In vista del 2021 non ci sarà alcun aumento delle pensioni. Il tasso di rivalutazione degli assegni previdenziali per il prossimo anno dovrebbe essere pari allo 0,0%.
Non ci sarà alcun aumento delle pensioni in vista del 2021. Anche se la conferma definitiva arriverà soltanto entro la fine del mese dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è già certo che gli assegni previdenziali resteranno invariati.
I dati anticipati che arrivano dall’Istat fotografano un tasso di rivalutazione delle pensioni per il prossimo anno che dovrebbe aggirarsi intorno allo 0,0%.
Riavvolgiamo il nastro: a gennaio erano previsti aumenti proporzionali all’inflazione rilevata dall’Istituto di statistica nazionale. Per l’anno prossimo era ipotizzabile un incremento dello 0,40% (0,16% per le pensioni superiori di quattro volte al trattamento minimo).
Per capire il perché è necessario spiegare che cosa si intende per perequazione. Stiamo parlando di uno strumento necessario per mantenere invariato il potere d’acquisto. Gli aumenti, insomma, non devono essere considerati semplici incrementi della retribuzione bensì una specie di tutela dal rischio inflazione.
In sostanza, senza perequazione le pensioni andrebbero a perdere il loro valore anno dopo anno. Ecco che il sistema di calcolo prevede per legge una rivalutazione del 100% dell’inflazione per le pensioni fino al quadruplo del trattamento minimo.
La suddetta rivalutazione diminuirà progressivamente di pari passo con l’aumentare dell’assegno. Tornando alla perequazione, questa si calcola in base all’indice Istat, dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati.
L’indice provvisorio diventa poi indice di variazione definitiva, da conguagliare all’inizio di ciascun anno. Ebbene, nel 2021 gli assegni pensionistici non si muoveranno di una virgola. Le uniche consolazioni arriveranno dalla conferma della tredicesima mensilità anche per dicembre 2020 e per il conteggio sul cedolino del bonus di 155 euro.
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