene fare una precisazione: il nostro sistema previdenziale non prevede un’età minima per poter andare in pensione. È vero che per alcune opzioni di pensionamento è prevista un’età pensionabile ben definita, ma ce ne sono invece altre che non la richiedono.

Ed è proprio a queste che bisogna guardare per capire quando si può andare in pensione con ben 10 anni di anticipo, già al compimento dei 57 anni.

Pensione a 57 anni: in quali casi è possibile

Non esiste oggi un’opzione per il pensionamento che preveda un’età pensionabile di 57 anni. Ce ne sono alcune per le donne che si avvicinano a questa età, ma di queste ne parleremo nel paragrafo successivo.

Per capire quando è possibile anticipare così tanto l’accesso alla pensione bisogna dunque fare riferimento alle due opzioni che consentono di lasciare il lavoro indipendentemente dall’età, ossia la pensione anticipata e la sua versione riservata ai lavoratori cosiddetti precoci, Quota 41.

La prima consente il pensionamento a qualsiasi età, a patto che il lavoratore abbia maturato:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Si ricorda, inoltre, che con il decreto 4/2019 - con il quale il meccanismo che adegua i requisiti per la pensione anticipata alle aspettative di vita è stato sospeso fino al 2026 - è stata introdotta una finestra trimestrale per l’accesso alla pensione. Questo significa che dalla data in cui si matura il diritto a quella in cui decorre la pensione passano tre mesi.

Ma quando la pensione anticipata ci permette di andare in pensione all’età di 57 anni? Quando ovviamente a quell’età si soddisfa il suddetto requisito contributivo.

Facendo alcuni rapidi calcoli, questo vale per un uomo che ha iniziato a lavorare a 14 anni, mantenendo una carriera lavorativa senza interruzioni. Ve lo avevamo anticipato: un caso piuttosto raro che si verifichi.

Nel caso delle donne, invece, è leggermente più semplice in quanto è richiesto un anno di contributi in meno: possono andare in pensione a 57 anni, dunque, coloro che hanno iniziato a lavorare alla soglia dei 15 anni.

Una platea comunque limitata, come nel caso di coloro che possono accedere alla pensione a 57 anni grazie a Quota 41. Questa, come anticipato, è una forma di pensione anticipata riservata ai cosiddetti lavoratori precoci, ossia coloro che entro il compimento dei 19 anni hanno maturato 12 mesi di contributi.

Questi possono andare in pensione con soli 41 anni di contributi (ma anche in questo caso è prevista una finestra mobile trimestrale) ma solo quando fanno parte di una delle seguenti categorie:

  • persone in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
  • persone che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. I cosiddetti caregiver;
  • persone che abbiano capacità lavorativa ridotta, accertata come invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
  • lavoratori dipendenti che svolgono da almeno sei anni all’interno degli ultimi sette attività lavorative gravose;
  • lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Chi rientra in una di queste categorie può andare in pensione a 57 anni quando ha iniziato a lavorare a 16 anni mantenendo una carriera continua. Anche in questo caso una condizione di complicata realizzazione.

Pensione a 57 anni per le donne

Nel caso delle donne ci sono delle opzioni per il pensionamento che si avvicinano ai 57 anni. Pensiamo, ad esempio, ad Opzione Donna: questa richiede che ci sia un’età anagrafica di 58 anni (per le lavoratrici dipendenti, uno in più per le autonome) e 35 anni di contribuzione.

Siamo, quindi, molto vicini, ma bisogna considerare che in questo caso la finestra mobile è di 12 mesi: la pensione, dunque, decorre un anno dopo dalla data in cui maturano i requisiti (18 mesi per le lavoratrici autonome).

Vi è poi un’altra opzione che consente persino di andare in pensione a 56 anni. Si tratta di un’opzione riservata alle lavoratrici con invalidità riconosciuta del 100% che al compimento dei 56 anni hanno maturato 20 anni di contributi.

Pensione con la rendita a 57 anni

C’è infine la RITA, opzione che permette una sorta di accompagnamento alla pensione di vecchiaia pur non trattandosi di un vero e proprio prepensionamento. La rendita integrativa temporanea anticipata, infatti, è accessibile solo da chi ha un fondo previdenziale complementare in cui siano starti versati almeno 5 anni di contributi.

Ed è proprio il tesoretto accumulato nel fondo complementare a permettere di avere una rendita in attesa della pensione di vecchiaia. La rendita mensile sarà tanto più alta quanto saranno maggiori i contributi versati nel fondo complementare.

La RITA permette l’accesso a coloro che sono ancora in forza-lavoro che hanno compiuto i 62 anni e che hanno versato almeno 20 anni di contributi mentre per i disoccupati è possibile l’accesso a partire dai 57 anni a patto che siano senza occupazione da almeno 24 mesi e che abbiano versato almeno 20 anni di contributi obbligatori.

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