Nel 2021 sarà necessario inserire nella Legge di Bilancio una nuova riforma del sistema pensionistico. Il futuro di pensione Quota 100 è incerto, si va verso una sua eliminazione?
Quale futuro attende Quota 100? La misura pensionistica che permette ai lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati di andare anticipatamente in pensione dopo aver maturato 38 anni di contributi e un’età di 62 anni, potrebbe non restare in vigore fino alla sua scadenza naturale, ovvero il 31 dicembre 2021.
Pensione Quota 100 è stata fortemente voluta dal leader della Lega Matteo Salvini, congiuntamente con l’ex leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Il governo giallo-verde l’ha introdotta con il decreto legge 4/2019 in forma sperimentale.
Pensioni news: il futuro di Quota 100
La Corte dei Conti ha bocciato pensione Quota 100. Questa misura previdenziale ha fallito l’obiettivo del ricambio generazionale, almeno è quanto si evince dai dati verificati. Al 31 dicembre 2019 sono state approvate 155.897 richieste, il 69% circa delle domande presentate. La Relazione tecnica del governo Conte I aveva sovrastimato la misura.
Matteo Salvini è fermamente convinto della scelta fatta, Di Maio ha confermato di recente la volontà di portare fino a fine 2021, come previsto, Quota 100 con l’intenzione di rinnovarla anche dopo il termine previsto.
Nel 2021, gioco forza si dovrà procedere a una nuova riforma delle pensioni e si prevede una grande bagarre. I sindacati chiedono una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro intorno ai 62 anni, anche per andare incontro ai lavoratori che hanno perso il lavoro a causa dell’emergenza coronavirus.
Il governo ha bloccato i licenziamenti fino al 17 agosto 2020, non si sa ancora se ci sarà una proroga, magari fino alla fine dell’anno, ma in ogni caso le cose cambieranno. Quota 100 potrebbe essere sostituita da Quota 41, con la quale tutti i lavoratori potrebbero andare anticipatamente in pensione con più di 41 anni di contributi senza il vincolo dell’età anagrafica.
Ma cosa accadrebbe a coloro che hanno lavorato in modo non continuo e che non sono riusciti a raggiungere i 41 anni di contributi? Ovviamente saranno penalizzati, quindi Quota 41 potrebbe non essere una soluzione equa.
In prospettiva futura, la maggiore penalizzazione la subirebbero i giovani di adesso che in un periodo di crisi economica e occupazionale, arrivano tardi al lavoro e soprattutto con contratti penalizzanti dal punto di vista contributivo.
Non c’è alcun dubbio, la discussione sulla prossima riforma pensioni che sarà inserita nella Legge di Bilancio 2021 presenterà molti ostacoli e infiniti dibattiti non solo tra le forze politiche ma anche con i sindacati. In gioco non c’è solo Quota 100 o l’eventuale Quota 41, ma anche l’Ape social e l’Opzione Donna.
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