Il destino di Quota 100 sembrerebbe essere sempre legato a quello del governo: in caso di una pace tra Lega e Movimento 5 Stelle, il prosieguo sembrerebbe essere scontato.
Quota 100 a rischio? Ancora tanti i dubbi e le domande irrisolte sullo stato dell’arte della riforma di pensionamento anticipato introdotta dal governo gialloverde ma che, in queste ore, potrebbe arrivare a dama.
Dopo lo scoppio della crisi di governo fatta deflagrare pochi giorni fa dal vicepremier del Carroccio Matteo Salvini, gli avvenimenti degli ultimi giorni suggeriscono adesso una possibile pace tra Lega e Cinque stelle.
La situazione potrebbe così avviarsi, se non verso una soluzione, almeno verso una strada maestra che indichi il futuro della riforma pensionistica. Quota 100, ma anche opzione donna, potrebbero così resistere nonostante la situazione economica difficile e le critiche.
Quota 100, la situazione
La crisi di governo tocca inevitabilmente molti dei punti scoperti del Paese e il settore previdenziale è il primo a risentire dei suoi possibili effetti, con Quota 100 in primis a risentire dell’incertezza che l’esecutivo sta vivendo.
Quota 100, dalla sua parte, rimane una riforma finanziata fino al 2021, quindi in teoria almeno per un altro anno dovrebbe garantire lo scivolo di pensionamento anticipato a coloro che andranno a maturare i requisiti necessari.
Questo significa che anche in caso di un cambio di governo, e a meno di interventi correttivi da parte di quest’ultimo, la misura di pensionamento anticipato di Quota 100 dovrebbe rimanere stabile per il tempo finanziato.
Il quadro, seppur lontano dalla certezza, sembra rimanere sostanzialmente positivo anche in vista del cambio di rotta che il leader del Carroccio Matteo Salvini ha intrapreso nelle ultime ore, dando credito alla possibilità di tornare in accordo con i compagni di governo pentastellati.
Il vicepremier leghista, che gioca la sua partita di governo sui social tra attacchi alle possibili alleanze che stanno sorgendo con il favore della crisi di governo, ha comunque lasciato a una pace con i Cinque stelle la porta aperta “se non c’è un governo la via maestra sono le elezioni, altrimenti ci si risiede al tavolo e si lavora”.
I dubbi
I dubbi su Quota 100 però rimangono, non solo per via di possibili cambi come conseguenza di un nuovo governo, ma perché nonostante i finanziamenti stanziati fino al 2021 il problema del reperimento dei fondi necessari a stabilizzare l’Iva rimane, e da qualche parte bisognerà tagliare.
A questo si aggiunge l’incognita di governo, visto che le possibili nuove alleanze che taglierebbero fuori la Lega potrebbero subito scagliarsi contro la riforma di Quota 100.
I pentastellati in particolare, non hanno mai nascosto il loro distacco dalla norma reputando “Quota 100 uno spreco inaudito di risorse che acuisce le disuguaglianze del paese invece di ridurle”.
“Inoltre è una misura - hanno proseguito i grillini - che non rilancia la domanda, perché chi va in pensione con Quota 100 riduce le proprie spese, che non porta a una sostituzione tra lavoratori anziani e giovani come si è fatto credere e che va a scassare i conti pubblici nel breve e nel lungo periodo”
Su Quota 100 anche Alberto Brambilla, padre della norma nonché uno dei principali consiglieri economici della Lega, appare poco entusiata, criticando la gestione della stessa da parte del governo gialloverde.
Secondo Brambilla “se veramente si voleva guardare soltanto all’occupazione, il governo avrebbe dovuto far partire subito i concorsi nel pubblico impiego, superare il numero chiuso nelle facoltà scientifiche o potenziare il sistema degli Its. Invece rischiamo di avere soltanto un aggravio per le finanze pubbliche”.
Pensioni, caos nella P.A?
L’ultimo tassello che va ad aggiungersi alla crociata contro il rinnovo di Quota 100 riguarda il caos che la Pubblica Amministrazione si prepara a vivere nell’immediato futuro con l’uscita di oltre 11mila lavoratori che usufruiranno della riforma a settembre.
Il nodo pensioni-turnover torna così sotto la lente d’ingrandimento delle analisi previdenziali dove, uno studio condotto dall’osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro, ha stimato che “il tasso di sostituzione tra chi entra e chi esce dopo Quota 100 non supererà il 30 per cento”.
Questo significa che la promessa di nuove assunzioni volte ad aumentare il ricambio generazionale e incentivare l’occupazione non sarà così incisiva come invece si pensava.
Lo studio mette in in luce che la sostituibilità tra pensionati e giovani alla prima esperienza, è strettamente legata alla professione e al settore economico. “Non necessariamente, quindi, politiche di pensionamento anticipato - si legge nel rapporto - si traducono in maggiori possibilità di occupazione giovanile, specie in un mercato del lavoro rigido e poco flessibile come quello”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti