Pensione dipendenti pubblici, novità: regole, età e requisiti. Guida pratica

Rosaria Vincelli

18/11/2015

Novità 2016 in tema di pensioni per i dipendenti pubblici. Ecco la giuda alle nuove regole per il pensionamento.

Pensione dipendenti pubblici, novità: regole, età e requisiti. Guida pratica

Anche per i dipendenti pubblici si prospettano novità in ambito pensionistico in vista del 2016, ma cerchiamo di offrire un quadro più chiaro della situazione pensionistica di questo periodo, individuando i requisiti e le regole da tenere in considerazione per la propria posizione.

Pensione dipendenti pubblici: requisiti ed età pensionabile

Con la Riforma Fornero nel 2011 è stato sostituito il più generoso sistema retributivo con il sistema contributivo che ha modificato i requisiti necessari al pensionamento, infatti dal 1° gennaio 2016:

  • per i lavoratori che vantano una contribuzione dal 31 dicembre 1995 e che quindi rientrano nel sistema retributivo o nel sistema misto occorrerà avere 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi;
  • per i lavoratori il cui primo accredito contributivo risale al 1° gennaio 1996 e che quindi rientrano nel sistema contributivo occorrerà avere 66 anni e 7 mesi di età, 20 anni di contributi ed un importo della pensione superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Qualora non possiedano tali requisiti l’età pensionabile sarà 70 anni (più adeguamento alla stima di vita) e 5 anni di contribuzione “effettiva”.

Deroga requisito contributivo
La circolare n. 16/2013 dell’INPS chiarisce che, anche dopo la Riforma Fornero, resta salva la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi, in deroga alla disciplina vigente che ne prevede 20.

Vediamo quali sono i casi in cui i dipendenti pubblici, soggetti all’Ente previdenziale INPS-gestione ex INPDAP, possono derogare alla normativa vigente:

  • qualora abbiano perfezionato 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992;
  • qualora abbiano maturato al 31 dicembre 1992 un’anzianità contributiva od assicurativa tale che, anche se incrementata dei periodi intercorrenti tra il 1° gennaio 1993 e la fine del mese di compimento dell’età per il pensionamento di vecchiaia, non consente di conseguire i 20 anni di contributi previdenziali nell’anno di compimento dell’età pensionabile.

Pensione dipendenti pubblici: regole dopo la Riforma Fornero

Fino alla fine del 2011 l’accesso alla pensione per i dipendenti pubblici avveniva al compimento del 65esimo anno di età per gli uomini e del 61esimo anno per le donne e per tutti era necessario aver versato 20 anni di contributi (contribuzione versata a qualsiasi titolo o accreditata in favore dell’assicurato), ma la Riforma Fornero, ossia il D.L. n. 201/2011 ha inasprito il requisito dell’età innalzandolo a 66 anni per gli uomini e per le donne appartenenti al pubblico impiego.

Inoltre, i requisiti anagrafici dal 2013 sono soggetti all’adeguamento alla stima di vita ISTAT che, per il primo anno è stato di 3 mesi (66 anni e 3 mesi), mentre per il secondo anno sarà di 4 mesi (infatti l’età pensionabile da gennaio 2016 sarà 66 anni e 7 mesi).
La circolare n. 63/2015 dell’INPS, infatti, ha innalzato per tutti di 4 mesi i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e a quella anticipata.

Con la Riforma Fornero sono state disapplicate le finestre mobili (periodo intercorrente tra la maturazione del diritto alla pensione e l’effettiva riscossione dell’assegno pensionistico) e quindi la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha compiuto l’età pensionabile.

Pensione dipendenti pubblici: data e modalità accredito pensione
Dal 2014 anche i dipendenti pubblici, appartenenti alla gestione ex INPDAP, ricevono la pensione con sistema INPS, senza però cambiare la data di accredito che resta il giorno 16 di ogni mese.

Dal 1° luglio 2012, poi, con la Legge n. 44/2012, le pensioni con importi superiori a 1.000 euro non posso più essere rilasciate in contanti e quindi vengono erogate attraverso le seguenti modalità:

  • conto corrente bancario o su carta prepagata dotata di codice IBAN;
  • conto corrente postale o su libretto postale.

Pensione dipendenti pubblici: portale NoiPA

Il portale NoiPA, che si occupa degli amministrati appartenenti alla Pubblica Amministrazione che hanno aderito al servizio, gestisce i regimi di contribuzione vigenti in favore delle diverse Casse Previdenziali od Enti previdenziali (INPS per il personale di servizio presso le PA; INPS-gestione ex INPDAP per i dipendenti pubblici; INPGI per giornalisti e pubblicisti; IPOST per il personale di Poste Italiane; ENPAM per il personale medico ed odontoiatrico).

Il portale NoiPA garantisce, quindi, anche ai dipendenti pubblici la gestione di trattenuta e versamento dei contributi previdenziali sia per ciò che attiene alla previdenza di primo pilastro (pensione obbligatoria) sia di secondo pilastro (Fondi Pensione).

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