Le pensioni, in particolare le misure di Quota 100 e Opzione Donna, vivono momenti di tensione e rischiano di sparire con l’arrivo di un nuovo governo che potrebbe optare per un cambio di rotta.
Il dibattito sulle pensioni anticipate non si ferma e anzi i dubbi e le perplessità sorte con la crisi di governo si rinforzano con l’ufficialità delle dimissioni di Giuseppe Conte.
Nei prossimi mesi, quel che è certo è che si andranno ad affrontate riforme e proroghe importanti sul tema pensioni, qualsiasi sarà il governo che salirà in cattedra.
Martedì, tra le pareti di Palazzo Chigi, si è infatti consumato l’atteso scontro-incontro di governo che ha visto l’ormai ex premier Giuseppe Conte, rassegnare le sue dimissioni a seguito della crisi dell’esecutivo aperta solo poche settimane prima dal leader del Carroccio Matteo Salvini.
A questo punto si apre ufficialmente il toto-scenari di governo, quattro le possibili vie percorribili, dove solo una cosa rimane certa: le pensioni, e in particolare le misure di Quota 100 e Opzione Donna, rischiano di sparire travolte dal cambio dell’esecutivo.
Pensioni e dimissioni Conte, cosa succederà a Quota 100
La riforma di pensionamento anticipato introdotta con Quota 100 dal governo giallo-verde è una delle prime che potrebbe risentire del cambio dell’esecutivo che aspetta il Paese dopo le dimissioni del premier Conte.
Quota 100, in teoria, dovrebbe rimanere una misura stabile. Beneficia dello status di riforma finanziata fino al 2021, il che dovrebbe quindi garantire lo scivolo di pensionamento anticipato almeno per un altro anno a coloro che già hanno, o andranno a maturare, i requisiti previsti.
Il cambio di governo, viste le premesse e a meno di importanti interventi correttivi, potrebbe quindi mantenere stabile Quota 100 per il tempo finanziato.
I dubbi però rimangono, una nuova maggioranza di governo potrebbe apportare dei cambi anche radicali, soprattutto visto lo scarso turnover generazionale che la manovra ha realizzato e che lascerà vacanti molti posti nella pubblica amministrazione.
Infine, uno degli scogli maggiori al mantenimento di Quota 100 rimane la necessità di reperire i fondi necessari a stabilizzare l’Iva; da qualche parte per forza di cose bisognerà tagliare e Quota 100 si presta a buon candidato.
Opzione Donna a rischio con crisi di governo?
Con l’ormai certo cambio dell’esecutivo Opzione Donna è forse la misura di pensionamento anticipato più a rischio, e il cui futuro sembra già segnato. La misura per continuare a lavorare ha infatti bisogno di una proroga dei finanziamenti per l’anno 2020.
Opzione Donna, la misura di pensionamento anticipato, definita tecnicamente come “regime sperimentale donna”, introdotta con la Legge Maroni del 2004, rimane un nodo spinoso da sciogliere.
Il provvedimento, attivato già nella scorsa legislatura e rinnovato dal governo giallo-verde per il 2019 con la manovra finanziaria dello scorso anno, sta per scadere e per continuare a garantire alle donne che abbiano maturato i requisiti necessari lo scivolo di pensionamento anticipato, ha bisogno di essere rinnovato.
La misura naviga dall’incertezza, già da prima della crisi di governo. Il vero problema al rinnovo rimane la legge di bilancio 2020: qualsiasi sarà il governo bisognerà studiare un modo per ottenere le coperture necessarie al suo rifinanziamento e, al contempo, garantire i fondi alla salvaguardia dell’Iva.
Si tratta di un conto salato, stimato a oltre 20 miliardi di euro e che porterà inevitabilmente qualcuno a rimanere scontento. Opzione Donna e Quota 100 sembrano così navigare sulla stessa barca che le porta dritte allo scontro con la stabilizzazione dell’Iva. Il sacrificio si renderà necessario, resta da vedere chi verrà immolato alla causa.
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